analisi

PNRR, conto alla rovescia per i bandi dell’ultrabroadband. Quali possibili ostacoli?

di |

Conto alla rovescia per i bandi del PNRR per realizzare la banda ultrlalarga in Italia. Previsto un cronoprogramma a tappe forzate per rispettare i tempi e le scadenze fissati dalla Ue.

Conto alla rovescia per i bandi del PNRR per realizzare la banda ultrlalarga in Italia. Previsto un cronoprogramma a tappe forzate per rispettare i tempi e le scadenze fissati dalla Ue. Entro giungo tutti gli appalti per le reti ultraveloci dovranno essere assegnati. Fondi per 6,7 miliardi di euro sono in capo al Ministero dell’Innovazione tecnologica per 5 bandi complessivi. Oggi il punto in Cdm sullo stato di avanzamento del Pnrr.

Primo bando isole minori

Il primo bando per la copertura delle isole minori, 60,7 milioni di euro, è andato deserto. Il ministero e Infratel, stazione appaltante, stanno rivedendo le regole del bando, troppo severe per quanto riguarda le penali e gli obblighi, e ne pubblicheranno uno nuovo a breve.

Leggi anche: Banda ultralarga, il flop della prima mini-gara PNRR un’occasione per rivedere i mega-bandi ‘Italia 1 Giga’ e ‘5G Italia’

Bando Italia a 1 Giga, Scuole connesse e Sanità connessa

Le gare per il bando “Italia a 1 Giga” (3,7 miliardi), “Scuole connesse” e “Sanità connessa” per allacciare la fibra a 7 milioni di numeri civici ancora non raggiunti, 10 mila sedi scolastiche, 12 mila tra ospedali e ambulatori sono già scattate.

Si attende invece per marzo la gara sul 5G (Piano “Italia 5G”) per portare il 5G nelle aree bianche del paese, che dovrà passare al vaglio della Ue sul regime degli aiuti di Stato.

L’obiettivo del governo è chiudere i primi tre bandi (Italia a 1Giga, Scuole e sanità connessa) entro il 16 marzo e gli altri due (isole minori e Piano 5G Italia) circa un mese dopo, con le aggiudicazioni che dovrebbero essere portate a termine entro il 30 giugno.

Leggi anche: ‘Piano Italia a 1 Giga’, al via il bando. Contributo pubblico fino al 70% per reti wholesale

Pnrr, pubblicati i bandi per banda ultralarga in scuole e ospedali

Quali possibili ostacoli?

In primo luogo, quello che preoccupa le aziende sono soprattutto le penali e i criteri iper stringenti previsti per l’erogazione dei fondi. Le verifiche sull’avanzamento dei lavori e sul raggiungimento dei milestone saranno poi una costante dei prossimi anni, in vista della chiusura dei lavori prevista per il 2026.

C’è sicuramente un tema di carenza di manodopera specializzata, come recentemente sottolineato dal ministro Vittorio Colao in audizione alla Camera.

Leggi anche: PNRR, Colao: ‘Assegnati 9,5 miliardi, il 48% del totale. Mancano 10mila addetti per installare la fibra’ (video)

Il riassetto di Tim

C’è poi il tema del riassetto di Tim in corso. Un fattore non certo secondario, visto che il nuovo piano industriale del primo operatore italiano è fissato per il prossimo 3 marzo, in piena bagarre per l’assegnazione dei vari bandi del Pnrr.

Qui la domanda è quale Tim parteciperà alle gare?

Quale sarà la Tim che, eventualmente, se le aggiudicherà queste gare?

In sintesi, in che modo un eventuale e possibile cambio del perimetro aziendale e della governance di Tim potrà incidere sull’assegnazione dei bandi?

Leggi anche: Tim, il confronto di Barclays: ‘NetCo/ServiceCo meglio dell’offerta di KKR?’

5G, operatori pronti a disertare la gara del PNRR?

Infine, c’è un tema legato allo sviluppo del 5G nelle aree bianche. C’è forse il rischio che le gare per il Pnrr nelle aree bianche vada deserto, a causa dello scarso appeal in termini di rientri economici per gli operatori nelle aree bianche?

La partecipazione ai bandi del 5G rischia forse di essere inficiata dai problemi finanziari e dalle richieste non troppo velate degli operatori di uno sconto sulle rate per le frequenze del 5G? Non è certo un mistero che la industry delle Tlc si trovi in condizioni difficili, fra guerra dei prezzi, calo dei ricavi e necessità di ingenti investimenti per realizzare le nuove reti in fibra e 5G del futuro.

Tra l’altro, gli operatori invece di chiedere la rateizzazione avrebbero potuto, ad esempio, restituire allo Stato le frequenze acquisite; oppure, per assurdo, restituire le frequenze acquisite in sede di asta e proporre di redistribuire le risorse spettrali con blocchi tutti uguali da 50 e 50 Mhz, da aggiudicare tutti a base d’asta, e non più in blocchi da 80 e 20 Mhz in banda 3700 Mhz.

Leggi anche: Italia 5G, gli operatori pronti a disertare la gara del PNRR?