Banda ultralarga

Mario Rossetti (Open Fiber): ‘Aree bianche priorità, ma ritardo di 4 anni incolmabile in 6 mesi’

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La priorità di Open Fiber è colmare il ritardo di 4 anni accumulato nelle aree bianche. L'ad Mario Rossetti: 'Abbiamo spostato risorse dalle aree nere alle aree bianche” per colmare il gap di manodopera.

La priorità di Open Fiber è colmare il ritardo di 4 anni accumulato nelle aree bianche, anche se il problema della carenza di manodopera rema contro gli ambiziosi obiettivi di copertura a 1 Gigabit al secondo del paese fissati al 2026 dal Governo. Un conflitto molto complesso, messo in evidenza oggi dall’ad di Open Fiber Mario Rossetti in un incontro con la stampa a Milano per fare il punto sul piano industriale approvato il 3 dicembre. “Quando abbiamo approvato il piano industriale non c’era il progetto della rete unica. Il nostro è un piano stand alone e in competizione con Tim”, ha detto Rossetti, aggiungendo che i rapporti “sono molto buoni sia a livello personale che aziendale”, al netto delle liti legali che vedono Open Fiber richiedere risarcimenti per 2,6 miliardi di euro da Tim per concorrenza sleale (Vedi il progetto Cassiopea). Detto questo, “Come Open Fiber siamo assolutamente convinti della bontà del progetto di rete unica e che la rete unica sia qualcosa di significativo per il paese e per la digitalizzazione e la trasformazione definitiva e completa del paese”, ha proseguito Rossetti.

Primo bilancio di sei mesi

Un primo bilancio dell’attività di Open Fiber nei primi sei mesi al timone della società controllata da CDP al 60% e dal Macquarie al 40%, dopo il lancio del piano industriale il 3 dicembre scorso.  Un bilancio al netto del MoU siglato con Tim, Cdp e con i fondi Macquarie e KKR sulla rete unica, un progetto che non verrà incorporato prima di concretizzarsi (ma ci vorranno almeno 18 mesi dopo il 31 ottobre, data in cui si ipotizza la formalizzazione vincolante del memorandum). “Il tema del 31 ottobre è importante, ma non è quello a fare la differenza. Se c’è l’intenzione di arrivare alla rete unica ci si arriverà, non è un problema di tempi. Nel frattempo però c’è la data del 7 luglio, quando Tim presenterà il suo piano industriale. Quello è un fatto”. Peraltro, Rossetti ha smentito le voci secondo cui potrebbe essere lui stesso il nuovo ad della società della rete, una volta costituita.

Aree grigie

“Da quando abbiamo varato il piano industriale abbiamo vinto 8 lotti su 15 dei bandi per le aree grigie – ha detto Rossetti – ne siamo molto soddisfatti”.  Ma il focus dell’azienda è sulle aree bianche, “che sono un tema sociale”, ha detto Rossetti, che non nasconde il ritardo “importante” che l’azienda ha sulle aree a fallimento di mercato. Detto questo, Rossetti ha voluto ribadire che la fibra ottica è Open Fiber in Italia: secondo i dati Agcom, su 2,65 milioni di accessi FTTH al 31 dicembre 2021 il 68% sono su rete Open Fiber.

Il piano complessivo prevede la copertura di 24-25 mln di unità immobiliari e investimenti per oltre 15 miliardi di euro.

“Avevamo un ritardo importante fino all’anno scorso. Su questa area c’è una grande attenzione per ridurre il piu’ possibile questo svantaggio. In questa ottica si inserisce l’accordo commerciale con Tim che è stato firmato a maggio. E’ un punto importante”, ha aggiunto sottolineando che “per la fine del 2023 vedremo un avanzamento significativo per dimostrare che il tema delle aree bianche è centrale per l’azienda”.

Ad oggi sono 3.150 i comuni coperti nelle aree bianche coperti in FTTH su un totale di 6.200 del piano.

Carenza di manodopera Tlc, discussioni nel decreto flussi

Un tema molto critico quello della manodopera per realizzare la fibra nel paese, che diventerà sempre più pressante con l’apertura dei nuovi cantieri nelle aree grigie. Il fabbisogno di manodopera complessiva per la realizzazione delle nuove reti in fibra in Open Fiber è di 8-9mila persone per raddoppiare la forza lavoro sul campo.

“Stiamo discutendo con il governo la possibilità di inserire anche i lavoratori delle tlc in quello che sarà il prossimo decreto flussi”, ha detto Rossetti. “La priorità dell’azienda sono le aree bianche”, ha detto ancora sottolineando che “l’azienda è concentrata su questo. Il problema non è la mancanza di soldi o di capacità manageriale ma la mancanza di manodopera. Servono 1500 risorse per le aree bianche; 3400 per tutto il perimetro del gruppo. Ci stiamo dotando di risorse nostre per per assumere persone direttamente”. Per fare un esempio, l’ad di Open Fiber ha detto che se in passato c’erano fino a 1,2 milioni di cittadini rumeni in Italia, adesso questo numero si è ridotto di 200mila unità. La manodopera manca soprattutto nelle regioni del Nord Italia.

Rossetti: ‘Rapporto con azionisti eccellente’

“Il rapporto tra e con i due azionisti”, Cdp e Macquarie Asset Management, “è stato ed è eccellente ed è anche tra i due azionisti”, assicura Rossetti, che ha confermato i contatti con Virgin Media (ma non solo) per portare l’operatore in Italia.

Accordo con ASPI, società operativa

Ed è per questo che, a valle dell’accordo con ASPI, Open Fiber ha avviato una prima campagna di assunzioni che in una prima fase riguarderà 1.500 persone per il nuovo consorzio open Fiber Network Solutions (“se me le portate qui le assumo domani mattina”, ha detto Rossetti) da destinare da subito alle aree bianche. Prosegue inoltre il progetto con il Ministero della Giustizia di coinvolgere i detenuti nel progetto. L’azienda ha spostato “risorse dalle aree nere alle aree bianche” per chiudere il gap di risorse, ha aggiunto l’ad, aggiungendo che questo spostamento non penalizzerà gli obiettivi di copertura delle aree nere.

Per quanto riguarda l’avanzamento dei lavori nelle aree bianche, Rossetti ha detto che “nei primi sei mesi dal 3 dicembre scorso abbiamo consegnato a Infratel 538 cantieri rispetto ai 2.600 cantieri consegnati in tutto da Open Fiber”.  In altre parole, nei primi sei mesi del 2022 l’operatore wholesale only ha consegnato il 20% dei cantieri consegnati in totale in quattro anni. “E’ tanto ma non è sufficiente”, ha detto.

La società ha posato 40mila chilometri di fibra nelle aree bianche, e “per muovere tutta questa macchina ci sono voluti più di 100mila permessi”.

Alla luce dei lotti vinti nelle aree grigie, Open Fiber dovrà procedere ad aggiornare il piano industriale, un passaggio previsto entro settembre o ottobre.

Ma per Rossetti, “il tema oggi è il lavoro, la capacità di realizzare tutto anche per le aree grigie dove si prevede di chiudere tutto entro il 2026”.

Per quanto riguarda il consorzio con ASPI, “i primi cantieri apriranno la prossima settimana, Adrea Crenna (CFO di open Fiber ndr) sarà il presidente”.