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La CIE per minori vìola il GDPR? Garante Privacy: “Aggiungere ‘genitore’ accanto alle voci padre e madre”

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Per la seconda volta il Garante Privacy chiede al ministero dell’Interno di aggiungere alla locuzione già presente di “padre” e “madre, quella di “genitore” nella composizione: “padre/ genitore e madre/genitore”. Ad oggi la Carta d’identità elettronica vìola l’art. 5, par. 1, lett. d del Regolamento sul principio di esattezza dei dati personali.

“Cognome e nome del padre e cognome e nome della madre o di chi ne fa le veci”. Per chi ne fa richiestaè scritto questo sul retro delle carte d’identità elettroniche (CIE) erogate ai minori di 14 anni in Italia (vedi immagine). E quando siamo in presenza di chi esercita la responsabilità genitoriale?

La non conformità al GDPR della CIE

Questa scelta semantica da parte del ministero dell’Interno non è pienamente conforme al GDPR, in particolare la CIE non è rispetta l’art. 5, par. 1, lett. d del Regolamento europeo perché non consente “l’esattezza dei dati personali”. Così il Garante Privacy fa notare al Viminale, per la seconda volta – lo aveva fatto già il 25 marzo 2021 – questa grave violazione e chiede, di nuovo, all’Interno, guidato da Luciana Lamorgese, di aggiungere alla locuzione già presente di “padre” e “madre, quella di “genitore” nella composizione: “padre/ genitore e madre/genitore”.

Perché questa decisione del Garante Privacy?

La corretta rappresentazione del ruolo svolto dal soggetto richiedente l’emissione della CIE per il minore – afferma il Garante – è infatti funzionale all’osservanza del principio di esattezza dei dati del Regolamento europeo, in relazione ai casi in cui:

  • i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale non siano esattamente riconducibili alla figura paterna o materna (ad es., minore affidato non al padre e alla madre biologici ma a coloro i quali esercitino la responsabilità genitoriale a seguito di trascrizione di atto di nascita formato all’estero, sentenza di adozione in casi particolari o riconoscimento di provvedimento di adozione pronunciato all’estero). 

Sì condizionato alla CIE anche agli italiani all’estero

L’indicazione del Garante è contenuta in questo parere con cui l’Autorità esprime un “sì condizionato” all’emissione della CIE anche agli italiani all’estero da parte dei Comuni, ma solo se viene aggiunta la parola ‘genitore’ a quella di ‘padre’ e ‘madre’.

Ovviamente, il ministero dell’Interno deve fare lo stesso anche per le CIE erogate ai minori under 14 in Italia.  

Nel 2018, quando il Garante Privacy disse no a sostituire il riferimento ai “genitori” con quello al “padre” e alla “madre”

Nel 2018, con Matteo Salvini ministro dell’Interno, sempre il Garante Privacy disse no a sostituire il riferimento ai “genitori” con quello al “padre” e alla “madre”. Ecco perché con la spiegazione dell’allora presidente dell’Autorità, Antonello Soro: ‘Ciò che ha espresso il Garante, quindi, non è affatto un’obiezione generale – tantomeno ideologica – alle nozioni di ‘padre’ e ‘madre’: soltanto l’esigenza di non definire in tal modo chi padre o madre non sia, ma eserciti comunque la responsabilità genitoriale su di un minore, secondo quanto previsto dall’ordinamento’.

Chi scrive ha tra le mani una CIE erogata nel 2019 a un minore di 14 anni e sul retro si legge: “Cognome e nome dei genitori o di chi ne fa le veci”.

Questa dicitura quando e perché è stata cambiata dal ministero dell’Interno in “Cognome e nome del padre e cognome e nome della madre o di chi ne fa le veci”?