Dibattito

Operatore wholesale only, perché la Ue sta meditando di abolirlo?

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Bruxelles starebbe meditando di abolire il modello di operatore wholesale only. Perché questa incoerenza della Commissione UE?

La Commissione Ue starebbe meditando di abolire il modello di operatore ‘wholesale only’. L’indiscrezione, riportata dal Sole 24 Ore e confermata anche a Key4biz da più fonti, getta un velo di preoccupazione sull’intera industry italiana delle Tlc.

La discussione sarebbe in corso a Bruxelles, anche a livello di Berec, l’organismo che rappresenta tutti i regolatori europei, nell’ambito della riforma del quadro normativo delle Tlc in preparazione e atteso entro fine anno.

Perché questa incoerenza della Commissione UE?

Resta da capire perché la Commissione, nel quadro delle semplificazioni al vaglio nella sua attività di riforma delle Telecom, stia prendendo in considerazione l’ipotesi di eliminare una fattispecie, quella di operatore wholesale only, che era stata introdotta in concomitanza con il nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche nel 2018 allo scopo di spingere e facilitare lo sviluppo della banda ultralarga in Europa e recepito in Italia.

Per anni fior di economisti, e la stessa Ue, ci hanno descritto i benefici del modello di operatore wholesale only e le magnifiche sorti e progressi della RAB e del modello Terna.

In Italia, questo modello nel mondo delle telecomunicazioni ha attecchito attraverso Open Fiber, operatore wholesale only puro. Da quando il modello, con le sue agevolazioni per gli investimenti ultrabroadband, è emerso sul mercato di certo c’è stata una spinta ad una maggior copertura. Pur con tutti i ritardi di copertura dell’Italia, il modello wholesale only ha contribuito, anche dal punto di vista della concorrenza, a diffondere la fibra nel nostro paese.

A tal punto che anche Fibercop, la società della rete nata a luglio dallo scorporo della rete Tim, ha chiesto di poter godere dello status di operatore wholesale ony, ottenendo non più tardi di pochi giorni fa il via libera dell’Agcom, per quanto non unanime. Certo, c’è da aspettare il parere dell’Agcm e della Commissione Ue. Ma finora non c’erano mai stati dubbi sulla bontà del modello.

Modello wholesale only parte integrante del mercato Tlc

Insomma, il modello wholesale ony in Italia è divenuto parte integrante dell’intera riprogrammazione degli investimenti in nuove reti ultraboradband degli ultimi anni, anche dei bandi del PNRR; e ha aperto la strada ad una concorrenza infrastrutturale, basata sul superamento del modello di operatore verticalmente integrato, come dimostra lo scorporo della rete Tim.

Senza dimenticare il massiccio lavoro di adeguamento normativo dell’Agcom, che negli ultimi anni è andato in direzione di accogliere e promuovere in toto il modello di operatore wholesale ony nelle sue analisi di mercato.

Detto questo, a cosa è dovuto, questo cambio repentino di visione da parte della Commissione Ue?
Si tratta di un semplice ‘pour parler’ oppure le intenzioni di Bruxelles sono serie e si pensa ad una abiura del modello?

Perché la Ue dovrebbe voler cambiare le carte in tavola e le regole del gioco a partita ampiamente iniziata?

Una modifica di questa portata investirebbe certamente come un tornado il mercato italiano delle Tlc.
Qual è la posizione dell’Italia al riguardo?

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