la delibera

M2M: al via consultazione Agcom per accelerare lo sviluppo del mercato IoT

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Gli operatori chiedono nuove regole per poter usare numeri nazionali e stranieri sulla stessa Sim e garantire così il requisito relativo alla massima copertura previsto dai bandi nazionali per servizi M2M.

Automobili connesse per garantire la sicurezza in caso di incidenti, contatori intelligenti, SIM card installate nelle autovetture per l’accesso a internet: sono questi alcuni dei più importanti servizi machine-to-machine (M2M), al centro di una consultazione che l’Agcom ha lanciato ieri in vista della revisione di alcune previsioni del Piano nazionale di numerazione (PNN) vigente che potrebbero frenare lo sviluppo del mercato.

Obiettivo di questa consultazione è di acquisire commenti, osservazioni, elementi di informazione e documentazione concernenti la revisione del PNN, così da garantire la più ampia partecipazione di tutti player – con particolare riferimento agli operatori virtuali – allo sviluppo del mercato dell’Internet delle Cose, attraverso, ad esempio, l’utilizzo sulla stessa Sim di numerazioni nazionali e straniere per garantire il requisito relativo alla massima copertura previsto dai bandi nazionali per servizi M2M e sempre più richiesto dai fornitori che operano nell’ambito dei  servizi per le auto interconnesse e lo smart metering.

Quello delle connected car e, più nel dettaglio, i dispositivi telematici per la sicurezza installati nei veicoli costituiscono un importante ambito di sviluppo del M2M, si legge nel documento di consultazione Agcom. In Italia, come sottolineato dall’Ad di Italtel Stefano Pileri in questa intervista  ci sono più di 650 mila auto connesse mentre si stima che nel 2017 il numero di dispositivi interconnessi raggiungerà quota 140 milioni a livello globale.

Il driver principale dello sviluppo di questo mercato è il regolamento europeo detto ‘eCall’: secondo le disposizioni Ue, dal 2018 sarà obbligatorio montare a bordo delle auto prodotte nella Ue il sistema di chiamata automatica eCall. Si tratta di una Sim installata in tutte le nuove auto prodotte nella Ue, che  invia un messaggio di allarme al numero pan-europeo di emergenza stradale, il 112, in caso di incidente stradale.

A trainare il mercato delle app specifiche per il segmento automobilistico ci sono anche i nuovi modelli di business delle assicurazioni che consentono di pagare meno a fronte di un comportamento ‘virtuoso’ o di pagare in base a quanto utilizziamo l’automobile. E di pagare meno anche perché le auto sono meglio protette dai furti. E ancora, in forte crescita sono anche le applicazioni destinate all’intrattenimento e al supporto della attività svolte a bordo (come i sistemi di navigazione satellitare).

Si evince insomma, che il tema della mobilità connessa, insieme a quello della sicurezza, costituisce un elemento chiave per la propulsione dei servizi M2M e che è pertanto necessaria una regolamentazione dei servizi per creare le condizioni per lo sviluppo delle applicazioni cui i dispositivi M2M saranno destinati.

Così come è importante un intervento per regolamentare il settore dello smart metering (in Italia sono già attivi 36 milioni di contatori intelligenti), alla luce dell’obbligo, sancito dall’Autorità di settore, di l’installare misuratori elettronici in tutti i punti di del territorio nazionale.

Tra le principali istanze pervenute all’Autorità da parte di vari operatori in relazione ai servizi M2M finora citati, vi è quello dell’utilizzo di SIM con numerazioni straniere (IMSI – International Mobile Subscriber Identity) sul territorio italiano. Una misura che permetterebbe anche agli operatori virtuali di entrare e competere nel mercato M2M, laddove è necessario garantire la più ampia copertura di rete per l’erogazione continuativa del servizio.

Si legge nel documento posto a consultazione che consentendo l’utilizzo di molteplici IMSI ed in particolare di un IMSI straniero nel territorio italiano.  “…un operatore italiano (in particolare un MVNO che si avvale della copertura della rete dell’ospitante, cosiddetto mobile host operator) può fornire servizi M2M fruendo degli accordi di roaming, con gli MNO italiani, del partner estero che configura sulle SIM, integrate negli apparati per servizi M2M da usare in Italia, le proprie numerazioni IMSI estere. Ciò consente all’operatore italiano di disporre di una copertura integrale del territorio italiano”.

Soluzioni alternative quali ad esempio la stipula di accordi di roaming nazionale con gli operatori di rete, secondo i MVNO, “non sono immediatamente praticabili, per due ordini di ragioni: 1) gli operatori di rete (MNO) non si ritengono obbligati a consentire l’accesso all’operatore mobile virtuale; 2) nella maggior parte dei casi il mobile host operator (MHO) non consente al proprio ospitato, nell’ambito dell’accordo di accesso, la possibilità di acquistare la fornitura del servizio di accesso mobile da un altro operatore”.

Se quindi il regolatore non consentisse l’uso di IMSI straniere nel territorio nazionale si assisterebbe, secondo alcuni MVNO, a una discriminazione degli operatori virtuali che, al contrario degli altri operatori MNO, non possono garantire il requisito relativo alla massima copertura previsto dai bandi nazionali per servizi M2M e sempre più richiesto da fornitori che operano nell’ambito M2M.

La soluzione risiede quindi, secondo gli operatori virtuali, la tecnica “multi IMSI”, che permette la configurazione nella medesima SIM di numeri nazionali e numeri stranieri, “con l’effetto di attivare dinamiche analoghe a quelle del roaming internazionale senza bisogno di usare schede SIM straniere”.

Riguardo la fornitura di servizi ‘Internet in the car’ unitamente ad applicazione M2M, alcuni operatori hanno comunicato l’intenzione, chiedendo di essere autorizzati a sperimentazioni o di avviare le necessarie attività di adeguamento del PNN, di fornire servizi consistenti nell’abilitazione di automobili, prodotte da società non italiane e potenzialmente vendute anche in Italia, ad applicazioni di tipo M2M (Updates, Satnav, News, Apps) e accesso ad Internet. In tali applicazioni un operatore italiano, tramite la propria rete mobile, oltre a fornire il servizio di connettività verso gli access point M2M alla società produttrice delle automobili, renderebbe disponibili, riusando la stessa M2M SIM integrata nel veicolo, servizi di accesso ad Internet, fruibili nell’automobile.

La consultazione avviata ieri dall’Agcom durerà 30 giorni. Il procedimento, spiega il regolatore, dovrebbe concludersi entro 90 giorni.