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L’irresistibile ascesa delle serie Tv israeliane

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Tutto iniziò con HOMELAND, la bellissima serie americana ideata da Howard Gordon e Alex Gansa, che ha incollato per 8 stagioni e 96 episodi, milioni di spettatori di tutto il mondo, girati tra il 2011 e il 2020.

Tutto iniziò con HOMELAND, la bellissima serie americana ideata da Howard Gordon e Alex Gansa, che ha incollato per 8 stagioni e 96 episodi, milioni di spettatori di  tutto il mondo,  girati tra il 2011 e il 2020 , affascinati da Carrie MATHISON, l’agente della CIA con un importante disturbo bipolare e Nicholas BRODY il Marine creduto morto e ritrovato dopo anni di prigionia in Iraq, molto cambiato e turbato .

HOMELAND è stata trasmessa dal canale FOX di SKY dal 2012 al 2020. La serie  ci ha portato,  con azioni avvincenti,  riprese eccezionali,  complesse  descrizione dei personaggi,  nel mondo delle spie e dei servizi segreti in Medio Oriente.

Ma forse  pochi sanno che  HOMELAND si basa sulla serie orginale israeliana Hatufim (PRISONERS OF WAR)  creata da Gideon RAFF . Due stagioni per un totale di 24 episodi andati in onda tra il 2010 e il 2012 sulla rete televisiva israeliana Channel 2.  

Intuitone il potenziale, gli americani acquistarono rapidamente i diritti del format e ne realizzarono un remake molto più lungo, complesso  e articolato.

Ora tutte le stagioni di Homeland sono disponibili in streaming su STAR incluso nell’abbonamento a Disney+

A seguire  è arrivato IN TREATMENT la serie americana  HBO con David Byrne, 130 episodi prodotti tra il  2008 e il 2010 .  

Anche  IN TREATMENT è tratta da una   geniale serie israeliana: BETIPUL(2 stagioni, 80 episodi 2005/2008) , un’idea vincente realizzata a  bassi costi.

Tutto ruota intorno alla vita di uno psicoterapeuta che ha sedute 4 gg a settimana con i suoi pazienti e al 5o giorno  lui stesso si sottopone a una .

Moltissimi dialoghi, niente azione , tutto o quasi girato in interno, molte le inquadrature fisse. La scrittura  e un cast di spessore  gli  ingredienti  fondamentali.

Hegan LEVI coideatore della serie originale è uno dei produttori esecutivi della versione statunitense. E da luglio 2021,   dopo 11 anni dall’interruzione della versione precedente, è arrivata su SKY Atlantic, la quarta  serie americana con un nuovo protagonista, questa volta femminile: la dott.ssa Brooke Taylor interpretata da UZO ADUBA (Orange is the new black).

IN TREATMENT  è stato sicuramente il format israeliano più esportato .

Di grande successo anche la versione  italiana con Sergio CASTELLITTO, 3 stagioni, 105 episodi prodotti  da SKYCINEMA in collaborazione con LA7,  realizzata da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per WILDSIDE (2013/2017) e disponibili nella versione americana e quella italiana  ora su Sky Atlantic.

Netflix e la scelta vincente delle serie israeliane in lingua originale

NETFLIX, più di altre piattaforme, negli ultimi due anni ha prodotto e incluso nella sua library, un alto  numero  di serie originali  israeliane: FAUDA, SHTISEL, BLACKSPACE, UNORTHODOX, HIT AND RUN.

E lo ha fatto anche  sfidando  il preconcetto tutto italiano del doppiaggio, lasciando il prodotto o totalmente in lingua originale  Yiddish (come SHTISEL) o parzialmente (come FAUDA).

 La scelta,   forse  inizialmente dovuta a un problema di costi di doppiaggio (Shtisel non è doppiato neanche in inglese), o per cercare di testare che tipo di  mercato potessero avere questi prodotti, si è dimostrata poi vincente, dando un impulso innovativo a generi, linguaggio, ambientazione  culturale , politica e paesaggistica.

Infatti, anche se ci troviamo di fronte a prodotti di nicchia adatti a un pubblico preparato ad accogliere le novità e a non cambiare canale di fronte a una fiction  in lingua originale ebraica e non doppiata, (prodotti come SHTIEL, non potrebbero  essere trasmessi su una rete generalista, almeno non ancora) sta diventando sempre più vasto il pubblico che ha apprezzato e continua ad apprezzare questi prodotti così diversi dal nostro vissuto.

Fatto è che dopo un primo impatto di fatica a seguire una fiction in lingua originale Yiddish, pian  piano ci si abitua, anche perchè il convolgimento emotivo del plot è in genere altissimo.

Le serie israeliane su Netflix

SHTISEL ( solo lingua ebraica e sottotitoli in italiano, inglese francese e tedesco)Tre stagioni, 33 episodi da 45’  trasmessi dal Canale Israeliano Channel 1 (poi sostituito con il canale Channel 11 nel 2017)  dal 2013  e da Netflix nel 2018.

La serie segue le  vicende di Akiva, giovane e tenero,  ma un po’ troppo moderno, figlio di un rabbino in  una famiglia di ebrei ultraortodossi di Gerusalemme. Un prodotto intenso, avvolgente, pieno di umanità ma anche di una sottile ironia.

FAUDA  (in parte lingua ebraica/arabo palestinese e doppiato in italiano, francese, inglese e tedesco).

Tre stagioni 36  episodi  dal 2015 e ancora in produzione trasmesso in Israele dal 2015 sul canale Yes Oh e da dicembre 2016 su Netflix.

La serie racconta il complesso e caotico conflitto israelo-palestinese visto da entrambe le parti. Il protagonista è Doron un militare ebreo in congedo dei servizi segreti,  che rientra in servizio per catturare un pericoloso criminale palestinese. Serie action-spy  molto dura e con interpreti straordinari.

UNORTHODOX  (prima serie Netflix girata quasi interamente in lingua Yiddish doppiata in italiano, inglese, francese, tedesco). Miniserie in 4 puntate prodotto e trasmesso da Netflix nel marzo 2020.

Tratta dal libro “EX ORTODOSSA-Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche” vera storia della vita di Deborah Feldman, narra le vicende di Esty, giovane cresciuta a Brooklyn in una comunità ultraortodossa. La troviamo giovane sposa alle prese con i problemi di una cultura che umilia e relega le donne al solo ruolo di mogli e madri, e alla ricerca della sua vera identità. Struggente e a tratti quasi incredibile per la descrizione della vita delle donne nelle  comunità ultraortodosse.

BLACKSPACE ( israeliana e  lingua originale ebraico, stranamente  non doppiata in italiano ma inglese e francese ) Una stagione  (la seconda è in produzione) 8 puntate.

Serie adrenalinica che racconta la drammatica vicenda di una sanguinosa sparatoria da parte di criminali  mascherati che avviene in un Liceo di una piccola città di provincia israeliana.

Il detective Rami Davidi  intuisce che potrebbero essere proprio gli studenti gli autori della strage.

HIT AND RUN  (coproduzione Israelo/americana lingua ebraica e parzialmente doppiato in italiano, inglese, francese) un’unica stagione, 9 puntate prodotte e trasmesse da Netflix da agosto 2021.

Segue le vicende di Sergev Azulai (Lion Raz ), dopo la morte improvvisa della moglie, all’apparenza danzatrice ma in realtà   una donna piena di misteri. L’azione si svolge tra Israele e gli Stati uniti. Un thriller  action – spy  in cui ritroviamo Lion Raz il massiccio protagonista di Fauda.

QUANDO GLI EROI VOLANO (lingua originale ebraica, doppiato in italiano, francese, inglese, tedesco). Una stagione 10 episodi.

Quattro soldati israeliani, ognuno con i propri problemi, attraversano la Colombia alla ricerca di Yaeli, una donna del loro passato che credevano morta.

Da ricordare sempre su NETFLIX per gli appassionati di genere, anche se non solo di produzione israeliana CALIFFATO bellissima serie svedese prodotta da Filmlance (The Bridge) ; miniserie in 8 puntate. Un thriller mozzafiato che racconta il tema della radicalizzazione dei giovani musulmani in Nord Europa.

Sulle altre piattaforme

Da non perdere su SKY Atlantic, il bellissimo YOUR HONOR, un format israeliano di produzione americana; 1 stagione 10 puntate con Bryan Cranston  indimenticabile interprete di Breaking Bad. Storia di un giudice inflessibile alle prese con un omicidio stradale commesso dal figlio.

THE ATTACHE’ (su Prime Video ) serie israeliana  dai produttori di Shtisel, una stagione 10 episodi . In corso le riprese della  2° stagione . La storia è ambientata nel 2015 quando Avshalom musicista israeliano di successo, si trasferisce con moglie e figlia Parigi e quella che doveva essere una svolta importante della loro vita si trasforma in un incubo.

LOSING ALICE (su Apple tv)serie israeliana in 8 episodi. Un noir morboso e complesso che racconta la storia di Alice, una regista sposata ma priva ormai di stimoli, e dell’incontro con una giovane sceneggiatrice in cui viene coinvolto anche il marito.

TEHERAN (su Apple tv) serie israeliana in 8 puntate. Narra le vicende di Tamar, nata in Iran ma cresciuta in Israele, una hacker informatica che lavora per il Mossad a cui viene affidata una missione molto pericolosa.

FALSE FLAG (su Sky)serie israeliana. Due stagioni, 17 episodi (in produzione la terza stagione). E’ la storia dell’uccisione a Dubai del Maggiore di Hamas, Mahmud al Mabhul, cofondatore del gruppo islamista palestinese di Hamas  avvenuta nel 2010.

Quali gli elementi vincenti delle serie israeliane?

Sicuramente un plot originale realizzato in ambienti e atmosfere a noi inusuali che necessita però, per mantenere viva l’attenzione dello spettatore, di una scrittura solida che dedica molto spazio a linguaggi filmici di azione cari alle serie americane ed europee a cui siamo abituati.

E’ questo il caso di FAUDA dove le scene d’azione sono girate magistralmente e con ritmi mozzafiato, aiutate da un sapiente montaggio.

Non è lo stesso caso per SHTISEL dove l’azione è quasi assente, i ritmi sono lenti , la tristezza e l’ironia vanno a braccetto (la nonna del protagonista che ama Beautiful è un cult)ma dove troviamo anche una sensualità raffinata e la caratterizzazione dei personaggi di una famiglia ortodossa di Gerusalemme nel suo vissuto quotidiano che diventa ogni minuto più intenso e avvolgente.

Il ruolo della donna è un altro elemento importante e di particolare interesse e spunto di riflessione,  come nel caso di UNORTHODOX così drammaticamente diverso da quello a cui siamo abituati a vivere.

Il fascino e la complessità sociale e politica del Medio Oriente sono raccontati con linguaggi spesso crudi, senza speranza, privi di ornamento ma ricchi di una drammaticità talmente realistica che entra con forza nel nostro immaginario.

La genialità e l’innovazione è un altro elemento importante, come nel caso di IN TREATMENT, dove in un interno uno psicoterapeuta incontra ogni giorno i suoi pazienti interagendo con lo spettatore con temi spesso comuni a molti di noi. In questo caso, un voyerismo sulle problematiche psicologiche altrui.

Concludendo si può anche supporre che il lockdown abbia dato uno stimolo in più e quindi un aiuto alla scoperta di questo genere di prodotto  che, comunque, sta spopolando sia nelle versioni originali sia nei remake.