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PSN, Butti: “Coinvolgere anche le in-house regionali. Con Fitto abbiamo chiesto di rinegoziare i parametri Pnrr per l’infrastruttura”

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Nell’intervista a Sky TG24 il Sottosegretario con delega all’innovazione annuncia la volontà di far entrare nel Polo Strategico Nazionale le in-house regionale: "Devono essere coinvolte, perché rappresentano un patrimonio di esperienze e di dati accumulati fino ad oggi. È anche un modo per avere dei dati nel PSN in mani italiane e controllate".

Il Sottosegretario con delega all’innovazione Alessio Butti punta ad includere le in-house regionali pubbliche nel Polo Strategico Nazionale (PSN), escluse, invece, dall’ex ministro Vittorio Colao. È questa la principale novità emersa dalla videointervista di Butti andata in onda su Sky TG24, sabato 13 gennaio, nel programma “Progress”, curato da Helga Cossu.

“Non possiamo lasciar fuori dal Polo Strategico Nazionale tutte le società in-house delle Regioni”, ha detto Butti, “e ce ne sono alcune veramente virtuose, che hanno già investito notevoli ed ingenti quantità di denaro” per dotarsi di data center all’avanguardia “ed ora devono essere coinvolte, perché rappresentano anche un patrimonio di esperienze e di dati accumulati fino ad oggi”, ha spiegato. “Per questo”, ha annunciato il Sottosegretario, “con la disponibilità del ministro Fitto abbiamo proposto una rinegoziazione dei parametri del Pnrr relativi all’infrastruttura”.

I data center di molte in-house regionali pubbliche qualificati da AgID “Polo Strategico Nazionale”

Perché Butti vuole integrare nel PSN le società in-house delle Regioni? Per fare alcuni esempi, il data center di Liguria Digitale a Genova, con 3.000 calcolatori, 100 km di cavi in fibra e rame e 3.000 terabyte di storage, può essere utilizzato dalle pubbliche amministrazioni e dalla Sanità di tutta Italia in ottica di “sussidiarietà tecnologica”, perché è stato certificato, nel 2020, da AgID come “Polo Strategico Nazionale”: la denominazione è proprio così.

Oltre a Liguria Digitale, Assinter ci ha riferito che sono stati riconosciuti PSN anche le in-house di Lombardia (ARIA), Piemonte (CSI), Emilia-Romagna (Lepida), Friuli, Umbria e Puglia, oltre le in-house nazionali Infocamere-Camera di Commercio e Cineca-consorzio informatico universitario, e l’in-house Pasubio Tecnologia, che raggruppa i piccoli comuni del Veneto.

Butti: “Con le in-house regionali avremo dei dati nel PSN in mani italiane e controllate”

“Pensiamo all’integrazione delle in-house regionali nel Polo Strategico Nazionale soprattutto per i dati sanitari, anche perché stiamo lavorando al nuovo fascicolo sanitario elettronico”, ha continuato Butti. “Poi con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale”, ha aggiunto, “valuteremo quali di questi dati sanitari in possesso delle in-house sono candidabili alla migrazione del PSN. Con l’ingresso delle in-house regionali “è anche un modo”, ha spiegato il Sottosegretario, “per avere dei dati nel PSN in mani italiane e controllate”. In quasi tutte le Regioni italiane questi dati sanitari sono gestiti proprio dalle in-house, che, ogni probabilità, non verranno preferite al Polo Strategico Nazionale, che da poco ha aperto le porte e si affida ai cloud di Google, Microsoft e Oracle.

Sono i cloud di Google, Microsoft e Oracle ad ospitare i dati e i servizi strategici e critici del Polo Strategico Nazionale

La migrazione dei dati strategici e critici delle PA al PSN non è obbligatoria

Forse non tutti sanno, ma lo ripetiamo per l’ennesima volta, la migrazione dei dati strategici e critici delle PA non è obbligatoria verso il PSN, ma è facoltativa. Questo significa, che PA centrali e soprattutto Asl e Aziende Ospedaliere possono continuare ad avere i propri dati sanitari nei data center di Lepida, Liguria Digitale, Umbria Digitale, CSI Piemonte, ecc…

Qui si comprende la strategia di Alessio Butti. Se i dati sanitari restano alle in-house, tanto meglio integrare queste ultime nel Polo Strategico Nazionale, l’infrastruttura cloud gestita da TIM, con il supporto di LeonardoCdp Equity e Sogei.

E, finalmente, si sa che, su tutti i dati delle PA, l’8-10% è strategico e il 12% critico. Solo questa percentuale è candidabile, al massimo, per essere ospitata nel Polo Strategico Nazionale. 

Il futuro dell’identità digitale? La CIE 3.0

Oltre al PSN, Butti ha risposto anche una domanda sul futuro dell’identità digitale.

“L’identità digitale dev’essere sicura, semplice da utilizzare, accessibile a tutti i cittadini e con regole certe per favorire la qualità dei servizi”, questa la premessa che ha fatto il Sottosegretario per disegnare il futuro dell’identità digitale, che sarà targata carta d’identità elettronica 3.0.

Prossimamente, con la CIE 3.0, attraverso una username, password e OTP, potremo accedere ai servizi online allo stesso modo di SPID. Questa funzione di configurazione delle credenziali CIE, a cui sta lavorando l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, sarà a breve disponibile sul portale www.cartaidentita.it, con relativo manuale per gli utenti. (Qui puoi leggere un’anteprima di come funzionerà).

“È necessario razionalizzare”, ha detto Butti, “il sistema della identità digitale attraverso un unico strumento di accesso per tutti i servizi della PA e per il sistema sanitario, così come stabilito dalla legge 191 del 1998 (art. 2, comma 4)”. 

carta identità elettronica genitore privacy

“Questo processo”, ha spiegato, “deve rispettare alcuni criteri fondamentali: il ruolo dello Stato nel garantire l’identità digitale dei cittadini, la centralità del documento di riconoscimento dell’identità (CIE), la valorizzazione di quanto già realizzato e la capacità d’innovazione dimostrate dall’intero ecosistema costruito intorno alla identità digitale, nonché l’efficientamento della spesa pubblica”.
Perché Butti punta ad avere un’unica identità digitale con CIE 3.0? È una questione di governance dei dati dei cittadini, che passerebbe, totalmente, nelle mani del Viminale.

Un’unica identità digitale di Stato nel futuro e-Wallet europeo

L’obiettivo finale è avere un’unica identità digitale di Stato nel futuro e-Wallet europeo. Per questo portafoglio digitale, Dipartimento per la trasformazione digitale sta realizzando gli schemi pilota per la patente di guida digitale e della Tessera Sanitaria digitale sull’App IO. Quando sarà possibile, in questo modo i cittadini potranno avere sempre con sé questi documenti in formato digitale sullo smartphone, oltre alla versione cartacea, che non verrà sostituita.

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