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PSN, Butti: “Serve un cloud federato, con le migliori in-house pubbliche”

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L’annuncio del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione al convegno di Assinter: “Per il Polo Strategico Nazionale ci sarà discontinuità, coinvolgeremo le migliori in-house pubbliche regionali, le PMI e le Università”. Baldoni (ACN): “Modello federato? Va benissimo. Vogliamo finanziare la nascita di tecnologie nazionali con le più sviluppate in-house pubbliche”.

Il Polo Strategico Nazionale (PSN) con una nuova “gamba”, un nuovo asset, made in Italy, su cui contare soprattutto per i dati della Sanità. È il “cloud federato” gestito dalle migliori in-house regionali pubbliche, selezionate dal Dipartimento per la trasformazione digitale insieme all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).

È questo il nuovo piano annunciato da Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione. 

L’attuale Polo Strategico Nazionale”, disegnato dal precedente Governo, “ha escluso le in-house pubbliche regionali, le società italiane specializzate in cloud e le Università. Con noi ci sarà discontinuità. Serve un cloud federato per il Polo Strategico Nazionale, ne ho già parlato con Roberto Baldoni, direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN): ci si può lavorare con le migliori in-house pubbliche regionali. E speriamo di lasciarne fuori davvero poche”. Questo l’annuncio del Sottosegretario Butti nel corso del convegno organizzato da Assinter dal titolo “Le in-house ICT pubbliche patrimonio tecnologico del Paese e protagoniste dell’innovazione della PA. Per un digital made in Italy”, presso il Senato della Repubblica

Guardando in sala ai rappresentati delle in-house regionali pubbliche, Butti ha aggiunto: “qui c’è qualità e metteremo a disposizione importanti risorse economiche, ma per progetti di grande rilevanza strategica per il Paese”.

Al posto di escludere, ha continuato il Sottosegretario, “dobbiamo aggregare le in-house, le società italiane specializzate in cloud e le università, perché se non lo facciamo ora, a breve perderemo la capacità di essere competitivi come Paese nel settore tecnologico”. 

In molti non considerano questo quando criticano il “campanilismo digitale”, ma se come Italia perdiamo la capacità di processare i dati e la capacità di cloud computing passa completamente nelle mani di Google, Microsoft, Oracle e Amazon, ecc…, allora perderemo il controllo sull’economia del Paese!

Baldoni (ACN): “Modello federato? Va benissimo. Vogliamo finanziare la nascita di tecnologie nazionali anche con le più sviluppate in-house pubbliche

L’idea del Sottosegretario Butti di dar vita a un modello federato con le migliori in-house pubbliche, PMI e Università trova sostegno nel direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).

Modello federato? Va benissimo. Ma dobbiamo cercare di capire come e dove realmente possiamo aiutare il Paese”, ha detto Roberto Baldoni, nel corso dello stesso convegno.

“È fondamentale mantenere il patrimonio italiano delle competenze e dobbiamo immaginare la scalabilità del cloud in futuro anche con le in-house regionali”, ha spiegato il capo dell’ACN.

“La seconda missione dell’ACN”, ha aggiunto Baldoni, “è sviluppare tecnologie nazionali attraverso partnership pubblico-privato. E vogliamo farlo anche con le più sviluppate in-house per realizzare tecnologie made in Italy, che possiamo finanziare come Agenzia cyber nazionale”. Infatti, di recente, l’ACN ha pubblicato il piano per sostenere le tecnologie cyber italiane ed è previsto anche la realizzazione del Cyber Innovation Network in cui dar vita a start-up in grado di valorizzare la data science, la robotica, la blockchain, l’intelligenza artificiale, l’Internet of things, la computazione quantistica e la crittografia. 

Infine, Baldoni ha invitato tutte le Regioni sia a creare una “rete di coordinamento e di condivisione delle informazioni sugli incidenti cyber” per mitigare il rischio di attacchi informatici sia a stipulare accordi con l’Agenzia cyber per avviare corsi in cybersecurity post-diploma di 2 anni, come già fatto con Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria e Puglia.

Diego Antonini, Presidente Assinter: “Vogliamo convivere con il PSN, ma vogliamo un mutuo scambio dei dati con il Governo centrale”

Vogliamo convivere con il Polo Strategico Nazionale, che sarà scelto da alcune PA e da altre no, ma vogliamo uno interscambio paritetico dei dati con il governo centrale per erogare sempre meglio i servizi digitali ai cittadini”, è stato l’appello al Governo da parte di Diego Antonini, Presidente Assinter, organizzatrice del convegno, l’associazione che raggruppa gran parte delle in-house regionali pubbliche. 

Inoltre, Informatica Alto Adige, Lepida, Pasubio Tecnologia e Trentino Digitale sono raggruppate nel ‘Cerchio Ict’.

“Le in-house sono un patrimonio del Paese e andavano valorizzate nel PSN”, ha detto il promotore del convegno Marco Lombardo, senatore di Azione-Italia Viva. “La sfida del digitale”, ha aggiunto “riguarda l’economia e la competizione passa per il digital made in Italy”. “La discontinuità rispetto alla precedente legislatura”, ha concluso il senatore Lombardo, “è nella valorizzazione delle in-house. E la sovranità digitale si decide nelle sedi europee. Avere una strategia nazionale ed europea sulla sicurezza dei dati nei cloud è sinonimo sia della capacità concorrenziale sia di evitare attacchi cyber che possono mettere a rischio la sicurezza nazionale”.