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La via della fibra: Enel rimanda il condominio al 2017. ‘Per quest’anno non ci sono i numeri’

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Quello che l’azienda ripropone non sembra altro che un nuovo condominio con gli OLO e le altri parti interessate. Un progetto in realtà mai decollato per l'alto tasso di litigiosità dei condomini.

“Lo sviluppo della banda larga in Italia rappresenta un’opportunità chiave” per Enel. Così l’amministratore delegato, Francesco Starace, ha ribadito stamani alla comunità finanziaria l’impegno in divenire della società elettrica nel mercato della banda larga.

Un impegno che non rientra però nel piano presentato oggi perché “non ci sono numeri” a sostegno dello sviluppo del piano: tutto insomma  è rimandato quanto meno al 2017, nonostante gli annunci dei giorni scorsi sulla creazione di una Newco ad hoc guidata da Tommaso Pompei (il manager che guidava l’operatore telefonico Wind quando era controllato proprio da Enel) e aperta a tutti gli operatori e le parti interessate.

“Probabilmente – dice infatti Starace – ci sarà un riferimento nell’aggiornamento della strategy l’anno prossimo. Comunque non ci sarà alcun impatto per il 2016″.

Il Governo italiano ha obiettivi ambiziosi sul tema dell’ultrabroadband e punta alla copertura totale della popolazione entro il 2020, ma l’Italia, ha ricordato l’Ad Enel “è ancora indietro”.

Il supporto di Enel, ritiene Starace, potrebbe essere strategico ai fini del raggiungimento degli obiettivi del Governo, ma di fatto quello che l’azienda ripropone non sembra che una nuova versione del condominio con gli OLO e le altre parti interessate (“Investiremo anche con altri per assicurare che i cavi in fibra ottica vengano portati nelle case degli italiani fino al contatore”, ha detto).

Un progetto che in precedenza aveva visto protagonista delle cronache Metroweb, più volte riproposto, ma mai andato in porto visto l’alto tasso di litigiosità dei condomini. E non pare che a oggi – a parte la voglia di ‘pax regolatoria’ dell’ad di Telecom Italia Marco Patuano, qualcosa sia cambiato rispetto alle precedenti esperienze.

Per convincere la platea della validità delle intenzioni (perché di questo ancora si tratta visto che un vero e proprio piano, evidenziato nei dettagli in termini di investimenti, obiettivi, e quant’altro non è ancora stato presentato)  Starace sottolinea che“I vantaggi in termini di costi sono tali – c’è un risparmio del 30-50% nell’utilizzo della nostra rete se paragonato con le linee telefoniche – che non vediamo alcun concorrente in grado di raggiungere il nostro potenziale di connessione”, e precisa che l’iniziativa “…porterà vantaggio agli azionisti del gruppo in termine di remunerazione” e “potrebbe essere trasferita in altri paesi”.

Ne sapremo certamente di più, comunque, quando fra due o tre mesi sarà pronto per essere presentato al mercato il business plan, attualmente in fase di messa a punto. A bordo, ha detto ancora Starace, “…ci sono tutti gli operatori tlc”, ma visto che Enel sarà proprietaria della rete e poi venderà capacità, bisognerà capire anche come si muoverà l’Agcom.

Quanto a Telecom, “saremmo felici se ci fosse, ma andremo avanti anche senza di loro” ha aggiunto Starace, sottolineando però che Enel “riuscirebbe a sopravvivere anche se Telecom decidesse di non investire per comprare in seguito la capacità“. Una sfida? Velata, certo, e coi toni del politically correct, ma chissà se Enel si muoverà davvero e in tempo per dare una scossa concreta alle acque fin troppo quiete del mercato italiano della fibra.