La contesa

Mediaset, udienza a Madrid su MFE. Sentenza attesa prossima settimana

di |

La prossima settimana attesa la sentenza definitiva su MFE (MediaForEurope), il progetto di Mediaset per riunire in un’unica holding le attività italiane e spagnole in ottica di brodcaster paneuropeo.

La prossima settimana attesa la sentenza definitiva su MFE (MediaForEurope), il progetto di Mediaset per riunire in un’unica holding le attività italiane e spagnole in ottica di broadcaster paneuropeo. Anche Prosiebensat.1, l’emittente tedesca di cui il Biscione è primo socio con il 24,9%, potrebbe far parte del progetto.

Leggi anche: Mediaset, il Tribunale olandese non blocca MFE ma resta lo scoglio della Corte di Madrid

Leggi anche: Mediaset, il taglio dei costi fa volare l’utile. Progetto MFE priorità

Il Tribunale di Madrid

Il Tribunale di Madrid ha tenuto oggi l’udienza per la discussione di entrambe le richieste cautelari avanzate in Spagna da Vivendi contro le mosse di Mediaset per arrivare alla costituzione di Mfe. I legali hanno affrontato la riunificazione dei procedimenti 1625/2019 e 589/2020 promossi da Vivendi, che detiene il 28,8% di cui il 19,19% congelato nel trust SimonFid in Mediaset, contro le deliberazioni assunte dalle assemblee degli azionisti di Mediaset Espana tenutesi il 4 settembre (delibera di approvazione della fusione) e 5 febbraio scorsi (delibera di modifica dello statuto sociale che sarà adottato da Mfe).

Una decisione a breve

Una decisione è attesa abbastanza a breve, secondo fonti legali anche entro la fine della prossima settimana. Se sarà favorevole a Mediaset, il Biscione intende definire in breve la costituzione della holding con sede non fiscale in Olanda dove riunire tutte le sue attività e partecipazioni, con la nascita formale di MediaforEurope che potrebbe avvenire anche entro agosto.

Bollorè tace

Per il momento, il gruppo di Vincet Bollorè tace. Ma una sconfitta legale, come scrive Milano Finanza,potrebbe mettere la parola fine all’avventura dei francesi sul fronte dei media italiani. Non solo sul piano operativo e legale ma anche su quello finanziario, visto la perdita potenziale di 730 miliardi sugli 1,26 miliardi investiti.

C’è da dire che anche sul fronte telefonico le cose non vanno meglio per Bollorè, perché, come ricorda MF, i 3,89 miliardi investiti inizialmente in Tim, di cui è primo azionista con una quota del 23,9% – le azioni nel frattempo sono state svalutate da 1,07 euro a 0,86 euro – oggi valgono solo 1,27 miliardi, registrando una minusvalenza latente di 2,62 miliardi (1,86 miliardi post write off). Il titolo naviga intorno a 0,35 euro.