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Mediaset pronta per il satellite. Contenuti ad hoc per la banda larga

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Il lancio di un nuovo decoder, trattative in corso con telco e un’offerta pay ancora più accattivante. Mediaset ha alzato il velo sulle principali novità che riguardano Premium, come Key4biz aveva anticipato ieri, in occasione di un evento a Portofino.

Il vicepresidente e amministratore delegato dell’azienda, Pier Silvio Berlusconi, ha dichiarato oggi che il gruppo sta lavorando a un nuovo decoder “che potrà ricevere digitale terrestre, banda larga e satellite e sarà pronto a gennaio 2016″.

Al vaglio anche un “un’offerta pay sul satellite” che dovrebbe partire “a febbraio-marzo“, in grado di sfruttare anche su un’altra piattaforma l’ampio portafoglio di diritti acquisiti da Premium in esclusiva, a partire da quelli per la Champions League 2015-2018.

La politica ha fatto saltare l’accordo con Telecom Italia

Berlusconi non ha celato il proprio malcontento per la mancata partnership con Telecom Italia.

A margine della presentazione, parlando con i cronisti ha sottolineato che questa alleanza “poteva essere una grande opportunità, ma il momento è passato”. Per l’Ad, “è stata la politica a rendere poco opportuna una partnership che sarebbe stata fortissima, non solo per le due aziende, ma per tutto il Paese“.

Quanto a “Telecom Italia, secondo me – ha aggiunto – ha perso anni e occasioni per creare vantaggi ulteriori incrociando banda larga e contenuti”.

 

Trattative in corso con altre telco

 

Mediaset sta però lavorando con altri operatori tlc e non ha escluso che “a breve ci possano essere accordi commerciali con telco”.

“Sono le compagnie telefoniche che continuano a cercarci“, ha sottolineato Berlusconi, spiegando che “non si tratterà di intese basate su una banale unione di listini, quanto di offerte ad hoc per la banda larga”.

In occasione del lancio della NewCo Premium anche l’amministratore delegato della pay tv, Franco Ricci, in un’intervista a Key4biz aveva già anticipato: “Siamo corteggiati da tutti gli operatori telefonici, perché la ricchezza dei nostri contenuti esclusivi sarà il motore della crescita futura delle connessioni broadband ad alta velocità, siano esse fisse che mobili. Non nego che stiamo pensando a offerte integrate dei nostri contenuti sia con il mobile che con la rete fissa”.

Di accordi con le telco “non sentiamo una grandissima esigenza pronti via – ha continuato Berlusconi – Resta però un mio obiettivo personale non creare banali accordi commerciali, ma vere offerte triple o quadruple play, in grado di portare vantaggi visibili sia ai clienti sia alle aziende”.

Del resto, “un incrocio tra media e telco è inevitabile: se saranno le telco a ‘mangiare’ i media o viceversa, dipenderà dalla forza dei singoli mercati e aziende”.

Con Vivendi nessun rapporto a breve

Non poteva certo mancare un passaggio sulla holding francese Vivendi che da tempo guarda con interesse Mediaset Premium. Lo scorso anno la società aveva voluto vedere i conti del gruppo e a più riprese il presidente Vincent Bolloré ha ribadito l’attenzione per la pay tv italiana. Il mese scorso c’è stato anche un nuovo incontro a Parigi con Berlusconi, dopo quello di luglio ad Arcore.

Al momento le cose sembrano però aver subito un rallentamento.

Berlusconi ha commentato: “I rapporti con il gruppo Vivendi e con Bolloré sono ottimi. Ci siamo incontrati più volte per analizzare ipotesi di prospettive di sviluppo in futuro“, tuttavia “mi sembra molto difficile” che si possano concludere accordi a breve.

“Gli ambiti di possibile collaborazione – ha spiegato – sono vari, i contenuti internazionali, la pay tv non solo in Italia, i vantaggi dei possibili incroci tra contenuti e telco: le prospettive sono ampie, c’è tanta carne al fuoco”.

Vivendi – ha detto ancora Pier Silvio Berlusconi – si trova ad avere un business maturo e tantissima cassa: ha necessità di trovare nuove strade di sviluppo puntando sui contenuti. E noi sui contenuti abbiamo una certa forza”

Probabilmente i francesi stanno valutando bene le proprie mosse e, prima di poter prendere una decisione su Mediaset, faranno il loro ingresso in Telecom Italia e attenderanno di avere un quadro più preciso su Premium.

Forse settembre potrebbe riservarci delle sorprese. Vedremo.

Nessuna trattativa con Sky

Esclusa poi anche un’unione Sky-Premium: “Ad oggi è una questione che non esiste”, ha tagliato corto il vicepresidente e ad Mediaset. “Con Sky non c’è nessuna trattativa aperta. Ci sono buoni rapporti con la famiglia Murdoch, ci sono sempre stati. Non c’è altro. Siamo contenti dell’ingresso di Telefonica in Premium, ma non siamo venditori. Ad oggi uno scenario Sky-Premium non esiste”.

A chi ipotizza una rivalità soft con Sky Italia dopo i recenti incontri tra Silvio Berlusconi e Rupert Murdoch, a cui hanno partecipato lo stesso Pier Silvio e Lachlan Murdoch, il vicepresidente di Mediaset ha risposto: “Con Sky ahimè non c’è mi stata una tregua armata, ma una concorrenza spietata”.

Mediaset ha tutta l’intenzione, infatti, di passare dalla fase difensiva nella tv a pagamento alla “strategia d’attacco” verso Sky. “Oggi ci sentiamo di cambiare passo. Questa è una strategia di attacco, una sfida importante in cui crediamo” ha sottolineato il vicepresidente di Mediaset.

 

Netflix non è una minaccia

Netflix, il servizio di video streaming americano che a ottobre sbarcherà in Italia, non rappresenta un pericolo per Mediaset.

Non vediamo Netflix come un concorrente diretto: il nostro core business resta la tv generalista e gratuita, ma anche sul fronte della pay siamo sempre stati molto innovativi, come dimostra anche il lancio di Infinity un anno fa. Non ci sentiamo così minacciati dall’arrivo di Netflix”.

“La domanda – ha precisato Berlusconi – è quella che è, c’è semplicemente un player in più sul mercato”.

 

I numeri di Premium

 

Obiettivo del piano di lancio della nuova Premium, passare entro l’anno da 1,7 milioni di abbonati a 2 milioni, contando anche sui “margini di crescita del mercato“, e “rientrare entro tre anni dagli investimenti“, su tutti quello per la Champions: “Abbiamo sborsato 210 milioni all’anno per tre anni, pagando meno del 30% in meno rispetto a quanto era costata prima. Basti pensare che in Inghilterra Sky ha speso l’86% in più per la Premier League”, ha assicurato Berlusconi. A far gola, è innanzi tutto quel milione di clienti Sky tifosi di Juve, Lazio e Roma che dalla prossima stagione potranno seguire le loro squadre nell’avventura della Champions solo su Mediaset: non a caso, fino a febbraio, cioè per tutta la fase a gironi del torneo, la Juve sarà disponibile solo su Premium, quindi nell’offerta a pagamento.

Del resto, “la guerra sui contenuti di pregio è all’ultimo sangue” e “quando vai in guerra, devi combattere“, ha detto senza mezzi termini l’ad Mediaset, ribadendo che anche sulla Champions non c’è nessuna trattativa con Murdoch: “Non abbiamo mai minimamente pensato a cedere i diritti. Del resto – ha sottolineato – l’ultimo anno non ce l’hanno data e ci hanno costretto ad andare a cercare l’esclusiva”.

Berlusconi non ha indicato quanti nuovi abbonati il gruppo punta ad avere. “Per motivi legati alla concorrenza accesissima non vogliamo dare numeri relativi ai target abbonati. Comunque sarà nell’ordine delle centinaia di migliaia“, ha dichiarato.

Molto spesso – ha indicato Berlusconi – leggo cifre folli sulle presunte perdite subite da Mediaset con Premium. Visto che dalla sua nascita usa banda, giornalisti e struttura che Mediaset avrebbe comunque usato, Mediaset Premium ci è costata zero, visto che 100 milioni di costi di struttura li avremmo avuti comunque a meno di non passare al digitale o mandare via gente, cosa che non abbiamo mai voluto fare”.

Il vicepresidente e Ad di Mediaset, ha spiegato che “non è scontato che la sfida la si vinca. Il piano prevede la copertura dei costi. Il primo anno avrà obiettivo da startup. Abbiamo un bacino di utenza enorme, siamo il primo editore italiano. L’obiettivo non è fare utili ma abbonati, abbonati e abbonati. La pay tv ci interessa per fare crescere questo bacino di utenza”.

Berlusconi ha poi spiegato che oggi lo spazio per due editori pay non esiste, ma “se il mercato dovesse tornare a crescere anche il settore della pay ritornerà a crescere e lo spazio per due editori si può trovare”.

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