Il Rapporto

Infrastrutture green urbane, spesa globale a 978 miliardi di dollari entro il 2030

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Foreste urbane, giardini, parchi, copertura di tetti e mura di edifici con le piante, aree pedonali e tanta tecnologica per fare in modo che il verde migliori la qualità della nostra vita in città, mitighi gli impatti degli eventi meteo più estremi e offra nuove prospettive di crescita economica più sostenibile.

Il Rapporto sulle infrastrutture green urbane nel mondo

Gli investimenti in infrastrutture verdi urbane, a livello globale, cresceranno del 60% circa tra il 2022 ed il 2030, passando dagli attuali 606 miliardi di dollari ai 978 miliardi di dollari attesi per la fine del decennio.

È quanto stimato dal nuovo Rapporto di ABI Research, dal titolo “Green Urban Infrastructure”, incentrato sulla promozione, la diffusione e i vantaggi di parchi cittadini, foreste urbane, laghi e sentieri d’acqua nell’area urbana, ma anche giardini sui tetti e mura di edifici tappezzate di erba e piante, senza dimenticare le aree pedonali anch’esse arredate con alberi e vegetazione in appositi corridoi verdi.

Il vantaggio più importante delle infrastrutture verdi urbane è la loro capacità di rendere le città più resilienti all’impatto dei cambiamenti climatici, in termini di mitigazione degli effetti peggiori delle inondazioni, di riduzione dell’effetto isole di calore, di contrasto alla siccità e altri disastri naturali che incombono ormai sulle nostre città“, ha spiegato Dominique Bonte, VP End Markets and Verticals di ABI Research.

Il verde insomma come arma per affrontare i cambiamenti climatici, i fenomeni meteo estremi e le ricadute sulla salute umana, animale e ambientale, senza dimenticare l’inevitabile impatto economico e sociale.

I progetti green in città

Le infrastrutture green offrono diversi vantaggi per un’amministrazione pubblica e le aziende che sono attive in una determinata area metropolitana, tra cui: efficaci strumenti naturali per la decarbonizzazione dell’economia e il raggiungimento degli obiettivi zero emissioni e di circolarità urbana; ottimi risultati nel miglioramento della qualità dell’aria e nella riduzione dell’inquinamento acustico; aumento della biodiversità all’interno dell’ecosistema urbano; netto miglioramento della qualità della vita degli abitanti in termini di salute e benessere mentale; concreto impatto positivo sulla crescita economica del territorio.

Alcuni esempi di progetti di infrastrutturazione verde in grandi città sono gli Champs Elysee per le Olimpiadi del 2024 di Parigi, con un budget di 250 milioni di euro, o il progetto da 8 miliardi di euro per la riqualificazione dell’ex aeroporto internazionale di Atene, ora abbandonato, nel futuro “Metropolitan Park and Coastal Front”.

Il Report cita anche il mega progetto per la smart region di Neom, a cui si affianca la Saudi Green Iniziative da 187 miliardi di dollari, o il Nuevo Norte Urban Forest di Madrid, il Green Infrastructure Plan di Melbourne, il Benchakitti Forest Park di Bangkok e il Green New Deal di Boston.

Dai gemelli digitali all’IA

A livello tecnologico, la trasformazione digitale offre valide soluzioni per progettare, modellare, pianificare, simulare e infine realizzare infrastrutture green, come ad esempio lo strumento “Digital Twins”, o dei gemelli digitali.

A questa soluzione si può affiancare quella della raccolta delle informazioni sul numero di alberi presenti in città e altre risorse naturali da mappare tramite i sistemi di scansione Lidar terrestri e aerei, spesso da integrare nel lavoro di rilevazione satellitare.

Spazio anche all’impiego dell’intelligenza artificiale e le sue capacità di monitoraggio attivo del patrimonio verde urbano e di sviluppare stime sempre più attendibili sulla resilienza di queste infrastrutture verdi alla prova del tempo e degli eventi atmosferici e meteo avversi.

Tecnologie diverse che fatte lavorare assieme generano un flusso di dati continuo che ci consente nell’immediato di comprendere il funzionamento delle isole di calore, di individuare le fasce di popolazione più sensibili e vulnerabili agli eventi estremi (ad esempio alle ondate di calore prolungate), di progettare le superfici ricoperte di vegetazione e di calcolare il potenziale di raccolta delle acque piovane da tetti e terrazzamenti (per far fronte ai lunghi periodi di siccità o alla scarsità di riserve idriche), di programmare il corretto deflusso delle acque (in caso di eventi alluvionali).