#Vorticidigitali. Analisi del quadrato semiotico dell’editoria digitale

di di Andrea Boscaro (Founder and Associate at The Vortex) |

Ovvero, come creare contenuti in grado di ‘vincere’ in un contesto dove il traffico di motori di ricerca e social media deve sempre più essere la leva di pubblicazione dei testi e del marketing editoriale digitale.

#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it.
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Italia


Editoria digitale

In attesa di uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per l’editoria digitale – il Festival del Giornalismo di Perugia che sarà, in modo piuttosto significativo sponsorizzato da Amazon – merita ricordare uno dei contributi più densi di significato pubblicati nel corso di quest’anno in merito a quest’ambito così ricco di iniziative e di cambiamenti, da Vox Ezra Klein a Now del New York Times fino ad arrivare alle sperimentazioni italiane di editori tradizionali e player nativi digitali.

 

Il quadrato semiotico pone su un diagramma cartesiano quattro dimensioni rilevanti per l’editoria digitale: sull’asse delle ordinate il continuum che ha per estremi il “long-form journalism” e il contributo breve, dalla satira di Makkox ai tweet più incisivi dei più sagaci commentatori politici e di costume. Sull’asse delle ascisse viene provocatoriamente invece distinto il tempo reale, dell’attualità giornalistica dal cosiddetto “tempo di Internet” che invece si misura sul fronte dell’indicizzazione sui motori di ricerca e sulla capacità di un contenuto di essere virale, non necessariamente in linea con i tempi delle news.

 

Scorrendo il diagramma in senso antitorario, il primo quadrante (tempo di Internet + long-form journalism) vede il protagonismo di contenuti esplicitamente pensati per Google come i glossari e i forum, i pezzi “evergreen” che mirano a sedimentarsi in Rete e pian piano ad acquisire link popularity e traffico. Wikipedia è il principale protagonista di questo quadrante.

 

Scendendo verso il basso e quindi accostando il “tempo di Internet” alla pièce breve troviamo i meme e le infografiche che puntano a raccontare un fenomeno in modo incisivo ed evocativo e che trovano il loro ambiente ideale in ambienti come Tumblr, Pinterest ed altri contesti di content curation.

 

Il quadrato semiotico prosegue poi verso l’attualità e il “tempo reale” e quando incrocia la dimensione del contenuto breve affronta la dimensione tipica di Twitter che fa della breaking news e della satira il suo principale fondamento e la sua capacità di conquistarsi audience nel mondo dei social media.

 

Ultimo quadrante (contenuto long-form + tempo reale) è su quello dominato dagli editoriali propriamente detti che però, nel momento in cui osservano il cambiamento di fruizione dei dispositivi verso la lettura su tablet e smartphone, cominciano ad avvantaggiarsi di piattaforme come Medium e Storify o delle evoluzioni tecnologiche dell’html per produrre iniziative nativamente multimediali come i reportage sull’Nsa del Guardian o il servizio che il New York Times ha dedicato all’eredità della New York dell’amministrazione Bloomberg.

 

Il quadrato semiotico di Wired termina con l’avvertenza, ad editori tradizionali e digitali, di rimanere ancorati su queste quattro tipologie non avventurandosi nella “zona morta”, una sorta di spazio centrale del diagramma dove un contenuto perde delle forza di questi quattro idealtipi e quindi non riesce a conseguire la leva per poter “vincere” in un contesto dove il traffico di motori di ricerca e social media deve sempre più essere la leva di pubblicazione dei testi e del marketing editoriale digitale.