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Mercato Tlc, dove vanno le telco Ue fra consolidamento e cessione di asset

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I principali trend del mercato Tlc secondo un report Credit Suisse fra cessione di asset, spinte al consolidamento e rinnovo di Commissione ed Europarlamento.

I principali trend che segneranno il 2019 del mercato europeo delle Tlc? Li ha evidenziati Credit Suisse in un report che mette in fila i potenziali sviluppi futuri per le telco, fra cui la cessione di infrastrutture da parte degli incumbent. In generale, secondo gli analisti “il mobile tornerà ad una modesta crescita, mentre il trend per gli incumbent di rete fissa è in ulteriore peggioramento”, facendo propendere l’istituto a favore del mobile rispetto al fisso, dal momento che la sostituzione del fisso sarà “un tema chiave” e accelererà ancora.

Consolidamento

Nel breve termine, secondo Credit Suisse, l’esplorazione del mercato da parte degli operatori per la vendita di quote dei loro asset nonché la possibilità di una nuova ondata di consolidamenti, dopo il caso olandese, a “condizioni ragionevoli” da parte della Commissione Ue.

Che nel settore ci sia “voglia” di consolidamento non è una novità, tanto più in vista degli ingenti investimenti previsti per la realizzazione delle nuove reti 5G. Nell’arena del mobile, quattro operatori forse sono troppi, secondo diversi osservatori e una nuova ondata di merger (se i paletti Ue saranno allentati) non è da escludere.

Nuovo Codice Ue e modello ‘wholesale only’

La nuova cornice di regole introdotta con il via libera al Nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche, che premia il ricorso a coinvestimenti e privilegia il modello di operatore ‘wholesale only’ come Open Fiber in Italia, apre la strada alla potenziale cessione di infrastrutture da parte degli incumbent.

E’ questo il caso della danese TDC, che ha già avviato il processo, ma “anche Telecom Italia sembra muoversi nella direzione di una scissione – si legge nel report – dopo l’annunciata misura (l’emendamento al Dl fiscale ndr) di voler creare una sola società della rete fissa dalla fusione della NetCo di Tim e di Open Fiber, e dopo la nomina del nuovo Ceo di Tim.

La nuova regolazione basata sul modello Rab, già applicato nel settore energetico ad esempio a Snam e Terna, potrebbe allentare i vincoli regolatori per la nuova società della rete, aggiunge il report, anche se di contro potrebbe anche diminuirne le entrate.

Vantaggi previsti da società della rete

Al di là dei molti ostacoli che ancora si frappongono al concretizzarsi di questa soluzione (la ratio della fusione, la posizione di Agcom, la normativa, il parere di Bruxelles, il timing e il quadro politico di lungo termine) “un’operazione del genere ha le potenzialità di rivalutare le azioni di TI intorno ad un euro (quasi il doppio del corso attuale) nelle giuste circostanze”.

Insomma, secondo gli analisti della banca elvetica l’operazione ‘rete unica’ potrebbe rilanciare il corso azionario dell’azienda, anche se per il momento prevale l’incertezza di una situazione di grande conflittualità fra gli stakeholder coinvolti.

Sempre sul fronte delle infrastrutture, anche la francese Sfr ha recentemente annunciato la vendita del 49,99% delle quote nel suo progetto FTTH per la copertura di 5 milioni di case, aggiungendo che potrebbe prendere in considerazione la vendita dell’impianto francese dei cavi e degli asset Ftth in Portogallo.

 

Torri

Anche Vodafone e DT dal canto loro starebbero valutando la cessione di parte dei loro asset infrastrutturali (torri). “Crediamo che anche altre telco stiano valutando se cedere quote della rete abbia senso dal punto di vista economico e strategico”, si legge nel report.

Il mercato delle torri “continuerà la sua forte crescita, trainato dall’aumento dell’uso di dati con possibili fusioni ed acquisizioni nel settore”, aggiunge Crédit Suisse.

   

Elezioni europee

Le imminenti elezioni politiche, che si terranno a maggio 2019 per eleggere la nuova Commissione e il nuovo Parlamento europeo, sono un altro momento importante per il settore delle Tlc. Un Parlamento più populista potrebbe limitare gli interventi regolatori di Bruxelles, “normalmente negativi per il settore”.

La probabile, per non dire quasi certa, dipartita di Margrethe Vestager, commissario Ue Antitrust, che con le sue decisioni ha pesato non poco sul corso azionario delle telco durante il suo mandato, potrebbe cambiare lo scenario del settore nei prossimi mesi.

5G

Per quanto riguarda il 5G, l‘Europa è indietro di un paio d’anni rispetto ad altre parti del mondo, visto che lo spettro radio è ancora in fase di assegnazione in diversi paesi (l’Italia è avanti dopo l’asta). Per quanto riguarda le prossime gare 5G in programma, la banca d’affari non vede grossi sussulti sul fronte dei prezzi in Germania e Svezia, dove l’asta è fissata nel primo semestre del 2019, mentre la gara più interessante sarà quella francese prevista per la seconda metà dell’anno prossimo.