La protesta

Nuovo piano Tim, Ugliarolo (Uilcom Uil): ‘Restiamo contrari alla disintegrazione del Gruppo’

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Il Segretario Generale della Uilcom Uil Salvo Ugliarolo resta contrario al piano di disintegrazione del Gruppo Tim: 'Quale futuro per le lavoratrici e lavoratori del Gruppo TIM (circa 43.000 occupati) e chi si dovrà assumere la gestione di migliaia di esuberi'.

“Le indicazioni scaturite dall’evento odierno non ci fanno cambiare la nostra opinione in merito al “piano d’impresa – Beyond vertical integration”, dichiara il Segretario Generale della UILCOM UIL Salvo Ugliarolo, al termine della presentazione dell’Amministratore Delegato Labriola.

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“Continuiamo ad essere fortemente contrari alla “disintegrazione” del Gruppo TIM e quindi alla vendita della RETE, è un piano industriale prettamente finanziario realizzato per dare risposte agli azionisti (stranieri) di riferimento. Quello che vogliono farci passare per un grande ed evoluto piano, non è successo in nessun altro Paese – sarebbe stato più utile, viceversa, avere la capacità di rimediare agli errori del passato con scelte decisamente diverse e non con quella di spaccare la principale azienda del settore delle TLC e una tra le più importanti del Paese”, prosegue Ugliarolo.

“Oltre a consegnare la RETE a fondi stranieri – vorremmo capire il reale futuro delle lavoratrici e lavoratori del Gruppo TIM (circa 43.000 occupati) e chi si dovrà assumere la gestione di migliaia di esuberi – scandaloso il silenzio del Governo che, anche questa volta, preferisce girare la testa dall’altra parte e fare finta di non vedere il serio rischio che questa operazione porterà all’Italia – continua il sindacalista – Se poi le eccedenze di personale verranno gestite in maniera volontaria, ad esempio con l’art. 4 della legge Fornero, e senza utilizzo di alcun ammortizzatore sociale ne prendiamo atto positivamente – viceversa il Governo si prepari ad essere chiamato in causa! Per quanto ci riguarda, continueremo a vigilare affinché da tutta questa triste vicenda non siano le lavoratrici ed i lavoratori a pagare il prezzo più alto. La strada è lunga e noi faremo tutto il necessario per continuare a spiegare che ci possono essere scelte diverse per consegnare al Paese una RETE migliore ed allo stesso tempo non distruggere una grande realtà industriale come il Gruppo TIM”.