Ultrabroadband

Metroweb: Vodafone riapre i giochi

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Cambio di prospettive sulla vicenda Metroweb dopo le dichiarazioni dell' ad Vodafone, Aldo Bisio su un possibile coinvolgimento in condominio nella partita della fibra ottica.

“Vogliamo partecipare attraverso aumenti di capitale con una quota rilevante nel veicolo che sarà individuato, in una partnership pubblico-privato, in cui nessun operatore, né noi né altri, dovrà avere la maggioranza, e con la presenza di un soggetto “terzo”, come la Cassa depositi e prestiti, in un ruolo di guida e di garanzia”. Questa è la proposta, riportata da Repubblica, di Aldo Bisio, ad di Vodafone riguardo il controverso dossier Metroweb.

Un cambio di fronte nella vicenda Metroweb, dal momento che Vodafone rilancia l’ipotesi di una newco con la partecipazione dello Stato e aperta a tutti gli operatori per realizzare il Piano Nazionale per la banda larga, rimanendo quindi contraria alla possibilità che Telecom Italia prenda il controllo ora o in futuro della succulenta partita in fibra ottica.

“Se nessun operatore ha diritto di veto e si opera in base a un piano condiviso da tutti, stabilendo ex ante le regole per eventuali cambiamenti, la governance diventa sostenibile” aggiunge Bisio.

Un’offerta reiterata quella dell’ ad di Vodafone che potrebbe segnare un punto di svolta nel tira e molla tra Telecom e la compagnia della fibra ottica. Per parte di Vodafone quindi, l’intenzione principale è fermare il possibile, ma ormai sempre più evanescente, accordo tra Metroweb e Telecom dal momento che “sarebbe un’ulteriore concentrazione su un segmento di mercato, quello della rete fissa, già fortemente concentrato.

Per non destare possibili dubbi sulle intenzioni di Vodafone, Bisio aggiunge “abbiamo presentato una manifestazione d’interesse per la quota di F2i in Metroweb. Attendiamo di vedere il piano definitivo del Governo, e ci riserviamo di fare una valutazione più approfondita”.

La vicenda Metroweb quindi rimane ancora ferma ma non congelata come lo era stata il venerdi 20 febbraio, quando il Cda di Telecom Italia aveva espresso all’unanimità la volontà di archiviare (almeno per il momento) il dossier, decidendo così di non procedere alla firma della lettera d’intenti preliminare all’ingresso nella compagnia controllata al 53,8% dal Fondo F2i, con la restante quota del  46,2% in mano a FSI (Fondo controllato dalla Cassa depositi e Prestiti).

Il tutto ovviamente rimane legato ai contenuti dei piano sulla banda ultra larga che presumibilmente verrà presentato stasera al Consiglio dei Ministri.