l'analisi

Net neutrality. Strand Consult: la FCC non legittimi Obama all’ipercontrollo del web

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Il 26 febbraio il regolatore del mercato -la FCC - voterà sulle norme che regolamenteranno internet come ‘servizio pubblico’, alimentando sempre di più il dibattito sulla net neutrality.

Giro di vite in vista sulla net neutrality. Negli USA il 26 febbraio il regolatore del mercato, la FCC, voterà sulle norme che regolamenteranno internet come ‘servizio pubblico’ , a seguito della richiesta esplicita fatta dal presidente Barack Obama nei mesi scorsi.

Il dibattito sulla net neutrality sembra ormai arrivato a una conclusione prossima, al centro rimane lo scontro tra governi e operatori tlc che non vogliono mollare la presa sul traffico internet. Da una parte, i governi richiamano ad un internet aperto e libero ma con delle regolamentazioni più rigide in maniera da poter ‘controllare’ e ‘monitorare’ gli utenti. Dall’altra, gli operatori tlc si oppongono perché queste nuove regole impedirebbero di sviluppare nuovi servizi specializzati e più costosi sul fronte della capacità di banda per i clienti disposti a pagare di più per connessioni più rapide. Una versione digitale, semplificando, del classico antagonismo tra servizio pubblico o privato.

Secondo un rapporto della società di consulenza Strand Consult, l’entrata in vigore di nuove norme sulla net neutrality “non sarà di alcun giovamento per i cittadini e gli utenti del Web”. Lo scandalo Snowden e il monitoraggio senza freni operato dalla NSA hanno messo l’amministrazione Obama in seria difficoltà. Quale tecnica migliore quindi se non quella di additare le colpe delle intrusioni nella privacy dei cittadini sugli operatori tlc e, allo stesso tempo, implementare nuove regole, che nei fatti legittimerebbero un maggiore controllo sull’internet? Questa la tesi di Strand Consult.

In pratica, ciò di cui si lamentano molti governi è la volontà degli operatori tlc di non permettere un internet libero e aperto, privo di regolamentazioni. La loro teoria cospirativa si baserebbe sulla convinzione che l’industria tlc sia mossa da un interesse finanziario che tende a porre limiti sulla fruizione dei servizi internet. Convinzione alquanto opinabile se si pensa che, in termini prettamente economici, l’industria tlc ha tutto l’interesse finanziario per estendere, massimizzare e incentivare clienti, contenuti e servizi.

Con un occhio rivolto al futuro, secondo Strand, quello che ci aspetterà come utenti internet rassomiglierà molto alla situazione odierna negli aeroporti. Con un maggior controllo, le Autorità attueranno un monitoraggio ferreo delle connessioni, e degli accessi, un po’ come per i controlli aeroportuali dove è necessario esibire un documento, vengono registrati i dati personali dei passeggeri con la meta di partenza e arrivo. Ecco, quello che potrà accadere nel mondo di Internet è la stessa cosa.

L’industria tlc, a differenza delle autorità e dei governi, non è né finanziariamente né politicamente motivata a ‘importunare’ i propri clienti. Anzi, il contrario, poiché c’è una ‘volontà marketing’ che vuole andare invece incontro alle esigenze del cliente. Tutte esigenze completamente differenti da quelle governative, che invece vogliono, come dimostra il recente passato, spiare i propri oppositori politici, carpire informazioni e ottenere dati che non potrebbero ricevere se non tramite il monitoraggio internet che auspicano.

Nonostante viviamo in un mondo complesso, tra terroristi che postano video online e fanno proselitismo a persone psicopatiche che annunciano o rivendicano sui social network i propri atti seriali, non illudiamoci che le nuove norme sulla net neutrality siano la chiave di volta per risolvere la situazione attuale.

I governi ci vogliono far credere che, nel nome di un internet più aperto e libero, serva un maggior controllo. Come dire che per contrastare l’armamento nucleare di alcuni paesi bisogna armarsi in maniera direttamente proporzionale. Niente di più falso.

Non bisogna quindi perdere di vista questo escamotage governativo, dal momento che gli USA sono convinti che questo sia il metodo migliore e ignorano che esistono altre possibilità e modalità attraverso le quali ottenere delle regolamentazioni internet più eque e bilanciate nel rispetto tra privacy e sicurezza.

A conti fatti, queste norme, se attuate in maniera definitiva, non solo estenderanno significativamente i poteri dell’Autorità, ma cambieranno radicalmente il modo in cui i servizi internet saranno regolamentati, limitando, di fatto, la libertà del cittadino.