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PayPal, dal 2026 al via gli acquisti all’interno di ChatGPT

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PayPal ha annunciato l’integrazione con il sistema di pagamento di ChatGPT attraverso l’adozione del nuovo Agentic Commerce Protocol (ACP), un’iniziativa open source sviluppata da OpenAI per abilitare l’e-commerce direttamente all’interno delle app di AI.

PayPal ha annunciato l’integrazione con il sistema di pagamento di ChatGPT attraverso l’adozione del nuovo Agentic Commerce Protocol (ACP), un’iniziativa open source sviluppata da OpenAI per abilitare l’e-commerce direttamente all’interno delle app di AI.

In questo contesto, a partire dal 2026, gli utenti potranno finalizzare i propri acquisti direttamente tramite l’interfaccia conversazionale di ChatGPT, utilizzando il portafoglio digitale PayPal.

Il protocollo consente ai venditori di rendere disponibili i loro prodotti all’interno di applicazioni AI, aprendo così una nuova frontiera per il commercio digitale mediato da agenti intelligenti.

Il sistema sarà completato dalla funzione Instant Checkout, lanciata da OpenAI a settembre, che permette agli utenti di confermare ordini, spedizioni e pagamenti senza uscire dalla piattaforma. PayPal, oltre a gestire i pagamenti con portafogli e carte di credito, offrirà protezione per acquirenti e venditori, nonché soluzioni per eventuali controversie.

A partire dal prossimo anno, i prodotti dei commercianti che già utilizzano i servizi PayPal saranno indicizzabili su ChatGPT, partendo da categorie come moda, bellezza, elettronica e arredo, senza che sia richiesta alcuna integrazione tecnica da parte dei venditori.

L’azienda introdurrà anche una suite per il commercio agentico che consentirà ai rivenditori di visualizzare i loro cataloghi su diverse piattaforme AI, accettare pagamenti e ottenere analisi dettagliate sui comportamenti dei consumatori.

Questa mossa strategica rappresenta un passo importante per PayPal, che rafforza la propria presenza nell’ecosistema dei servizi AI, dopo aver già collaborato con Perplexity e Google nel corso del 2025. Inoltre, PayPal sta distribuendo ChatGPT a livello aziendale per i propri dipendenti, integrando strumenti come Codex per potenziare l’efficienza ingegneristica interna.

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Grokipedia di Elon Musk debutta con pagine AI copiate da Wikipedia

xAI, la società di intelligenza artificiale fondata da Elon Musk, ha ufficialmente lanciato Grokipedia, una nuova enciclopedia online che emula l’impostazione e lo stile di Wikipedia.

Presentata come una piattaforma più avanzata e migliorata rispetto al noto sito collaborativo, Grokipedia si presenta con una homepage minimalista, voci suddivise in sezioni e citazioni simili a quelle di Wikipedia, ma con l’aggiunta della dicitura secondo cui i contenuti sarebbero stati ‘verificati da Grok’—affermazione controversa, considerando la tendenza dei modelli linguistici a generare informazioni false.

Nonostante le promesse di Musk, molti articoli risultano praticamente identici alle versioni di Wikipedia, con l’etichetta ‘contenuto adattato da Wikipedia’, come evidenziato nelle pagine dedicate a MacBook Air, PlayStation 5 e Lincoln Mark VIII.

Queste somiglianze hanno suscitato reazioni critiche, in particolare dalla Wikimedia Foundation, che ha ribadito il ruolo centrale di Wikipedia come fonte di conoscenza gratuita, collaborativa e trasparente, sottolineando che anche Grokipedia sembra dipendere dal lavoro volontario e umano di Wikipedia.

Un aspetto ancora più controverso emerge nei contenuti legati a temi sensibili, come il cambiamento climatico. Mentre Wikipedia evidenzia il consenso scientifico quasi unanime sull’origine antropica del riscaldamento globale, Grokipedia offre una narrazione più ambigua, insinuando che l’allarmismo sia in parte alimentato da media e ONG attraverso una ‘strategia coordinata’ non sempre fondata su evidenze empiriche proporzionate.

Attualmente alla versione 0.1, Grokipedia conta oltre 885.000 articoli, ma solleva interrogativi su trasparenza, originalità e imparzialità. Con il suo approccio chiuso all’editing, la piattaforma si distingue nettamente dal modello collaborativo e verificabile di Wikipedia, pur sfruttandone largamente i contenuti.

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