#Vorticidigitali. Google Adwords: come funziona l’algoritmo dei link sponsorizzati

di di Andrea Boscaro (Founder and Associate at The Vortex) |

Google Adwords è un potente strumento, ma non necessariamente uno strumento a buon mercato: ecco perché va conosciuto e utilizzato con attenzione e con spirito di miglioramento continuo.

#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it.
Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Italia


Google Adwords

Google Adwords è indubbiamente – soprattutto stando a guardare i conti che vengono fatti a proposito dell’advertising online – il più utilizzato degli strumenti di web-marketing nel nostro Paese, ma non sempre sono conosciute le modalità attraverso le quali questo strumento di Google funziona a tutto vantaggio degli inserzionisti, delle agenzie e dell’intera filiera digitale: ecco pertanto cinque annotazioni riferite a questo strumento.

 

L’algoritmo di Google Adwords, diversamente dalla modalità con la quale funziona l’indicizzazione organica o naturale di Google, non è la formula della Coca Cola, ma è conosciuto e raccontato in Rete dagli esponenti di Google a partire da un famoso video che Al Varian, il capo economista di Google, ha tracciato tempo fa nel raccontare come funzionano le Adwords.

 

L’algoritmo dei link sponsorizzati è dato da due formule:

 

–          La prima è il Quality Score in cui i tre fattori rilevanti sono il click-through rate dell’annuncio, la qualità della pagina di destinazione e, elemento sempre più importante, la presenza delle Estensioni quale il numero di telefono, la località geografica o i link interni al sito. Conoscere correttamente l’algoritmo di Adwords significa avere la consapevolezza che tre sono le leve che possono essere attivate nel migliorare l’ordinamento nei risultati sponsorizzati: non solo un elemento economico, ma anche un elemento creativo ed un elemento legato all’accoglienza che la pagina di destinazione dovrebbe riservare all’utente che clicchi sulla pubblicità.

 

–          Il secondo elemento da tenere in considerazione è l’opportunità di ottimizzare la campagna escludendo il Google Display Network ovvero l’insieme di siti che pubblicano link sponsorizzati di Google pur non essendo dei motori di ricerca. Il suggerimento è valido benché il Google Display Network offra ottime opportunità di profilazione: per sito, per categoria di siti, per età, per sesso e per interesse che l’utente ha espresso attraverso la sua navigazione.

 

Terzo aspetto da sottolineare è l’ultima modalità di pianificare il Google Display Network, il cosiddetto Remarketing che consente di ricontattare grazie a Google gli utenti che hanno già visitato il nostro sito. Tale opportunità è consentita in modo versatile da Google Analytics definendo che le persone da ricontattare saranno quelle che si sono iscritte alla newsletter o quelle che hanno visitato una particolare area del sito o persone che, avendo visto in particolare uno dei prodotti, potrebbero essere interessati ad una sua nuova versione.

 

Il Remarketing può essere usato anche per pubblicare un diverso annuncio pubblicitario direttamente nelle pagine di ricerca di Google nel momento in cui chi fa una ricerca, avendo già visitato il nostro sito, decide di ritornare a fare una ricerca:è il Remarketing for Search Ads.

 

Ultimo aspetto poco utilizzato è lo Strumento per le conversioni che consente di andare a monitorare le campagne, gli annunci e le parole chiave che sono state più capaci di portare una conversione come l’acquisto di un prodotto, la visita di una particolare pagina o persino una chiamata telefonica.

 

Google Adwords è un potente strumento, ma non necessariamente uno strumento a buon mercato: ecco perché va conosciuto e utilizzato con attenzione e con spirito di miglioramento continuo.