botta e risposta

Net neutrality, la FCC a Obama: ‘No a corsie preferenziali, ma ci serve più tempo’

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Si riaccende il dibattito sulla net neutrality dopo la presa di posizione del presidente Usa. L'industria mobile: 'No a regole del secolo scorso per la banda larga mobile'.

È arrivata a stretto giro la risposta del presidente della FCC, Tom Wheeler alle dichiarazioni del Presidente Barack Obama, che ieri intervenendo sul tema della Net neutrality ha ribadito il suo impegno per un internet aperto e libero, affermando chiaramente che “non si può consentire ai fornitori di servizi internet di restringere l’accesso o di decretare vincitori e vinti del mercato dei servizi online”.

Obama ha quindi chiesto alla FCC di implementare le regole più forti possibili in difesa del principio della net neutrality: “Credo che la FCC – ha detto Obama – dovrebbe creare un nuovo set di regole per proteggere la net neutrality e assicurare che né le compagnie via cavo né gli operatori telefonici possano restringere cosa si fa o si vede online…le regole dovrebbero inoltre tenere conto del fatto che oggi sempre più persone accedono a internet da dispositivo mobile”.

Wheeler, si è detto d’accordo col presidente sul fatto che “Internet deve restare una piattaforma aperta per la libertà di espressione, l’innovazione e la crescita economica”

“Entrambi – ha aggiunto – ci opponiamo alle ‘corsie veloci’ su internet perché la rete non deve avvantaggiare qualcuno a scapito di qualcun altro. Non possiamo permettere ai fornitori di banda larga di dare priorità al traffico internet e di danneggiare consumatori, competizione e innovazione”.

L’agenzia voterà tra metà dicembre e gennaio 2015 le nuove regole sulla neutralità della rete, dopo una consultazione pubblica che ha ricevuto oltre 4 milioni di commenti. La necessità di rivedere le norme è scaturita da una sentenza con cui a gennaio il Tribunale di Washington ha accolto il ricorso di Verizon contro Netflix, bocciando le regole fissate nel 2010 dalla Federal Communications Commission. Regole volte a evitare che gli operatori tlc potessero avere un diretto controllo sulla rete, bloccando, accelerando o rallentato le connessioni internet a seconda dei loro interessi.

In base alla contestata proposta avanzata a maggio da Wheeler, quindi, i provider come Comcast, Verizon o Time Warner non possono bloccare o rallentare determinati siti o servizi per garantire che i consumatori possano accedere ai contenuti che vogliono. Allo stesso tempo, però, potranno stringere accordi con i fornitori di contenuti (come Google o Netflix) per trattare il loro traffico in maniera preferenziale (la cosiddetta paid prioritization), purché i termini di questi accordi siano ‘commercialmente ragionevoli’ per tutte le aziende interessate. La ‘ragionevolezza’ degli accordi dovrebbe essere decisa dalla FCC volta per volta.

Nella sua risposta a Obama, Wheeler è anche intervenuto sul cosiddetto approccio ‘ibrido’, proposto da alcuni parlamentari per giungere a un compromesso tra l’approccio ‘light’ chiesto dalle telco e la riclassificazione della banda larga come servizio pubblico proposta dai sostenitori dell’Open Internet (e sostenuta anche da Obama) per rafforzare le regole a salvaguardia della net neutrality.

Secondo Wheeler, entrambi gli approcci “sollevano sostanziali questioni giuridiche”. C’è bisogno quindi di più tempo per esaminarli entrambi e fare in modo che qualunque si voglia adottare “possa resistere alle azioni legali cui sarà inevitabilmente sottoposto”.

Occorre, quindi, secondo Wheeler, prendersi tutto il tempo necessario “per fare un lavoro fatto bene, una volta per tutte, per proteggere i consumatori e l’innovazione”.

Le reazioni

L’industria mobile, attraverso l’associazione CTIA, si è opposta alle affermazioni di Obama, definendo la posizione del presidente “uno sforzo per applicare la regolamentazione di una vecchia tecnologia alle telecomunicazioni moderne”.

“La CTIA e i suoi membri sono impegnati in favore dell’Open Internet ma applicare le regole del secolo scorso sul servizio pubblico all’ecosistema dinamico della banda larga mobile mette a rischio gli investimenti e l’innovazione che caratterizzano un’industria – quella mobile americana – da 196 miliardi di dollari”, ha affermato il presidente dell’associazione, Attwell Baker.

Sulla stessa linea la posizione del Vice Presidente di AT&T, Jim Cicconi, che ha definito il piano della Casa Bianca volto a regolamentare internet, “un tremendo errore che andrebbe a minare lo sviluppo e la sopravvivenza stessa di internet, nonché gli interessi nazionali”.
“La proposta – così come concepita – applicherebbe regole risalenti agli anni 30, e basate sul monopolio telefonico, a una tecnologia del ventunesimo secolo. Tutto ciò avrebbe quindi un impatto negativo, non solo sugli investimenti e l’innovazione, ma anche sull’economia del Paese. La regolamentazione attuale, snella e trasparente, ha invece finora incoraggiato livelli di investimento mai visti nell’industria e guidato un’incredibile innovazione”, ha detto Cicconi.

Per il senatore repubblicano Ted Cruz “la net neutrality è l’Obamacare di internet. La rete non dovrebbe operare alla velocità del governo”.