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PNRR e trasformazione digitale, il ruolo di AgID tra linee guida, criteri metodologici e regole tecniche (prima parte)

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Vogliamo parlare di AgID come Agenzia governativa senza la quale non si assicura il processo di transizione digitale e quindi il processo di trasformazione digitale e di conseguenza l’attuazione del PNRR.

Premessa. Parliamo di AGID, perché?

Perché parliamo di AgID e intendiamo sottolineare il ruolo fondamentale di AgID per la trasformazione e la transizione digitale e per l’attuazione del PNRR?

Semplicemente perché tutti si affannano a parlare “bene” o “male” del PNRR (e del digitale del PNRR) e poco si parla degli strumenti che abbiamo a portata di mano per realizzare concretamente ed utilmente il processo di trasformazione digitale ed il PNRR (non perdere il treno del cambiamento, utilizzare le risorse che abbiamo a portata di mano con progetti “veri”, consistenti, sostenibili, con risultati concreti ed utili per il sistema sociale e produttivo, per le prossime generazioni).

Quali sono gli strumenti necessari, quelli definiti “a norma” (gli unici strumenti stabiliti dalla normativa vigente) che dobbiamo utilizzare per garantire una utile e funzionale transizione digitale e l’attuazione senza sprechi del PNRR? Sono esattamente quelli definiti dall’AgID in attuazione del Codice dell’amministrazione digitale. Sono elementi metodologici e regole tecniche che costituiscono un “vincolo progettuale” (quindi una grande opportunità progettuale ed attuativa) oltre che un vincolo normativo (strumenti necessari ed obbligati).

Eppure non si parla di questo. Come se fossero scelte tecniche opzionali nella logica: i soldi ci sono e non ci preoccupiamo di regole tecniche.

Peraltro, le linee guida AgID contribuiscono alla formazione di una “nuova cultura amministrativa pubblica” basata su modelli organizzativi digitali, sulla qualità dei servizi in rete, sulla qualità dei dati/documenti/informazioni digitali (il patrimonio dei dati pubblici digitali).

Ecco, noi vogliamo parlare di AgID come Agenzia governativa senza la quale non si assicura il processo di transizione digitale e quindi il processo di trasformazione digitale e di conseguenza l’attuazione del PNRR.

E ne parleremo facendo riferimento (concretamente) all’operato dell’Agenzia attraverso la presentazione e l’analisi delle linee guida/regole tecniche definite dalla stessa Agenzia.

Vogliamo quindi “indicare/ricordare” alle Pubbliche amministrazioni che sono “obbligate” a fare riferimento alle linee guida/regole tecniche(ovviamente non solo per un fatto formale)

a) sia nelle loro decisioni strategiche per la trasformazione digitale: di strategia se ne parla poco e se ne vede poca nei progetti;

b) sia nei processi di transizione digitale (organizzazione, semplificazione, digitalizzazione): non c’è un approccio sistemico a supporto della transizione digitale;

c) sia nell’acquisizione di tecnologie ict: operiamo ancora nella logica dell’automazione come fenomeno legato solo al  “mercato” delle macchine informatiche .

Nei progetti PNRR le Amministrazioni interessate devono fare riferimento alle linee guida e agli indirizzi metodologici  di AgID con la finalità di “dichiarare” come intendono muoversi sulla “partita” del cambiamento, dell’innovazione, della trasformazione. Dobbiamo invece registrare che i progetti (i primi progetti approvati; poi vedremo a settembre cosa realmente succederà al PNRR) fanno “vagamente” riferimento ai processi di riorganizzazione, di semplificazione, di digitalizzazione. La vaghezza progettuale esprime il “rischio” di un potenziale “insuccesso” dei progetti approvati, con un grave danno istituzionale, organizzativo ed economico per il Paese (ricordo che il finanziamento del Piano è strettamente legato ad un debito pubblico da onorare con la relativa restituzione del capitale e degli interessi).

Processi di trasformazione e transizione digitale: verso amministrazioni nativamente digitali

Alcune considerazioni generali sul processo di trasformazione digitale, sul processo di transizione digitale, sulla realizzazione di amministrazioni nativamente digitali. Queste considerazioni sono necessarie per definire gli ambiti di decisioni, di operatività, di progettazione. Fuori di questi ambiti le decisioni ed i progetti sono “fuori” da una corretta logica di attuazione e realizzazione.

2.1. La trasformazione digitale: creazione di ecosistemi amministrativi pubblici digitali.

  • La trasformazione digitale  delle PA è un processo integrato finalizzato alla costruzione di ecosistemi amministrativi digitali che sono organizzazioni pubbliche semplificate, trasparenti, aperte, digitalizzate e con servizi di qualità erogati in rete (legge 241/90; dlgs 33/2013; Codice amministrazione digitale; linee guida AgID)
  • Il processo di trasformazione delle PA richiede il transito da organizzazioni analogiche ad amministrazioni nativamente digitali
  • Il processo di trasformazione comporta la revisione dei modelli organizzativi delle PA attraverso un processo di semplificazione “preliminare” al processo di riorganizzazione (art. 15 CAD)
  • Il processo di trasformazione digitale coinvolge decisori pubblici, dirigenza pubblica, cittadini ed imprese nella logica della partecipazione e della consultazione (art. 2,12; 8,13,17 CAD)
  • Il processo richiede risorse per la progettazione della trasformazione, della transizione, per la riorganizzazione, per la qualificazione dei servizi in rete, per la formazione dei dipendenti non solo per l’utilizzo delle tecnologie ma soprattutto per i nuovi modelli di organizzazione del lavoro (agile e telelavoro)
  • Il processo richiede quindi una strategia precisa per la fase di programmazione ed attuazione

2.2. Il processo di transizione digitale: come transitare da amministrazioni analogiche ad amministrazioni digitali

  • La transizione è il processo di passaggio da PA strutturate su attività e processi amministrativi (di tipo analogico o misto) ad amministrazioni nativamente digitali che formano, gestiscono, conservano dati/documenti/informazioni in modalità “esclusivamente” digitale e validi giuridicamente
  • La transizione deve essere pianificata dai decisori pubblici (fase di programmazione strategica) unitamente alla dirigenza (fase di attuazione)
  • Fuori da questo contesto istituzionale (programmazione ed attuazione) il processo di transizione non può essere avviato

2.3. Le Amministrazioni nativamente digitali: le specifiche connotazioni normative, organizzative e funzionali

Il transito deve portare verso la realizzazioni di amministrazioni digitali che corrispondono ad un nuovo modello di organizzazione pubblica che si caratterizza (art.2 e 12 CAD):

a) per essere un’amministrazione aperta, accessibile, trasparente, semplificata, con nuovi diritti (digitali) per i cittadini nel rispetto della Carta della cittadinanza digitale(legge 241/90; legge 124/2015; art. 3 e ss. del CAD; dlgs 33/2013; dlgs 97/2016 (FOIA); Reg. UE 679/2016, trattamento e protezione dei dati personali);

b) per essere un’amministrazione che opera in modalità prevalentemente digitale (linee guida AgID 2020, formazione gestione conservazione dei documenti informatici; in attuazione dal 1.1.2022);

c) per essere una amministrazione che opera in rete tramite interconnessione con altri sistemi amministrativi pubblici;

d) per offrire servizi semplificati ed in rete ai cittadini e alle imprese (art. 7 CAD).

Istituzione e compiti dell’AgID

L’Agenzia per l’Italia Digitale è stata istituita con DL 22 giugno 2012, n.83  “Misure urgenti per la crescita del Paese” (convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 134) ed è sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro da lui delegato.

Le finalità ed i compiti dell’Agenzia sono definiti nell’art. 14 bis del dlgs 82/2005 (Codice dell’amministrazione digitale):

“1.  L’Agenzia  per  l’Italia  Digitale  (AgID)  e’  preposta   alla realizzazione  degli  obiettivi dell’Agenda  Digitale  Italiana,  in coerenza con gli indirizzi dettati dal Presidente del  Consiglio dei ministri o dal Ministro delegato, e con  l’Agenda  digitale  europea. AgID, in particolare, promuove l’innovazione  digitale  nel  Paese  e l’utilizzo  delle  tecnologie  digitali nell’organizzazione della pubblica amministrazione e nel rapporto tra questa, i cittadini e  le imprese, nel rispetto dei  principi di legalità,  imparzialità e trasparenza  e  secondo  criteri  di  efficienza, economicità ed efficacia. Essa presta la  propria  collaborazione  alle  istituzioni dell’Unione europea e svolge i compiti  necessari  per  l’adempimento degli obblighi internazionali assunti dallo Stato  nelle  materie  di competenza.”

Sul sito di AgID sono in sintesi indicati il ruolo ed i compiti dell’Agenzia che riportiamo di seguito:

L’Agenzia per l’Italia Digitale è l’agenzia tecnica della Presidenza del Consiglio che ha il compito di garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana e contribuire alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, favorendo l’innovazione e la crescita economica.

AgID ha il compito di coordinare le amministrazioni nel percorso di attuazione del Piano Triennale per l’informatica della Pubblica amministrazione, favorendo la trasformazione digitale del Paese.

AgID sostiene l’innovazione digitale e promuove la diffusione delle competenze digitali anche in collaborazione con le istituzioni e gli organismi internazionali, nazionali e locali.

L’Agenzia per l’Italia Digitale è preposta alla realizzazione degli obiettivi dell’agenda digitale italiana, in coerenza con l’agenda digitale europea.

L’Agenzia assicura il coordinamento informatico dell’amministrazione statale, regionale e locale, in attuazione dell’articolo 117, comma 2, lettera r), della Costituzione. 

L’Agenzia, fra l’altro:

  • contribuisce alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, allo scopo di favorire l’innovazione e la crescita economica;
  • elabora indirizzi, regole tecniche e linee guida in materia di omogeneità dei linguaggi, delle procedure e degli standard per la piena interoperabilità e uniformità dei sistemi informatici della pubblica amministrazione;
  • vigila sulla qualità dei servizi e sulla razionalizzazione della spesa informatica della pubblica amministrazione; 
  • promuove e diffonde le iniziative di alfabetizzazione digitale.

Per approfondire