Il Report

Quotidiani online, negli USA il 75% è già a pagamento

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Il modello pay però, denuncia l’American Press, non decolla e gli editori non sfruttano i dati degli abbonati per servizi mirati.

Oltre il 75% dei principali quotidiani statunitensi usa oggi un modello a pagamento per i propri siti internet. Lo rileva uno Studio dell’American Press, secondo il quale 77 dei 98 giornali la cui distribuzione supera le 50 mila copie hanno introdotto nel 2015 un nuovo sistema tariffario.

Il modello più diffuso (lo usano almeno 62) è quello che dà accesso a un certo numero di articoli dietro abbonamento.

Segue la versione conosciuta come freemium (adottata da 12 giornali), che garantisce l’accesso gratuito ad alcuni contenuti (free) mentre per gli altri (premium) richiede un pagamento.

Solo tre giornali, tra cui il Wall Street Journal, hanno scelto di imporre il pagamento dell’abbonamento per l’intero sito.

Nel 2010 erano solo sei su 98 i giornali americani a grande tiratura che avevano introdotto un sistema a pagamento per tutti o parte dei loro contenuti.

In cinque anni la maggior parte di queste testate ha modificato radicalmente la propria strategia.

Il prezzo medio di un abbonamento è di 2,97 dollari a settimana per il primo modello, 3,52 per il ‘freemium’ e 4,43 dollari per il tutto pagato.

Per Alex Williams, autore dello Studio di American Press, “Il reddito potenziale generato da questi abbonamenti online è ancora molto nebuloso”.

Al di là dei lettori fedeli che hanno seguito il passaggio al sito a pagamento, ci si interroga in particolare sull’effettiva capacità dei giornali di “persuadere la maggior parte delle persone ad abbonarsi”.

Il Report rileva infatti che i giornali dicono molto poco sugli abbonamenti.

Altro aspetto importante, indica Alex Williams, nessuno dei 77 giornali che usa un modello pay richiede agli abbonati informazioni aggiuntive al di là delle semplice coordinate.

Dati più precisi sui clienti, sostiene l’American Press, avrebbero molto più valore per gli inserzionisti.