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‘Il geoblocking non è la priorità’. Intervista a Paolo Marzano (Comitato Consultivo Diritto d’Autore)

paolo marzano

La riforma del diritto d’autore è uno degli argomenti caldi della Strategia Ue per la realizzazione del Mercano Unico Digitale. Diversi gli argomenti all’attenzione della Commissione Juncker, del Vicepresidente Andrus Ansip e del Commissario responsabile per l’Economia digitale Günther Oettinger.

Obiettivo: rilanciare l’audiovisivo, con occhio attento all’esplosione dei servizi on-demand, alle questioni legate a geoblocking, cross border access e portability, pirateria e alle nuove sfide provenienti dai player del web.

Gli argomenti sono stati al centro della tavola rotonda che si è tenuta nei giorni scorsi al Festival di Venezia sul Digital Single Market con le conclusioni affidate al Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli.

Per approfondire alcuni aspetti centrali abbiamo intervistato Paolo Marzano, Partner, Legance Avvocati Associati e Presidente del Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d’Autore, su Digital Single Market e Geoblocking, che era presente all’evento.

 

 

Key4biz. Partiamo dal documento della Commissione sul Digital Single Market, che ne pensa?

Paolo Marzano. Credo sia un buon documento, per diverse ragioni. Anzitutto, rispetto a quanto lasciava presagire il famoso questionario diffuso a gennaio di quest’anno dalla Commissione in tema di ammodernamento della Direttiva 29/2001, mi pare scongiurato il rischio di uno stravolgimento delle norme comunitarie in tema di copyright. L’impianto rimane lo stesso, forse alcune cose saranno cambiate. Inoltre, mi pare che la linea italo-francese, portata avanti con grande impegno dal Ministro Franceschini, sia stata adottata dalla Commissione: se si rivede la Direttiva Copyright, occorre anche rivedere la disciplina sulle esenzioni alla responsabilità online nel settore del copyright, come poste dalla Direttiva eCommerce, e quelle relativa alla difesa giudiziaria del copyright, oggi poste dalla Direttiva Enforcement.

Key4biz. Torneremo su online liability ed enforcement a breve; intanto, cosa dire del geoblocking, del cross border access e della portability. Vanno cambiate le norme?

 

Paolo Marzano. Sono tre riflessi, in ambiente digitale (ma anche in tema di trasmissioni satellitari) del principio di territorialità: i diritti d’autore, infatti, hanno una portata territorialmente limitata dai confini dello Stato UE in cui opera un produttore, un editore, l’autore stesso. Spostandosi di paese in paese, cambiano le norme in materia di diritto d’autore. Queste, infatti, sono state armonizzate, ma non sono identiche ovunque. La Commissione vuole aumentare il livello di armonizzazione, ma credo sbaglierebbe se, nel far ciò, decidesse di eliminare od in qualche modo comprimere il principio di territorialità. Questo è infatti un beneficio per chi produce cultura, ma anche per chi la consuma. E’ noto infatti che, ad esempio i produttori cinematografici, sfruttano la territorialità per rendere più efficiente la raccolta di finanziamenti necessari alla produzione delle proprie opere, attraverso la cd. pre-sale, che avviene di paese in paese, dei propri diritti. Ma grazie alla territorialità è possibile scegliere in quali mercati distribuire prima i propri prodotti, scandire temporalmente la loro commercializzazione, tenere conto delle differenze linguistiche, perfino climatiche.

Key4biz. E dal punto di vista dei consumatori?

Paolo Marzano. Della territorialità beneficiano anche i consumatori: a mercati diversi, infatti, corrispondono anche prezzi diversi. Un dato direi da tenere in considerazione, soprattutto in un momento di crisi economica vissuto in maniera più o meno intensa in tutti i Paesi UE: non escludiamo dall’accesso alla cultura i cittadini UE più in difficoltà. Mi sembra allora che colga nel segno l’espressione usata proprio a Venezia dal Sottosegretario On. Giacomelli: territorialità significa valorizzazione delle differenze che esistono tra i cittadini dei Paesi UE. L’idea che l’Unione europea sia un mercato unico è semplicistica, quanto riduttiva; deve essere piuttosto un unico soggetto istituzionale che deve avere una sola voce, per massimizzarne tante.  In questo senso è stato molto utile e costruttivo il convegno di Venezia organizzato da The European Producers Club (EPC), la Direzione Generale Cinema – MiBACT, la Biennale di Venezia e ANICA. Momenti come questi, dopo anche l’incontro pubblico organizzato a giugno da UNIVIDEO, servono a far dialogare le Istituzioni e l’Industria al fine di trovare una sintesi.

Key4biz. Non c’è dunque alcuna azione da intraprendere?

Paolo Marzano. No, affatto. E’ che non sono del tutto convinto che debbano essere cambiate le norme di diritto d’autore su questo aspetto: non a caso i Commissari Ansip ed Oettinger hanno parlato di condotte ‘ingiustificate’ di geoblocking. Ed in tal senso credo abbia ragione il Presidente dell’ANICA, Riccardo Tozzi, quando esorta la Commissione a verificare i nodi che si creano a livello di distribuzione territoriale, allorquando si fa incetta di diritti d’autore e poi però non si prosegua con la diffusione presso il pubblico delle opere che si controllano. Una cosa è il diritto, altro è il suo, eventualmente distorto, esercizio. Per il resto, credetemi, il diritto d’autore spinge sempre alla diffusione delle opere presso il pubblico. La parola ‘pubblico’ è presente in tutti i diritti patrimoniali d’autore: distribuire, comunicare, rappresentare ed eseguire. Tutto è presso il pubblico. Non temete, il diritto d’autore non impedisce, favorisce, l’accesso del pubblico alla cultura; anzi, lo impone.

Key4biz. Quanto alle altre linee d’azione, online liability ed enforcement, quali passi andrebbero intrapresi?

 

Paolo Marzano. Sono lieto che la Commissione si prepari a verificare anche la tenuta delle norme in materia di responsabilità online. Non dimentichiamoci, infatti, che le esenzioni previste dalla Direttiva eCommerce nel lontano anno 2000 erano volte a preservare la crescita degli allora neonati service providers. Ma non vi è dubbio che in questi anni i providers siano cresciuti e pasciuti, troppo spesso adottando business models che nulla hanno a che fare con quella ‘estraneità’ o ‘passività’ (rispetto alle condotte illecite poste in essere dagli utenti della rete) che giustificava l’esenzione da responsabilità. Altro che esenzione da responsabilità, è ormai divenuta la più grande eccezione ai diritti patrimoniali d’autore mai concepita nella storia.

 

Key4biz. Per concludere, sull’enforcement?

Paolo Marzano. Mi pare necessario agire anche su questo piano. Non sono tuttavia sicuro che il follow the money approach citato dalla Commissione sia l’unico tipo d’intervento: soprattutto nell’arco dell’ultimo quinquennio diversi tribunali europei hanno adottato provvedimenti di site blocking che si sono dimostrati assai utili. Ci vorrebbe, io credo, una procedura di fast track per disporre a livello UE il site blocking nei casi di pirateria massiva. Guardate il caso italiano costituito dal Regolamento AgCom: agile, semplice, rapido. Già la settimana scorsa Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della FAPAV, ricordava quante volte il settore dell’audiovisivo abbia fatto ricorso, con successo, a tale strumento.

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