#CashlessItalia: obiettivo ePayment, la lotta al contante per modernizzare il paese

di Paolo Anastasio |

Oggi alla Camera il workshop 'Obiettivo ePayment', organizzato da CashlessWay.com: il deputato Sergio Boccadutri, estensore della proposta di legge per promuovere la moneta elettronica, ha incontrato aziende e istituzioni.

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Contrasto all’uso del contante e diffusione di strumenti di pagamento elettronici. E’ questo l’impegno di Sergio Boccadutri, deputato di SEL, promotore della proposta di legge “Disposizioni concernenti la limitazione dell’uso del contante e la promozione dell’impiego della moneta elettronica”, assunto oggi davanti ad una vasta platea di operatori del settore in occasione del workshop “Obiettivo ePayment”, organizzato alla Camera da CashlessWay – Global Hub for ePayment Culture.  

All’evento hanno partecipato ABI, Agenzia delle Entrate, Autorità Antitrust, TIDS – Telecom Italia Digital Solutions, Poste Italiane, TI Trust Technologies,Unione Nazionale ConsumatoriENEL, TrenitaliaPricewaterhouse Coopers (PwC), Bassilichi, Jusp, Qui! Group PayBay, EdenredTAS GroupFisac-CgilHP, SIA, Vodafone,  Payleven. 

 

L’impegno di Boccadutri è portare all’attenzione dei gruppi parlamentari e del Governo le istanze delle istituzioni e delle aziende, in particolare del settore bancario e Ict, per la rapida approvazione di un quadro normativo favorevole alla diffusione di POS, ePayment e sistemi di pagamento via smartphone. Un’azione di contrasto al contante per favorire la tracciabilità dei pagamenti e dare un colpo alla cosiddetta “nerolandia”, la vasta zona grigia del sommerso e dell’evasione fiscale che attanaglia il nostro paese, nelle more di una digitalizzazione che per ora resta soltanto sulla carta.

Il workshop di questa mattina alla Camera è soltanto la prima tappa di un percorso di incontri organizzati da CashlessWay – Global Hub for ePayment Culture, Sergio Boccadutri e il mondo delle aziende, per condividere la battaglia al contante e la diffusione di strumenti di pagamento elettronici in un paese dove nove pagamenti su dieci sono conclusi in contanti.  

“La mia proposta di legge ha l’obiettivo di promuovere ogni forma di pagamento elettronico, dall’ePayment all’mPayment passando per l’adozione di POS e l’uso della carta di debito e di credito, alla quale gli Italiani sono da sempre restii – ha detto Boccadutri – per fare ciò chiedo in particolare alle aziende del settore bancario e ICT di fornire il loro contributo diretto alla bozza che ho preparato, per mettere in contatto le imprese con il Legislatore e accelerare in questa direzione”.

 

La massiccia adozione di carte di debito per pagamenti anche di piccole entità garantirebbe risparmi annui per 40 miliardi di euro, pari a 3 punti di PIL. Senza dimenticare l’enorme fardello che pesa sulle casse dell’Italia, figlio della criminalità organizzata, del sommerso e di un’evasione che è strutturale: “Secondo stime della Guardia di Finanza – aggiunge Boccadutri – il sommerso nel nostro paese raggiunge un totale di 270 miliardi di euro mentre l’evasione fiscale è a quota 170 miliardi e il conto della corruzione è di 60 miliardi all’anno. Si tratta di un danno, di un furto nei confronti del Paese, che la moneta elettronica può contribuire a contrastare con forza, in linea con i nuovi standard no cash della SEPA”.

 

La battaglia contro il contante e la diffusione della cultura del no cash è la base dell’attività di CashlessWay – Global Hub for ePayment Culture. “Siamo partiti tre anni fa, organizzando il No Cash Day, una giornata all’insegna dei pagamenti senza contante – dice Geronimo Emili, presidente di CashlessWay – L’onorevole Boccadutri si è interessato alla nostra iniziativi e abbiamo aperto con lui un dialogo serrato che si è concretizzato con la sua proposta di legge, presentata un mese fa. Il nostro obiettivo è permettere all’attività di Boccadutri di svilupparsi con il contributo di tutte le aziende interessate. CashlessWay è un hub, un facilitatore di conoscenza per promuovere l’ePayment e la lotta al contante“.

 

Gianfranco Torriero (ABI): ‘La tracciabilità non piace agli Italiani’

“Gli strumenti di ePayment in Italia sono in crescita, ma c’è una persistente resistenza alla loro adozione – ha detto Gianfranco Torriero, Direttore Centrale, Strategie e Mercato Finanziari dell’ABI In media i cittadini effettuano 200 operazioni all’anno, il dato è in crescita, ma il 92% delle preferenze va ancora al contante. C’è poi un fenomeno che sembra illogico, vale a dire l’aumento dei prelievi all’ATM, perché la dotazione di POS in Italia è sui livelli europei”.

Perché questa ritrosia ai pagamenti elettronici? “Ci sono fattori socio culturali, visto che i meno giovani usano di norma il contante. Pesa anche la minor diffusione della GDO in Italia e c’è una diffidenza strutturale nei confronti della moneta elettronica. La tracciabilità dei pagamenti non piace agli Italiani”.

 

Marco Di Capua (Agenzia delle Entrate): ‘Contante ancora gradito in Italia’

“L’eliminazione del contante serve ad eliminare l’opacità, ma in Italia il contante è gradito – ha detto Marco Di Capua, Vice Direttore dell’Agenzia delle Entrate – ad esempio, dal tabaccaio e dal benzianio puoi pagare soltanto in contanti e per paradosso il costo del contante si scarica suglia strumenti di pagamento no cash. Un tabaccaio deve venderti una stecca di sigari perché gli convenga accettare pagamenti con carta. La carta di credito e il telefonino, poi, devono funzionare in maniera diffusa altrimenti non funziona, perché il cittadino vuole certezze sul fronte della privacy e della sicurezza dei pagamenti no cash, che per aumentare la loro portata devono essere convenienti per l’utente. Per diffondere i pagamenti elettronici bisogna lavorare sulla comunicazione, sulla leva dei costi e sulla leva normativa senza per questo puntare soltanto su imposizioni ma rendendo più conveniente l’uso di uno strumento rispetto ad un altro. Molti hanno criticato il reddtometro, dicendo che è uno strumento depressivo per i consumi. Non è così”.  

 

Angela Marconato (PwC): ‘Il 32% degli italiani propenso a pagare online’

“Abbiamo condotto un’indagine su 15mila persone online e offline nel settore Corporate e Consumer – ha detto  Angela Marconato, Executive Director di Pricewaterhous Coopers (PwC), specializzata in digital transformation e cash management – Il campione italiano è costituito da un migliaio di consumatori, che desiderano muoversi liberamente nei punti vendita fisici e virtuali con sistemi di pagamento indipendenti. I consumatori italiani sno particolarmente propensi ai pagamenti mobili e vogliono pagare anche tramite la appa dei merchant. Il 32% degli italiani intervistati è propenso a concludere acquisti online, anche se il transato online non è ancora elevato per volumi”. Un problema individuato dall’indagine PwC è sono le aziende che stanno cominciando a muoversi online, senza il supporto di punti vendita fisici. “Molte di queste aziende, neofite dei pagamenti online, non hanno competenze sui procedimenti di incasso con carta – aggiunge Marconato – Per questo, riteniamo che serva l’istituzione del Payment office in queste aziende, uffici ad hoc dedicati a questo. Molte aziende non hanno la percezione del costo reale sostenuto per le transazioni elettroniche”.    

 

Marco Di Cosimo (Bassilichi): ‘L’esercente è il più scettico sul POS, va convinto’

“Bassilichi gestisce 250mila POS in Italia, pari al 18%-20% della base totale nel paese – ha detto Marco Di Cosimo, Direttore Pianificazione Strategica di Bassilichi – Dal nostro punto di vista, l’esercente deve diventare il punto nevralgico per migliorare l’uso del contante. Il nostro obiettivo è che sia l’esercente a dire al cliente ‘Guardi, è meglio se paga con la carta di credito’. Ma perché ciò avvenga, il pagamento con carta deve essere vantaggioso. Per un esercente che fattura 300mila euro all’anno, di cui 75mila euro di transato via POS, il costo totale dell’apparecchio è di 750-950 euro all’anno. Un costo accettabile, secondo noi, che peraltro anulla tutti i costi del contante legati al rischio di furti, al rischio marciapiede e al resto sbagliato. Non è vero che il contante è più vantaggioso del POS. L’esercente è il soggetto più scettico sul POS, va convinto. Credo che l’uso del contante non si possa combattere soltanto per legge, bisogna abbassare i costi dell’Interchange Fee e prevedere incentvi fiscali a vantaggio di esercenti che registrano un transato complessivo superiore al 50% in moneta elettronica. Basterebbe un intervento di 250 milioni di euro per farlo. Un altro apsetto problematico è la mancata standardizzazione di strumenti mobili di micropagamento, ci sono troppi borsellini elettronici in circolazione”. 


Massimilano Dona (Unione Nazionale Consumatori): ‘Grande interesse per il no cash, ma troppe prese in giro per i cittadini’

“I consumatori sono molto interessati ai pagamenti ‘no cash’, ma non vanno presi in giro – dice Massimilano Dona, Segretario Generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC) – Per questo dobbiamo stanare gli avversari della modernizzazione, che sono anche avversari dei consumatori. Alcuni esmepi per chiarire: quante volte vi è capitato di attendere alla fila dei taxi l’auto bianca che accetta la carta di credito? Oppure di trovarsi al ristorante che non accetta una determinata carta di credito e sentirsi dire la solita scusa, ‘il POS è rotto’? Oppure in periodo di saldi, andare alla cassa in negozio e sentirsi dire che la linea del POS è occupata? Queste sono prese in giro inammissibili per i consumatori. E ancora, per il booking online di viaggi, alcune carte di credito hanno prezzi maggiorati rispetto ad altre che sono gratis. Perché? I desiderata dei consumatori sono fondamentalmente tre: sicurezza, praticità e economicità”.

Un capitolo a parte meritano le App e gli acquisti mobili. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, il 30% degli acquisti online tramite App è indesiderato ma recedere dopo il fatidico click è un’impresa e lo si deve fare con comunicazione scritta.   

 

Stefano Calderano (Jusp): ‘Penalizzare le aziende che non usano il POS’

“Jusp è una start up specializzata in POS mobili che si agganciano a smartphone e tablet – ha detto Stefano Calderano, Ceo di Jusp – dal mio punto di vista, sarebbe utile che il decreto POS, contenuto nello Decreto Sviluppo Bis, prevedesse l’obbligo di POS per tutti i professionisti che hanno rapporti con clienti. In Italia ci sono 2 milioni di artigiani e 1,5 milioni di professionisti, categorie dove la penetrazione del POS è ferma al 2%. Inoltre, il decreto POS non prevede alcuna penalità per chi non lo utilizza, questo è un aspetto che andrebbe modificato. Un altro modo per allargare la platea degli utenti di carta sarebbe consentire il pagamento di stipendi e pensioni su carta prepagata. In altri paesi meno avanzati dell’Italia, come in Messico, Nigeria e Kenya, è già possibile”.

 

Pier Luigi Simonetta (Paybay e Qui! Group): ‘Il digitale conviene ai consumatori’

“I costi del contante sono pari a 10 miliardi di euro all’anno, 200 euro per singolo cittadino – ha detto Pier Luigi Simonetta, Ceo di Paybay e Cto di Qui! Group il vantaggio della moneta elettronica è legato all’immediatezza del pagamento e per la sua diffusione è fondamentale il ruolo dell’esercente che deve rispondere alle esigenze del consumatore. L’esperienza di acquisto si sta sempre più digitalizzando e questo processo va assecondato, anche i voucher hanno un costo notevole. PA, aziende, banche devono cambiare. Il consumatore deve capire che passando al digitale ci guadagna”.


Maurizio David Sberna (Edenred): ‘POS già usato in bar e pizzerie, rischio caos con nuovo decreto’

“Edenred è specializzata nella fornitura B2B di titoli di servizio, in particolare buoni pasto alle aziende dice Maurizio David Sberna, Public Affairs di Edenred Il nostro obiettivo è migliorare la vita ai merchant e ai dipendenti delle aziende, per la fruizione di pasti o altri servizi. Siamo detentori di una rete proprietaria di 25mila POS, accettati da bar e piccoli ristoranti. Noi gestiamo titoli di servizio (ticket restaurant) che di per sé sono uno strumento che abbatte il costo del contante. Dal nostro punto di vista, serve maggior chiarezza normativa. Già oggi, molte pizzerie usano il POS per incassare i 15 euro di una pizza e una birra. Però adesso il decreto POS fissa la soglia di 200mila euro di fatturato per l’obbligo di POS nelle aziende. Il rischio è che si disincentivi l’uso del POS nelle imprese più piccole, creando confusione”.


Walter Pinci (Bancoposta – Poste Italiane): ‘Abbattere l’Iva dell’1% sui pagamenti elettronici’

“La scarsa diffusione delle carte di pagamento è un problema culturale di cui si parla dagli anni ’80 ha detto Walter Pinci, Responsabile Sistemi Pagamento di Bancoposta – Poste Italiane – c’è un tema culturale nel nostro paese, anche se il numero di POS installati in Italia è in linea con Francia e Germania. Per quanto riguarda invece i micropagamenti, c’è un gap infrastrutturale. Per diffondere la cultura dei pagamenti elettronici, Bancoposta ha avviato una partnership con il Miur, per diffondere l’uso di PostePay fra i giovani nelle scuole. Gli smartphone aiutano, anche se i ragazzi non li usano ancora per effettuare pagamenti. Detto questo, si può sfruttare il loro rapporto viscerale con lo smartphone per diffondere i pagamenti mobili”. Negli uffici postali si concludono 550 milioni di pagamenti all’anno e da gennaio Poste Italiane hanno aperto a tutte le carte di pagamento con POS e tecnologia per bollettini, F24 e tutto il resto. I terminali NFC ready sono 45mila. C’è poi il capitolo del “postino elettronico”: i portalettere sono muniti di terminali che consentono il pagamento di bollettini a domicilio. “Il legislatore potrebbe incentivare i pagamenti cashless abbattendo l’IVA dell’1%”, chiude Pinci.  

 

Andrea Bianchi (TAS Group): ‘Divulgare cultura digitale nelle scuole’

“In Italia i pagamenti elettronici sono una realtà consolditaAndrea Bianchi, Vice President di TAS Group la tecnologia c’è e ora stiamo passando al mobile payment. Dal nostro punto di vista, per diffondere la moneta elettronica non bisogna omogeneizzare i canali di pagamento ma puntare sulla varietà: contactless, mobile, NFC, wallet. Bisogna divulgare la cultura digitale nelle scuole, ad esempio portando l’mPayment nei bar scolastici dove ad oggi sono assenti. Servono inoltre incentivi all’eCommerce”.  

 

Nicola Maiolino (Fisac-Cgil): ‘Banconote da 500 euro molto diffuse in Italia’

“Rappresento un sindacato bancariodice Nicola Maiolino, direttore Fisac-Cgildal nostro punto di vista, il contante rappresenta un rischio di cassa, rapine, truffe. Le banche si stanno muovendo per ridurre il contante, ma purtroppo continua ad essere utilizzato anche per transazioni di grande calibro. E questo succede in tutta Italia, che purtroppo è il paese con il primato delle rapine in banca. Le banconote da 500 euro sono molto diffuse in Italia, in particolare a Forlì che si trova vicino a San Marino, e nelle zone di frontiera con la Svizzera. Nel nostro paese l’economia sommersa rappresenta il 30% del PIL e il lavoro nero riguarda 4 milioni di persone. L’economia criminale fattura 170 miliardi, il sommerso 420 miliardi”. Ed è per questo che la tracciabilità è vista come il fumo negli occhi, una sorta di “Grande Fratello” e non soltanto da parte di mafiosi e criminali, ma anche dalla gente comune. “C’è una diffidenza marcata per la tracciabilità da parte di tutti, aggiunge Maiolino.  


Gianluigi De Stefano (CashlessWay): ‘Viaggio in Italia senza contanti, idea roadshow con le aziende’

“Quest’estate abbiamo organizzato un No cash Trip, un viaggio per l’Italia senza contantidice Gianluigi De Stefano di CashlessWayè stata un’iniziativa di comunicazione per diffondere la cultura no cash. Il paradosso dell’Italia è l’amore viscerale per i contanti, per il loro rumore e odore. Altri paradossi sono i mercatini che accettano la carta di credito e le grandi catene che invece non lo fanno. A Firenze abbiamo trovato un venditore senegalese che accettava la carta, mentre un negozio trafficatissimo in piazza della Signoria non ci pensava nemmeno lontanamente. Abbiamo trovato dei negozi che avevano il POS NFC senza nemmeno saperlo.Abbiamo verificato questa scarsa familiarizzazione con la tecnologia, anche se poi abbiamo trovato edicolanti che avevano il POS e lo usavano per la vendita del giornale. Un esempio conclusivo è quello dei taxi di Milano, che adesso si stanno attrezzando per accettare la carta di credito dopo la concorrenza che subiscono dal servizio Uber”. Un obiettivo di CashslessWay è quello di organizzare un grande road show per il paese, un corteo no cash con le aziende a bordo, per diffondere la cultura dell’ePayment su ampia scala.   

 

Cinzia Villani (TI Trust Technologies): ‘Identità digitale chiave di volta dell’mPayment’

“L’identità digitale è uno dei pilastri dell’Agenda Digitale, è una grande opportunità per superare le resistenze degli italiani verso i pagamenti digitali, legate soprattutto alla sicurezzaha detto Cinzia Villani di TI Trust Technologies, che si occupa dei servizi di Identità Digitale del Gruppo Telecom Italia Lavoriamo per Telecom Italia e abbiamo una community vastissima. Per quanto riguarda i pagamenti mobili, è vero che ci sono ancora problemi di fruibilità. Però è vero anche che se ti dimentichi a casa il telefonino torni a prenderlo, e questo lo fanno anche le persone anziane. Se ti dimentichi la carta di credito a casa non ci torni. Per questo bisogna puntare sull’mPayment, fornendo servizi abilitanti tramite l’identità digitale, di cui abbiamo già avviato un progetto pilota. Le tecnologie abilitanti ci sono già: NFC, tap and go sul lettore, secure storage sullo smartphone”.


Enrico Grigliatti (Trenitalia): ‘Emessi 2,7 milardi di ticket all’anno, la metà in modalità elettronica’

“Trenitalia emette ogni anno 2,7 miliardi di biglietti ferroviari, la metà dei quali in modalità elettronica dice Enrico Grigliatti, Direttore Amministrazione Controllo e Finanza di Trenitaliaogni anno registriamo 700 milioni di euro di transato via Internet, pari al 30% del totale, senza rimborsi su carta di credito. Il nostro personale di bordo è munito di 11mila POS. Il nostro problema sono i 2mila self service sul territorio, il dramma è la raccolta del contante che ammonta a 600 milioni di euro l’anno. I problemi dei self service riguardano le vandalizzazioni, noi peraltro non possiamo andare a ritirare i soldi tutti i giorni. La raccolta del contante è una macchina farraginosa, che costa tre volte tanto il transato in formato elettronico”.

Grigliatti aggiunge che Trenitalia ha realizzato la sua “piccola” agena digitale interna, che prevede il taglio degli abbonamenti cartacei e la loro sostituzione con smart card. Anche la distribuzione dei biglietti dei treni locali in 4.500 punti vendita sta per terminare, a marzo, per essere sostituita con diverse modalità di pagamento presso le ricevitorie del Lotto o i punti Sisal. Il sito internet di Trenitalia non prevede alcuna registrazione per l’acquisto dei ticket, l’obiettivo del gruppo è raggiungere il 55%-60% di vendite di biglietti online in tre anni.  

 

Francesco Caselli Musumeci (HP): ‘Al consumatore serve un HUB unico per i pagamenti elettronici’

“I pagamenti elettronici vedono tutti i player del settore tecologico coinvoltidice Francesco Caselli Musumeci, Banking Delivery Manager di Hewlett PackardSu tecnologia Hewlett Packard viaggiano i due terzi di tutte le transazioni con carta di credito a livello mondiale, con tutti i servizi a supporto della tecnologia. Un elemento che secondo noi è importante è l’informazione e la consapevolezza dei consumatori su questa modalità di pagamento. Sarebbe utile creare la possibilità di fornire aggiornamenti giornalieri sulla spesa elettronica dei consumatori. Con il contante è più facile controllare quanto si spende. Serve un Hub centralizzato a disposizione dei consumatori per controllare i pagamenti elettronici effettuati su diversi device (Interent, carte, smartphone). Inoltre, serve una tecnologia molto complessa per stanare i furti ai danni dei pagamenti elettronici”.


Marco Polissi (SIA): ‘Priorità scontrino elettronico’

“SIA è specializzata nell’implementazione di infrastrutture di pagamento elettronico in ambito monetica e fornisce piattaforme di eCommerce, mettendo in relazione banche e aziende per il pagamento di bollette e quant’altro – dice Marco Polissi, Head of Product Development di SIAsupportiamo i pagamenti mobili e il nostro obiettivo è diventare un HUB fra banche e telco per virtualizzare la carta nella SIM, allo scopo di creare un ecosistema per condividere i costi fra bance e telco. Il fine ultimo è spingere la diffusione dei micropagamenti contactless”.

Dal punto di vista normativo, Polissi individua alcune priorità: aumentare la diffusione dei POS, introdurre lo scontrino elettronico, standardizzare i sistemi di pagamento della PA, realizzare la eIdentity, disincentivare i player che puntano sugli ATM.   

 

Roberta Zurlo (Vodafone): ‘Portafoglio elettronico sulla SIM e ticket via SMS’

“Il pagamento per noi è un atto sociale e transazionaledice Roberta Zurlo, Business Development Manager Mobile Payments di Vodafone negli ultimi tempi, abbiamo ampliato i canali di pagamento, ad esempio l’Sms Ticketing per l’acquisto via messaggino del biglietto del bus, partito a Firenze, è stato esteso in 11 città. Usando il credito telefonico sulla SIM, è possibile consentire al cliente di effettuare diversi tipi di acquisto. Il portafoglio elettronico che sta sulla SIM può essere usato per il ticketing e per altri micro acquisti. Da due anni Vodafone è presente anche sul versante delle carte prepagate, con una MasterCard contactless. Ci sono 500mila carte attive in circolazione, in questo modo siamo diventati anche abilitatori di pagamenti elettronici. E’ chiaro però che vendere prodotti di pagamento non è lo stesso che vendere prodotti Tlc”.

Per il momento, il pagamento di prossimità via NFC non è ancora un mercato di massa, aggiunge Zurlo, precisando che le SIM 4G NFC di Vodafone sono state appena rilasciate sul mercato, per gestire i certificati di identità digitale. In questo settore è stato avviato un progetto pilota in collaborazione con SIA. 

 

Giovanni Vattani (ENEL): ‘Tecnologia c’è, serve scatto a livello legislativo’

“A livello di tecnologie, ci siamo, il mercato dei pagamenti elettronici è pronto ha detto Giovanni Vattani, Divisione Mercato Area Incassi di ENELquello che serve ora è un quid in più dal punto di vista legislativo. In questo senso, mancano passi in avanti significativi. Per quanto riguarda ENEL, non abbiamo più contatti con il contante; la clientela ci chiede strumenti diversi di pagamento, per questo sul sito di ENEL Energia abbiamo acceso il bottone MyBank. A Natale abbiamo lanciato nuove App, che consentono di pagare la bolletta via smartphone. E’ possibile pagare con carta di credito e con codice QR. Abbiamo attivato il pagamento con PayPal, senza darne comunicazione, e il primo giorno sono stati in 300 a pagare in questa modalità. A breve abbiamo previsto la riapertura dei pagamenti con contante agli sportelli, ma tutti saranno muniti di POS. I rimborsi saranno fatti elettronicamente”.


Alberto Adorini (Payleven): ‘Servono incentivi per gli investimenti’

“Payleven è una società specializzata in mobile POS presente in 10 paesi europeidice Alberto Adorini, Genral Manager di Payleven siamo attivi al 100% nel settore dell’mPayment e in confronto agli altri paesi sicuramente l’Italia è in ritardo. Ma gli spazi per riguadagnare terreno ci sono, puntando su quattro leve fondamentali su cui incidere: la normativa, in particolare in materia di POS e Interchange Fee; gli incentivi; la comunicazione; la standardizzazione tecnologica dei wallet. Un esempio arriva dall’Olanda, dove il Governo rimborsa il 50% dei costi per gli investimenti in sicurezza”.


Claudio Contini (TIDS): ‘Diventeremo tutti cittadini digitali, la politica ci sostenga’

“L’iniziativa di oggi supplisce al vuoto normativo in materia di pagamenti elettronici e alla macata accoglienza delle istanze del settoredice Claudio Contini, Presidente e Ceo di TIDS – Telecom Italia Digital Solutions Tutti noi siamo condannati a diventare cittadini digitali. Noi siamo sempre ospiti a casa nostra, ma credo che queste iniziative debbano essere accettate ovunque. Anche nella PA o presso gli esercenti. Dobbiamo fare massa critica ed è necessario che la politica ci sostenga con l’iter legislativo”.


Giovanni Calabrò (Antitrust): ‘Serve un indicatore del costo del POS per incentivare gli esercenti’

“L’Antitrust ha il compito di tutelare la concorrenza e il consumatore e lo fa, all’occorrenza, tramite segnalazioni al Parlamentodice Giovanni Calabrò, Direttore Generale per la Tutela del Consumatore dell’Antitrust per quanto riguarda la tracciabilità, le banche dovrebbero porre maggiore attenzione nell’attività di versamento del contante. Per quanto riguarda le commissioni all’ATM, 2 euro è una somma eccessiva. Per consentire i pagamenti di bollettini postali in banca, ad esempio, c’è voluto l’incoraggiamento dell’Antitrust. Per quanto riguarda il costo delle transazioni tramite POS, gli esercenti non sono consapevoli di quale si la spesa che sostengono. Finché non si interverrà in maniera rilevante su questo costo a monte, difficilmente si ridurrà il costo a valle. Servirebbe un indicatore sintetico del costo del POS, per incentivarne l’adozione da parte di piccoli esercenti come tabaccai e giornalai. Per quantoriguarda i pagamenti mobili, qualche caso infelice di acquisti dovuti alla pressione del tasto sbagliato del terminale c’è stato, con attivazione di servizi indesiderati. L’Antitrust vigilerà per la tutela dei consumatori in particolare dei minori”.