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PA digitale nella Ue ancora a macchia di leopardo. Italia in ritardo

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C’è forte disomogeneità riguardo le performance dei singoli paesi con una ‘diagonale digitale’ che unisce i paesi più avanzati da sud-ovest a nord-est. Tutti gli altri paesi – Italia compresa – viaggiano sotto la media sia in termini di progressi che di performance.

Un nuovo studio sui servizi di eGovernment nella Ue rivela che i servizi pubblici sono sempre più accessibili online in Europa, con una disponibilità pari ormai all’81%. Tuttavia, analizzando più a fondo parametri quali la centralità dell’utente (user-centricity), la trasparenza, la mobilità transfrontaliera e, in generale, la qualità di utilizzo, si evince che la crescita è tutt’altro che uniforme e che un sostanziale numero di paesi è in ritardo.

C’è, insomma, una forte discrepanza riguardo le performance dei singoli paesi con una sorta di ‘diagonale digitale’ che unisce i paesi più avanzati da sud-ovest a nord-est e comprende: Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Germania, Austria, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia.

Tutti gli altri paesi – Italia compresa – viaggiano sotto la media sia in termini di progressi che di performance.

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I progressi vengono misurati in termini di differenza di performance tra l’ultima valutazione biennale  (2014-2015) e la prima (2012-2013) dei servizi di eGovernment.

Le prestazioni sono invece la media dei punteggi dei 4 parametri di primo livello: centralità dell’utente, trasparenza, mobilità transfrontaliera, strumenti chiave.

Centralità dell’utente

I Governi hanno fatto dei progressi in termini di disponibilità online dei servizi pubblici ma si sono concentrati molto poco sulla qualità dell’offerta dal punto di vista della fruibilità da parte degli utenti, soprattutto per quanto riguarda la facilità e la velocità d’uso.

Lo dimostra il dato secondo cui mentre il livello di disponibilità di servizi pubblici online nella Ue a 28 più Svizzera e Islanda ha raggiunto l’81% (+9 punti percentuali dal 2012-2013) e l’usabilità online l’83% (+4 punti dal 2012-2013), la facilità di utilizzo e la velocità di utilizzo di questi servizi online – così come è percepita dal cosiddetto mystery shopping – aumenta di 1 solo punto percentuale rispetto alla prima valutazione completa nel 2013.

Nella figura in basso il punteggio dell’Italia nei vari indicatori comparato alla media Ue 28+

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Trasparenza

L’indicatore di trasparenza analizza la misura in cui i governi sono trasparenti circa le proprie responsabilità e le prestazioni, il processo di erogazione dei servizi ei dati personali coinvolti. Questo parametro è aumentato di 8 punti percentuali dal 2012-2013 a livello EU28 +, raggiungendo il 56% nel 2014-2015. Tuttavia, l’attuazione di buone procedure di servizio è ancora in ritardo in gran parte dell’Europa (47% in EU28 +). La trasparenza dei dati personali si ferma al 55%. In tutta Europa i governi hanno margini di miglioramento per rendere le loro organizzazioni più trasparenti.

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Mobilità Cross Border

I servizi di eGovernment sono ancora carenti dal punto di vista del sostegno ai cittadini e alle imprese che desiderano spostarsi o operare a livello transfrontaliero. Carenze che contribuiscono a frenare la realizzazione di un mercato unico digitale inclusivo. Lo studio segnala come i servizi connessi alle imprese siano più avanzati in termini di mobilità transfrontaliera rispetto a quelli per i cittadini.

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Strumenti chiave

Questo indicatore misura la disponibilità di cinque elementi tecnici essenziali per i servizi pubblici: l’identificazione elettronica (eID), documenti elettronici (eDocuments), fonti autentiche, cassaforte elettronica (eSafe), Single Sign On (SSO).

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Il Piano d’azione Ue per l’eGovernment 2016-2020

Secondo il piano d’azione Ue per l’eGovernment 2016-2020, entro il 2020 le amministrazioni e le istituzioni pubbliche nell’Unione europea dovrebbero essere aperte, efficienti e inclusive e fornire servizi pubblici digitali end-to-end senza frontiere, personalizzati e intuitivi a tutti i cittadini e a tutte le imprese nell’UE. A questo scopo, sono state individuate tre priorità da portare avanti – Modernizzare la pubblica amministrazione con le ICT, utilizzando abilitatori digitali fondamentali; Favorire la mobilità transfrontaliera con servizi pubblici digitali interoperabili: Facilitare l’interazione digitale tra amministrazioni e cittadini/imprese per servizi pubblici di alta qualità – e 20 misure da varare entro la fine del 2017.

Tra queste:

  • istituire uno sportello digitale unico che permetta agli utenti di ottenere tutte le informazioni, l’assistenza e i servizi di risoluzione dei problemi necessari a operare in modo efficiente a livello transfrontaliero;
  • connettere tra di loro tutti i registri delle imprese e i registri fallimentari e collegarli al portale della giustizia elettronica, che diverrà uno sportello unico;
  • definire un progetto pilota con le amministrazioni per applicare il principio di “una tantum” per le imprese a livello transfrontaliero; ciò significa che le imprese dovranno fornire la documentazione alle autorità pubbliche in un solo paese dell’Unione, anche se opereranno in altri Stati membri dell’UE;
  • aiutare gli Stati membri a sviluppare servizi di sanità elettronica transfrontalieri come le prescrizioni e le cartelle cliniche elettroniche;
  • accelerare la transizione verso gli appalti elettronici, le firme elettroniche e l’attuazione del principio “una tantum” negli appalti pubblici.