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Pec, in Italia attivate 14 milioni di caselle. Il 64% sono Aruba. Ora il salto in Europa

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Una costante crescita che è anche frutto delle novità strutturali che hanno coinvolto la Pec, ormai pronta all’imminente interoperabilità europea. Tutto pronto per la Pec Ue, tramite cui sarà possibile certificare non solo l’identità di chi possiede un indirizzo PEC in Italia, ma di chiunque risieda all’interno dell’Unione.

Aruba spinge la crescita della Pec in Italia

Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia per l’Italia Digitale, relativi al bimestre maggio-giugno 2022, nel nostro Paese sono state attivate 14,4 milioni di caselle di posta elettronica certificata (Pec), in crescita dell’8% su base annuale. Di queste, quasi 9 milioni sono state attivate da Aruba (il 64% circa del totale).

Il suo utilizzo nel nostro Paese è andato aumentando, perché è aumentata la comunicazione tra cittadini e Pubblica Amministrazione e tra questi e le imprese, soprattutto tramite piattaforme digitali: dalle comunicazioni di lavoro a quelle con Università, enti locali e amministrazioni pubbliche locali e centrali, per le gare d’appalto e i bandi, o per iscriversi a concorsi.

Ne è prova anche il volume complessivo di messaggi Pec scambiati: quasi 493 milioni nel bimestre preso in considerazione, il valore più alto mai registrato da AgID, equivalente a circa il 12% in più rispetto allo stesso periodo del 2021.

Un vero e proprio trend di crescita che anno dopo anno segna incrementi significativi nell’utilizzo della Pec nel nostro Paese: nel 2020 sono stati scambiati 2,26 miliardi di messaggi Pec, con una media di 6,2 milioni di messaggi Pec giornalieri; nel 2021, i messaggi scambiati sono arrivati a quota 2,5 miliardi, per oltre 6,8 milioni di messaggi Pec scambiati giornalmente.

La Pec Eu è realtà

Uno strumento in costante crescita, non solo in Italia.  La Posta elettronica certificata è infatti pronta all’imminente interoperabilità europea.

A giugno 2022 si è infatti concluso con successo il processo di definizione e pubblicazione del nuovo standard ETSI EN 319 532-4 da cui nascerà la Pec europea.

Nello specifico, si legge in una nota Aruba, “è stato evidenziato il merito e l’azione trainante dell’Italia nei tavoli di lavoro e nella definizione della REM baseline, ossia i requisiti minimi per garantire la massima interoperabilità nell’uso transfrontaliero del servizio”.

Il percorso verso l’interoperabilità europea

Dopo quasi cinque anni di confronto, i gestori Pec possono avviare ufficialmente le attività necessarie per l’evoluzione del servizio ai nuovi standard europei su mandato di AgID

Nel 2020 è stato infatti testato il corretto funzionamento della Common Service Interface, l’infrastruttura di comunicazione proposta per integrare lo standard REM (Registered Electronic Mail) e garantire l’interoperabilità tra Trust Service Provider in Europa.

L’anno successivo sono stati quindi eseguiti i test di interoperabilità sullo standard REM tra 40 soggetti, 15 paesi europei, 4 paesi extra-europei e 5 istituzioni governative.

La Pec diventa così “un sistema di recapito qualificato basato sullo standard eIDAS, per cui utilizzabile oltre i confini nazionali per lo scambio sicuro di comunicazioni dotate di valore legale”.

In questo modo, oltre all’integrità del contenuto, l’ora e la data di invio/ricezione di un messaggio, sarà possibile certificare non solo l’identità di chi possiede un indirizzo Pec in Italia, ma di chiunque risieda nell’Unione europea (Ue).

Riconoscimento dell’identità, semplicità d’utilizzo e sicurezza

Alla base di questa crescita c’è anche un’evoluzione tecnologica, dei miglioramenti dell’esperienza utente e una maggiore facilità d’utilizzo.

Da luglio 2022 Aruba consente il riconoscimento dell’identità dell’utente titolare della Pec attraverso diversi strumenti: lo SPID (Sistema Pubblico d’Identità Digitale); la firma digitale; la CIE (Carta d’Identità Elettronica); la CNS (Carta Nazionale dei Servizi) e – di recente aggiunta – tramite piattaforma DVO (il riconoscimento De Visu Online) con operatore.

Visto che si parla di identità, privacy ed integrità dei messaggi, per migliorare infine i livelli di sicurezza è stata attivata la verifica in due passaggi (2FA), cioè un’autenticazione di secondo livello che avviene tramite l’approvazione di una notifica push che l’utente riceve dopo aver inserito l’accoppiata username e password.