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Il Pnrr e gli effetti sull’economia americana

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La commessa pubblica del Cloud della PA avvantaggia i provider americani. L’Italia nel dar vita al polo strategico nazionale  dovrebbe pensare alle PMI italiane.

L’Italia è impegnata nell’attuazione del piano di ripresa e resilienza ed uno dei capitoli più importanti riguarda la digitalizzazione della PA. In particolare la migrazione dei dati e la loro messa in sicurezza è un grande tema posto dal ministro della transizione digitale Vittorio Colao che ha sempre demarcato il confine tra una situazione attuale di PA “colabrodo” ed un futuro roseo fatto di quattro enormi data center protetti dagli attacchi cibernetici. La realtà ci sta mostrando come l’ambizioso piano abbia grandi interrogativi davanti.

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Pnrr grande debito per la spesa pubblica

Il PNRR è un grande debito che l’Italia ha contratto in termini di spesa pubblica per accelerare l’economia colpita dall’evento pandemico. La presunzione giuridica dell’uso del denaro pubblico è legittimata dalla normativa sugli aiuti di Stato e quel sistema di riforme che l’Italia ha promesso per avviare un meccanismo capace di ridarci indietro tutti i soldi investiti, con gli interessi. 

La dottrina economica parla proprio di “spillover effect”, ossia esternalità positive dell’investimento. Nel caso del cloud computing la commessa pubblica riveste un ruolo fondamentale per avere tanti benefici attesi e previsti. Il volano del PNRR ad esempio, dovrebbe portare grandi benefici per lo sviluppo tecnologico di economie locali. Di conseguenza il Polo Strategico Nazionale dovrebbe apportare un aumento della sicurezza cibernetica ed un incremento delle competenze nazionali nel settore tecnologico e sicuritario. Come spilover effects, saranno attesi benefici anche per gli operatori privati che useranno le infrastrutture create con i soldi pubblici e che ospitano i dati della PA.

Psn e Cloud provider americani

Perché allora ci sono dubbi? Perché il Polo Strategico Nazionale accelerato dal PNRR andrà con ogni probabilità ad essere realizzato – nella parte tecnologica – da cloud provider statunitensi, segnatamente Google, Microsoft e Oracle che si sono uniti in partnership con operatori locali di telefonia come TIM o di sicurezza come Leonardo. Ecco, il punto è proprio questo.

Quali sono le ricadute sull’economia delle aziende italiane e sulle competenze nazionali quando i fondi del PNRR vanno a retribuire servizi cloud sviluppati all’estero? I nostri responsabili politici dovrebbero avere grande attenzione a questo tema specialmente adesso. Prova ne sia che negli Stati Uniti la Corte ha impedito che la commessa pubblica per il Cloud della Difesa andasse solo a Microsoft discriminando tutti gli altri fornitori. Adesso le agenzie federali americane si avvalgono di più di 200 fornitori diversi di servizi cloud, ed il 30% di questi fornitori sono piccole imprese.

La legislazione americana ha dei punti di contatto con quella europea su finalità e obiettivi e modi di raggiungerli. L’Italia dovrebbe raccogliere questa sfida, e nel dar vita al polo strategico nazionale  avere la massima considerazione delle piccole e medie imprese italiane. Investire con loro in forma di partenariato pubblico-privato aiuterebbe queste aziende a far crescere il loro business, ad assumere nuovi lavoratori specializzati, ed a far crescere le competenze locali.