Manovra

Legge di stabilità: da rinnovo licenze d’uso frequenze incassi per 1,8 miliardi

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Secondo la bozza della manovra inviata a Bruxelles, il Tesoro prevede di incassare 1,8 miliardi di euro nel 2017 dal rinnovo delle concessioni di utilizzo delle frequenze in banda 900 e 1800 Mhz.

La manovra di bilancio conterrà un riordino del sistema delle concessioni in scadenza delle frequenze radio degli operatori mobili. E’ quanto emerge dal Draft Budgetary Plan, la bozza della manovra di bilancio 2017 inviata oggi dal Tesoro a Bruxelles e in attesa di approvazione, dove è inserito un allineamento delle scadenze dei diritti d’uso delle frequenze in banda 900 e 1800 Mhz (in scadenza il 30 giugno 2018) al 31 dicembre 2029 e il passaggio alla tecnologia 5G, “con previsione della possibilità di un pagamento anticipato forfettario”.

Secondo l’Ansa, l’incasso stimato dal Governo nel 2017 è pari allo 0,11% del Pil, ovvero a circa 1,8 miliardi.

Le frequenze in questione sono utilizzate dagli operatori italiani (Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia) per tecnologie Gsm e 3G Umts che quindi, con il pagamento di una somma anticipata forfettaria, potranno rinnovare le licenze d’uso delle frequenze per un periodo di 10 anni, fino al 2029.

La riorganizzazione dello spettro radio sui 900 e 1800 Mhz nel nostro paese arriva alla vigilia della fusione fra Wind e Tre, che a loro volta stanno negoziando la cessione di siti e risorse spettrali (con diritti d’uso in scadenza appunta nel 2018) al quarto operatore, la francese Iliad, che quindi potrà partecipare come gli altri operatori mobili con la sua quota parte al rinnovo dei diritti d’uso fino al 2029, garantendosi così dieci anni di attività in Italia.

Chiusa la partita dei rinnovi delle concessioni, in teoria entro il 2020-2021 gli operatori italiani saranno chiamati ad una nuova gara, quella per l’assegnazione delle frequenze a 700 Mhz, che l’anno scorso in Francia ha fruttato 2,8 miliardi alle casse dello Stato.

C’è da dire che in Germania l’asta per il rinnovo delle frequenze 900 e 1800 Mhz ha raggiunto l’anno scorso un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro di incassi per lo Stato, cui si deve aggiungere un miliardo per l’assegnazione dei 700 Mhz.