Il RAPPORTO

Italia leader del riciclo in Europa con 16 miliardi risparmiati grazie all’economia circolare

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L'Italia si posiziona al secondo posto in Europa, dopo i Paesi Bassi, mantenendo il primato tra le principali potenze europee. Tuttavia, mentre da un lato aumenta la produttività delle risorse, con un miglioramento del 20% rispetto al 2019, dall’altro la dipendenza dalle importazioni di materiali rimane elevata (48%).

L’Italia si conferma tra i leader europei dell’economia circolare, non solo per impatto ambientale ma anche per ritorno industriale. Secondo il Rapporto 2025 sull’economia circolare, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con ENEA, il nostro Paese ha già risparmiato circa 16,4 miliardi di euro grazie allo sviluppo del settore negli ultimi anni.

Nonostante alcune criticità strutturali, l’Italia mantiene il secondo posto in Europa, subito dopo i Paesi Bassi, confermandosi prima tra le grandi economie dell’Unione. Il report fotografa un sistema efficiente e in crescita, dove la produttività delle risorse è aumentata del 20% rispetto al 2019. Tuttavia, resta alta la dipendenza dalle importazioni: nel 2023 il nostro fabbisogno di materiali coperto dall’estero ha raggiunto il 48%, contro una media UE del 22%.

Tra innovazione e sfide strutturali

Il valore delle importazioni è cresciuto del 34% in cinque anni, passando da 424 a quasi 569 miliardi di euro. Un trend che, secondo il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, riflette una debolezza storica dell’Italia legata alla scarsa disponibilità di materie prime. Ma è proprio questa fragilità a spingerci verso modelli produttivi sempre più efficienti e sostenibili, facendoci emergere come leader globali nel riciclo.

Verso un’industria più autonoma e sostenibile

Il Rapporto evidenzia l’urgenza di accelerare la transizione circolare puntando su eco-design, uso di materie prime seconde e innovazione nei processi produttivi. L’obiettivo è costruire un’industria resiliente e autonoma, in grado di ridurre gli scarti, aumentare la produttività energetica e rafforzare la competitività del Made in Italy.

Non mancano i benefici ambientali: secondo la Commissione UE, l’adozione diffusa di modelli circolari potrebbe generare un risparmio energetico annuo di 45 miliardi di euro nei 27 Paesi membri.

Le biotecnologie circolari come chiave strategica

“La dipendenza dall’import di materiali è oltre il doppio della media europea – spiega Claudia Brunori, direttrice del dipartimento ENEA per la Sostenibilità e il Cambiamento Climatico – ed è fondamentale agire subito, puntando su biotecnologie circolari e innovazione di prodotto per garantire un approvvigionamento sicuro, sostenibile e strategico”.

Tra le applicazioni più promettenti: la valorizzazione degli scarti organici per produrre biomateriali, biocarburanti e biomolecole ad alto valore aggiunto, e tecnologie per la decontaminazione ambientale e il restauro.

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