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Fibra ottica: al via la newco di Enel. Vodafone e Wind subito a bordo

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Enel creerà una società per azioni ad hoc per la fibra che sarà affidata all'ex Ad di Wind, Tommaso Pompei. Oggi, intanto, in CdM il DL con "misure volte a ridurre i costi dell'installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità".

Dopo mesi di speculazioni e indiscrezioni, ieri Enel ha confermato l’intenzione di utilizzare la rete elettrica gestita in Italia dalla controllata Enel Distribuzione per la realizzazione di una infrastruttura in fibra ottica che sarà accessibile a tutti gli operatori di telecomunicazioni.

Per poter avviare le attività finalizzate ad operare nel settore della fibra ottica, Enel ha quindi annunciato la costituzione di un’apposita società per azioni che sarà guidata da Tommaso Pompei, il manager che guidava l’operatore telefonico Wind quando era controllato proprio da Enel.

A bordo della newco salgono da subito Vodafone e Wind, che oggi hanno salutato con favore l’iniziativa, mentre anche Fastweb ci starebbe pensando. Il piano industriale della newco potrebbe essere svelato nel dettaglio già mercoledì prossimo a Londra.

Perchè Enel entra in partita?

I dettagli del piano non sono ancora stati rivelati ma da quello che si è appreso nelle scorse settimane, l’intenzione della società di Francesco Starace non è mai stata quella di ‘diventare operatore’, non avendo il know-how per farlo. Approfittando del progetto per il rinnovo di 33 milioni di contatori, Enel vuole portare la fibra nelle case per mettere poi il tutto a disposizione degli operatori, in linea con le disposizioni del regolatore del mercato e della Ue, e per occuparsi della manutenzione.

L’obiettivo sembrerebbe, inoltre, non tanto quello di intervenire  nei cluster C e D, ossia le aree cosiddette a fallimento di mercato, per le quali ci sono stanziamenti per circa 4 miliardi (2 miliardi sbloccati dal Cipe e altrettanti messi sul piatto dalle Regioni), ma quello di partecipare all’infrastrutturazione complessiva del Paese, in linea con il piano strategico del Governo di portare la rete a 30 Mega al 100% della popolazione entro il 2020.

Nei Cluster A e B – perlopiù di aree a forte e media urbanizzazione – il contributo di Enel potrebbe essere sinergico con le reti già esistenti e con i piani di sviluppo degli operatori di telecomunicazioni mentre per quanto riguarda i cluster C, D  dove gli operatori sono refrattari a investire per motivi di scarso ritorno economico o per difficoltà di ordine orografico – Enel potrebbe contribuire al dispiegamento dei cavi in fibra utilizzando le proprie infrastrutture ad elevata capillarità (si pensi ad esempio che per ogni cabinet stradale di rete fissa di telecomunicazioni sono presenti in media 3 cabine di distribuzione elettrica, situate in posizione molto prossima agli edifici serviti) contribuendo così  a ridurre le opere di scavo e ad abbattere i costi di implementazione della fibra.

A spingere la società elettrica ad entrare in partita, anche il fatto che dalla capillarità della banda larga di ultima generazione dipende anche la possibilità di introdurre funzionalità innovative per la gestione della rete di distribuzione (Smart Grids), quali ad esempio l’automazione evoluta della rete e la migliore integrazione delle Energie Rinnovabili, e di abilitare la fornitura di nuovi servizi di rete quali la Mobilità Energetica, le Smart cities, l’Internet of Things.

In CdM l’esame del Dl per promuovere la condivisione delle infrastrutture

Oggi, intanto, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il decreto legislativo recante “misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità”

Il decreto, che sarà sottoposto al parere delle commissioni parlamentari prima di essere approvato in via definitiva, recepisce la direttiva europa 2014/61/UE che ha come obiettivo quello di facilitare e incentivare l’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità promuovendo l’uso condiviso dell’infrastruttura fisica esistente e consentendo un dispiegamento più efficiente di infrastrutture fisiche nuove in modo da abbattere i costi dell’installazione di tali reti.

In base alla direttiva europea che il CdM, gli Stati membri si impegnano, entro gennaio 2016, a provvedere affinché ogni operatore di rete – che fornisca gas, elettricità, riscaldamento o acqua – “abbia il diritto di offrire ad imprese che forniscono o sono autorizzate a fornire reti di comunicazione elettronica l’accesso alla sua infrastruttura fisica ai fini dell’installazione di elementi di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità”.

L’asse con Vodafone e Wind

Nelle scorse settimane, l’ad di Enel, insieme a un folto gruppo di manager pubblici e privati, ha accompagnato il premier Matteo Renzi nel suo viaggio in Sud America. Nei giorni precedenti il viaggio si erano susseguite le voci su un incontro tra i due a Palazzo Chigi proprio per discutere del piano della società elettrica nella fibra ottica, dopo che dal premier si era recato l’ad di Vodafone Aldo Bisio, che successivamente si è mostrato entusiasta riguardo l’ingresso di Enel in partita.

A stretto giro, quindi, Vodafone saluta oggi con entusiasmo la conferma dell’ingresso di Enel in partita. Per l’ad della compagnia telefonica, “la costituzione di una società, aperta e accessibile a tutti gli operatori di telecomunicazioni, va nella direzione di realizzare un piano di respiro nazionale per lo sviluppo della banda ultralarga”.

“Siamo pronti a partecipare da subito a questo progetto e a collaborare con Enel  prosegue Bisio  convinti che sia una occasione unica e irripetibile per vincere la partita della digitalizzazione del Paese, valorizzare il contributo pubblico e privato, e realizzare una rete a prova di futuro”.

Dello stesso tenore le dichiarazioni, dell’ad di Wind Maximo Ibarra, per il quale l’iniziativa va nella direzione da sempre auspicata “per superare il digital divide e dotare l’Italia di una rete in fibra, in linea con le crescenti esigenze dei consumatori  e con lo sviluppo dei servizi digitali”.

“Wind – sottolinea ancora Ibarra – è pronta a collaborare da subito a questo progetto che potrà garantire le giuste condizioni di parità di accesso per gli operatori, indispensabili per una sana concorrenza e per lo sviluppo di un mercato ancor più competitivo”.

Per la fibra ottica, è la volta buona?

“A prescindere da Enel credo che la banda larga sia un obiettivo strategico per questo Paese”, aveva detto a suo tempo il presidente dell’Enel, Patrizia Grieco, interpellata sul coinvolgimento della società elettrica nel piano per la banda ultralarga, in piena sintonia col premier Matteo Renzi, che su Twitter scriveva: “La BandaUltraLarga è obiettivo strategico. Non tocca a Governo fare piani industriali.Ma porteremo il futuro presto e ovunque #lavoltabuona“.

E’ vero i piani industriali sono prerogativa delle aziende.

Ma i piani industriali delle aziende vengono studiati in funzione delle politiche industriali dei Governi.

E l’Italia, come è a tutti noto, è da 15 anni priva di una politica industriale sulle telecomunicazioni.