Audizione

Piano Bul, Butti ‘Ritardi connettività vanno sanzionati. Accordo Tim-Open Fiber, cui prodest?’

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Il sottosegretario all'Innovazione Alessio Butti chiude l'audizione in Commissione IX alla Camera: 'La carenza di manodopera c'è, ma non da ora, non è questa la causa dei ritardi di copertura del paese'. Limiti di emissione 5G: 'Serve una norma Ue'.

Il bando Italia 1 Giga prevede delle penali, i ritardi nelle aree bianche vanno sanzionati, il Progetto Minerva è una proposta politica di svariati mesi fa, la carenza di manodopera per la posa della fibra c’è, ma non è la causa dei ritardi di copertura a banda ultralalarga del paese. Questi alcuni dei temi toccati dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti in audizione presso la Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera per rispondere ai quesiti rimasti inevasi dalla sua precedente audizione sulle linee strategiche del Governo in materia di digitale dello scorso 13 dicembre.

Banda ultralarga, Butti: ‘recuperare ritardi connettività, sanzionare responsabili’

Il bando Italia 1 Giga prevede delle penali, ha detto Butti, per evitare di bucare gli obiettivi fissati dal Pnrr, “penali che possono essere revocate” se gli operatori recuperano il tempo perduto entro i due successivi milestones del Pnrr.

Infratel e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale sono impegnati in una costante opera di monitoraggio dell’avanzamento lavori, Infratel ha chiesto una nuova mappatura, anche se andrà capito esattamente cosa si intende per “civico non collegabile”. Per quanto riguarda il “collaudo”, Butti precisa che si tratta di un termine ingegneristico e non del collegamento a internet.

“Ribadisco che abbiamo riscontrato dei ritardi nell’ambito del progetto di connettività avviato dal precedente Governo”, ha detto Butti, spiegado come “per accelerare l’attuazione di tale progetto non basta però fare appello al sistema sanzionatorio previsto in sede contrattuale”. Non può accadere, ad esempio, che il ritardo di un progetto assegnato ad una società privata ricada sulle spalle del committente pubblico: i ritardi vanno recuperati e le responsabilità di coloro che le hanno determinate vanno individuate e sanzionate. Occorre quindi cambiare mentalità. Le scadenze vanno rispettate perché le resistenze strenue al cambiamento digitale sono a volte pesanti”.

“Paradossalmente – ha aggiunto Butti – tali resistenze si affievoliscono quando ci si trova davanti a date da rispettare, pena sanzioni e responsabilità che comportano valutazioni e conseguenze. Non basta quindi fare ricorso alla ‘moral suasion’, ma servono criteri più stingenti per onorare le scadenze”. 

L’esempio virtuoso da seguire per il passaggio alla fibra è quello della migrazione dalla tivù analogica al digitale terrestre, indica il sottosegretario.

Piano Bul, Butti: carenza di manodopera c’è ma non è causa ritardi

A proposito del tema annoso della carenza di manodopera, “Il governo è consapevole della delicatezza e dell’importanza del tema la cui portata è più ampia rispetto ai solo interventi infrastrutturali. In base ai dati forniti dalla federazione Anie la carenza di manodopera complessiva per lo sviluppo della banda ultrarga in Italia è quantificabile in alcune migliaia di unità di personale su un totale necessario di circa 20mila”, ha detto Butti. “Il governo – ha aggiunto – è consapevole della delicatezza e dell’importanza del tema la cui portata è più ampia rispetto ai solo interventi infrastrutturali”.

“Ipotizziamo che la carenza di manodopera per i soli piani Bul sia di circa il 10% delle risorse disponibili. Quello della manodopera carente è un problema reale ed annoso denunciato dalle aziende da almeno due se non tre anni. Eviterei di ricondurre i ritardi nella realizzazione del Piano Bul a questa ragione. La carenza era ben nota anche al momento dei bandi”.

Butti ricorda come durante il Covid i lavori di copertura procedessero più speditamente della fase post pandemia, sottolineando gli incentivi per le telco che investono in formazione di nuova manodopera. Inoltre, i ritardi risalgono a ben prima dello scoppio della guerra in Ucraina.

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Accordo Tim-Open Fiber nelle aree bianche, Butti: ‘Infrastrutture regolate, prezzo non negoziabile’

Per quanto riguarda l’accordo fra Tim e Open Fiber nelle aree bianche, il sottosegretario Butti replica ad una domanda dell’ex sottosegretario alle Tlc Anna Ascani richiamando alcuni dubbi sui vantaggi dell’accordo sollevati su questo sito.

“L’accordo fra Open Fiber e Tim prevede che Open Fiber acquisti da Fibercop per un controvalore complessivo superiore a 200 milioni di euro il diritto di uso, cosiddetto IRU, per infrastrutture aeree, collegamenti d’accesso alla casa del cliente – ha detto Butti in audizione – al tempo stesso Tim si impegna a mettere a disposizione dei propri clienti nelle aree bianche la fibra ottica di Open Fiber.  Ciò consentirà secondo una nota delle due società, di ‘attivare su rete Open Fiber almeno 500mila clienti che chiederanno di utilizzare la tecnologia FTTH’. Tale accordo risale allo scorso mese di maggio, quando l’onorevole Ascani era sottosegretario al Mise con delega alle telecomunicazioni. E di tale accordo fu data grande rilevanza anche sugli organi di stampa. Successivamente, oltre che in alcuni eventi di natura politica, un quotidiano online nel settore dell’innovazione, mai smentito dalle succitate aziende, evidenziò alcuni punti critici dell’accordo, e in particolare: l’utilizzo poco chiaro delle infrastrutture di palificazione tra le due aziende. Nel contratto sottoscritto, all’articolo 3 primo capoverso, Open Fiber si impegna ad acquistare 10mila chilometri di infrastruttura di posa locali ed aree nelle aree oggetto delle concessioni”.   

Butti ricorda che le infrastrutture di rete sono soggette a prezzi non negoziabili, in quanto fanno parte di un mercato regolato (il 3A). “Perché Open Fiber sia obbligato ad acquistarne 10mila chilometri da Tim, quando Tim è obbligata a venderne anche solo 1 metroperaltro ad un prezzo regolato? Attendiamo delle risposte”, dice.  Il fatto di garantirne l’acquisto di 10mila chilometri non prevede alcuna scontistica, ricorda Butti “ma mette al sicuro il bilancio di Tim-Fibercop, con una partita che può valere dai 50 agli 80 milioni”. Quale convenienza dell’accordo?    

Tlc, Butti: progetto Minerva proposta politica di svariati mesi fa

“Per quanto riguarda il progetto Minerva, va sottolineato che questa è una proposta politica di svariati mesi fa, che non rientra nella mia esposizione, poiché in audizione le dichiarazioni del governo e il confronto si svolgono in relazione a progetti realizzati o comunque pianificati con adeguate risorse finanziarie e progettuali”. Lo ha detto il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, in audizione presso la Commissione Trasporti della Camera.

Butti, Governo impegnato a garantire la Sovranità Digitale

L’impegno del Governo “è quello di garantire la Sovranità Digitale del nostro Paese, in accordo con le normative europee, tutelando cittadini e imprese”, ha detto Butti, ricordando che si tratta della “la prerogativa di non esporre una nazione ai rischi che il digitale, con le sue straordinarie opportunità, può comunque determinare”. “Le politiche di settore in tutti i Paesi europei sono improntate a questo principio. Alcuni di essi, come la Francia, hanno adottato misure così stringenti da imporre il controllo francese a tutte le società a cui sono affidati servizi di pubblica utilità o di interesse pubblico che prevedano il trattamento di dati strategici della nazione” aggiunge.

5G: Butti, ‘su limiti emissioni opportuno quadro unico Ue’

In tema di 5G le società di telecomunicazioni chiedono da tempo un innalzamento dei limiti elettromagnetici ai valori medi europei: con il limite di 6V/m (6 Volt/metro) quello dell’Italia è il valore più basso in Europa. Lo ricorda il sottosegretario alla Presidenza con delega all’Innovazione Alessio Butti in audizione alla Camera secondo il quale va posto quindi il problema “se l’Europa non debba avere una visione unitaria del problema, definendo un quadro di limiti unici per l’intero territorio della Ue”.

Nel sottolineare che “il problema concreto è come coniugare assieme esigenze di tutela della salute, evoluzione tecnologica e uniformità dei quadri di riferimento a livello europeo. Noi pensiamo – ha detto – che questo innalzamento potrebbe favorire lo sviluppo di servizi radiomobili con una densità inferiore di antenne sul territorio”. “Occorre però valutare con grande attenzione tutte le conseguenze” ha concluso Butti, aggiungendo che “Per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologia 5G da parte delle Pubblica Amministrazione, al momento sono in corso analisi relative allo sviluppo di servizi innovativi 5G nelle amministrazioni pubbliche, in aree dove potrebbe esserci collaborazione con operatori privati, tramite progetti in settori verticali (trasporti, turismo, manifattura e industria, energia, sanita’ e benessere, agricoltura, sicurezza)”. Per lo sviluppo dei Verticals potrebbero essere usati, almeno in parte, i residui delle gare Pnrr, pari a 1,5 miliardi di euro.

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