Il webinar

I nuovi dati FAPAV/Ipsos sulla pirateria in Italia: strategie e obiettivi dell’industria audiovisiva nel contrasto all’illegalità

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Pirateria audiovisiva ai livelli pre-Covid, ma aumenta quella sugli eventi sportivi live e cresce il pubblico delle IPTV illegali. Al webinar FAPAV/Ipsos i nuovi dati sul fenomeno ad un anno dal primo lockdown, con gli effetti sul settore audiovisivo e le strategie per la ripartenza. Gli interventi sull’argomento dei rappresentanti dell’industria audiovisiva, delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine impegnate contro i criminali online.

Migliorano i dati sulla pirateria audiovisiva in Italia nell’ultimo anno, secondo il nuovo focus speciale FAPAV/Ipsos presentato in un live webinar dalla Casa del Cinema di Roma. Per un trend positivo che si apre, però, se ne conferma qualche altro di segno contrario.

Da un lato si riducono fortemente sia gli atti di pirateria audiovisiva, sia l’incidenza complessiva del fenomeno criminale, dall’altra invece aumentano i casi di pirateria di eventi sportivi live e il numero di utenti delle IPTV illegali.

Se nel primo periodo di lockdown (marzo-aprile 2020) si è avuto l’incredibile numero di 243 milioni di atti di pirateria nel nostro Paese, nello stesso periodo del 2021 il dato è sceso a 57 milioni, a testimonianza di un evento grave ma circoscritto, determinato dall’eccezionalità dell’emergenza sanitaria.

Resta però il dato molto preoccupante dell’incremento di pubblico delle IPTV pirata e dell’interesse dei gruppi criminali per la trasmissione di programmi ed eventi live sportivi senza autorizzazione, in violazione delle leggi sul copyright.

Rispetto delle regole per contrastare la pirateria, così riparte l’industria dell’audiovisivo

Come ha spiegato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, nell’introduzione al webinar: “Quanto emerso conferma l’eccezionalità del primo lockdown in termini di consumi illeciti ed evidenzia la necessità di sostenere al massimo l’industria audiovisiva in questa fase di ripartenza, con l’obiettivo di rafforzare le azioni di tutela, per garantire una solida base di regole certe a sostegno dell’intera filiera. L’industria audiovisiva ha in quest’ultimo anno attuato nuovi e sempre più innovativi modelli di business per ampliare l’offerta legale. Di fronte a questo scenario, non è più rinviabile la collaborazione fattiva di tutti i soggetti che operano sul web a vario titolo e che devono essere responsabilizzati al fine che si possa operare in un ambiente digitale che sia realmente competitivo per chi investe nella produzione e distribuzione dei contenuti audiovisivi”.

La rimozione tempestiva dei contenuti illegali rappresenta un aspetto cruciale per il contrasto agli illeciti ed è determinante sia per le nuove produzioni cinematografiche e seriali sia per i contenuti sportivi live. Riuscire a creare le condizioni per intervenire entro i 30 minuti dalla messa online del contenuto illecito rappresenta la sfida principale nel campo della tutela dei contenuti”, ha affermato Bagnoli Rossi.

Occorre tutelare l’industria, i suoi lavoratori e tutte le maestranze, anche attraverso progetti e campagne di sensibilizzazione utili a far comprendere il valore del settore e della sua filiera. In questa direzione FAPAV sta realizzando un’iniziativa di comunicazione intitolata “We Are Stories”, per promuovere l’importanza dell’industria dei contenuti e dedicata in particolar modo al pubblico più giovane e a tutti coloro che sognano e desiderano lavorare nel settore audiovisivo”, ha aggiunto Federico Bagnoli Rossi di FAPAV.

“Durante la pandemia le attività di contrasto ed enforcement non si sono mai fermate – ha precisato il Segretario Generale della Federazione – e, nonostante le difficoltà anche logistiche causate dall’emergenza sanitaria, sono state portate avanti con successo numerose azioni sia dalle Autorità competenti, a cui va il nostro ringraziamento, sia da alcuni nostri Associati, tra cui ad esempio la Lega Serie A, sempre in prima linea nelle attività di tutela e sensibilizzazione nei confronti del pubblico. Sempre nell’ottica di rafforzare le collaborazioni, siamo lieti inoltre di annunciare l’ingresso della Federazione in OPTIME, Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica”.

La nuova frontiera del cybercrime-as-a-Service (CaaS)

Una pirateria che è aumentata in concomitanza con l’emergere negli anni del cybercrime internazionale. “E’ a causa di questo fenomeno e della sua evoluzione in “Cybercrime as a Service” o CaaS che i piccoli gruppi di criminali sparsi per il mondo hanno avuto modo di proliferare così rapidamente e capillarmente, con forte incremento di operatori di servizi pirata a livello globale a disposizione di chi è disposto a pagare per raggiungere i propri obiettivi illeciti”, ha detto nel suo keynote speech Stan McCoy, Presidente MPA EMEA.

Portare avanti le indagini è lavoro lungo e costoso per le forze dell’ordine e le associazioni di categoria che si battono ogni giorno contro i gruppi di criminali che operano online”, ha aggiunto McCoy, “per questo è fondamentale promuovere azioni di deterrenza, sia per colpire la pirateria nel suo insieme, sia per scoraggiare chi vuole iniziare questo percorso di illeciti e criminalità”.

C’è una proliferazione di atti di pirateria che è strettamente legata al fenomeno del CaaS”, ha spiegato ancora il Presidente MPA EMEA, che ha precisato: “Si tratta di un servizio vero e proprio rivolto a clienti finali, che rende più facile offrire servizi illeciti a livello mondiale, abbassando le barriere tecnologiche e presentando un’attività criminale come un servizio di consulenza qualsiasi on demand”.

In questo modo, sostanzialmente, se si vuole intraprendere la carriera del criminale sul web basta chiedere a questi professionisti della pirateria come fare per offrire illecitamente contenuti protetti da copyright, con quali strumenti e soluzioni tecnologiche più adatte, con l’offerta di kit completi di siti web, applicazioni mobili, chat, messaggistica varia e pagine social.

Si tratta di un fenomeno che sta alla base di grandi attacchi informatici sferrati in questi ultimi mesi, come ad esempio quello ransomware all’infrastruttura Colonial Pipeline, presentandosi come nuova forza operativa sull’orizzonte della pirateria online. In tal modo, anche i meno scaltri tra i pirati troveranno il modo di monetizzare al meglio le loro attività”, ha affermato McCoy.

Come nel caso della piattaforma Moonwalk, poi fatta rimuovere delle autorità competenti grazie all’intervento dell’Alliance for Creativity and Entertainment, ACE, e MPA, per ogni servizio di pirateria offerto in modalità CaaS c’è sempre una libreria completa di contenuti illeciti già pronti all’uso”, ha proseguito McCoy.

Stesso discorso per una IPTV illegale, “i pirati offrono anche una dashboard che rende più facile la gestione dei contenuti e dei servizi connessi, grazie anche all’utilizzo di software dedicati che consentono di rendere tutto e subito profittevole”, ha dichiarato il Presidente MPA EMEA.

Oltre agli strumenti tecnologici, bisogna anche aggiungere veri e propri motori di ricerca, come Ololo, che forniscono risultati incorporati nel proprio sito web per la riproduzione dei contenuti pirata, con raccolta collegamenti di hosting video. Il sito è stato disattivato il 30 ottobre 2020 grazie all’intervento di ACE.

Fondamentale, per cambiare lo scenario, tra gli altri strumenti utilizzabili, è l’approccio KYBC, o Know Your Business Customer, che andrebbe esteso a tutti gli intermediari e non solo ai marketplace: “Grazie a questo strumento è possibile ottenere la responsabilizzazione di tutti i soggetti che operano sul web e rafforzare il contrasto all’anonimato di chi agisce illegalmente su internet”, ha sottolineato McCoy.

I dati del focus speciale sulla pirateria in Italia ad un anno dal lockdown

Successivamente, Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia, ha presentato i nuovi dati sul focus speciale dedicato alla pirateria audiovisiva in Italia ad un anno dal lockdown del marzo-aprile 2020.

Gli italiani guardano al futuro con crescente ottimismo: il sentiment generale è tornato ai livelli di due anni fa e oltre un italiano su quattro intravede prospettive economiche positive nei prossimi 6 mesi”, ha dichiarato Pagnoncelli.

La ricerca di quest’anno evidenzia che anche a livello culturale c’è voglia di tornare alla normalità pre-pandemica e ricominciare a ‘vivere’ il cinema in prima persona, ma d’altro canto – ha aggiunto Pagnoncelli – la pandemia appare aver lasciato anche alcune buone abitudini casalinghe: quasi un terzo degli italiani ha sottoscritto nell’ultimo anno (dall’inizio della pandemia) almeno un abbonamento (legale) a servizi audiovisivi. Al contrario, sul fronte dell’illegalità, dopo la fortissima crescita degli atti illeciti di pirateria audiovisiva rilevata durante il lockdown dello scorso anno, la situazione tende a tornare ai livelli pre-pandemici”.

Dando un’occhiata ai numeri del focus, nell’ultimo anno l’incidenza complessiva della pirateria si è attestata al 38%, in linea con i dati pre-pandemia del 2019 (37%). In calo invece il numero di atti illeciti, inferiore rispetto ad un bimestre medio del 2019, che passano da 69 a 57 milioni.

L’aumento esponenziale, registrato nel periodo di piena pandemia e coincidente con il primo lockdown, è da considerarsi a tutti gli effetti un fenomeno circoscritto, influenzato dall’eccezionalità del momento. Oggi si registra quindi un nuovo trend, legato all’incremento di domanda di offerta legale di contenuti audiovisivi online.

Il calo (di incidenza e numero di atti) riguarda soprattutto pirateria fisica e indiretta, mentre quella digitale è in crescita del 4% rispetto al 2019, si registra solo una flessione nelle sue componenti di download e streaming, ma non IPTV.

In ripresa, invece, la pirateria di eventi sportivi live dopo lo stop forzato del lockdown (14% negli ultimi 12 mesi, in aumento rispetto al 10% del 2019).

I film restano il contenuto più piratato (25% vs 31%) seguiti dalle serie/fiction (20% vs 23%).

In aumento anche il numero di persone che ha utilizzato almeno una volta le IPTV illecite (21% negli ultimi 12 mesi vs 19% durante il primo lockdown): si tratta di quasi 11 milioni di italiani di cui circa 2 milioni hanno dichiarato di possedere un abbonamento.

Ancora bassa la percezione relativa l’illiceità di queste piattaforme: solo il 37% ha piena coscienza di commettere un reato. Il 30% degli intervistati ha sottoscritto nell’ultimo anno un nuovo abbonamento a piattaforme legali di contenuti audiovisivi e il 39% ha dichiarato di voler tornare al cinema al più presto.

La tavola rotonda

Sul tema della pirateria online e sul futuro del settore, le mosse da compiere e soprattutto sui numeri prodotti dall’indagine FAPAV/Ipsos, si sono poi confrontati, nella tavola rotonda moderata da Stefania Pinna, giornalista di Sky TG24, i rappresentanti del mondo dell’industria audiovisiva, delle associazioni di categoria, delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni.

Bisogna saper spiegare ai più giovani che accedere illecitamente ai contenuti audiovisivi è un crimine. Le autorità devono farlo capire con azioni dirette, anche verso i fruitori finali. Ogni visione illecita fa perdere posti di lavoro, indebolisce l’industria nel suo insieme e fa guadagnare soldi ai criminali. Serve una legge, come proposto dall’On. Massimiliano Capitanio e da altri ancora in Parlamento, per il rispetto delle regole come condizione di base per far crescere l’economia e l’industria del Paese. Bisogna saper usare la tecnologia e nel modo giusto”, ha dichiarato in un messaggio video Francesco Rutelli, Presidente ANICA.

Abbiamo la necessità di una maggiore comunicazione con il grande pubblico. C’è già una campagna in corso, ma i principali player devono contribuire maggiormente a queste azioni, con l’obiettivo di rafforzare le attività anti-pirateria, perché i dati sono preoccupanti e serve una maggiore consapevolezza da parte del fruitore che ogni atto di pirateria è un reato”, ha affermato Giancarlo Leone, Presidente APA.

Rispetto ai nuovi dati, è curioso vedere come la pirateria scenda, tranne quella sportiva, e con essa anche la consapevolezza che la pirateria è un reato. Questo perché, oltre la comunicazione e la sensibilizzazione sul tema, ci sono altri due elementi chiave: il primo è che la pirateria si combatte anche con le logiche di mercato, vedi le piattaforme legali; il secondo, fondamentale, è la deterrenza, perché la pirateria è un reato e va represso come fenomeno criminale, come dimostrato dal lavoro e dalla collaborazione delle Forze dell’Ordine e della FAPAV. L’industria non si è fermato durante la pandemia, il Governo gli ha consentito di continuare a lavorare, con diverse misure dedicate. Certo, non tutte le produzioni sono arrivate al grande pubblico, quindi c’è bisogno di un rilancio del settore, con la riapertura delle sale cinematografiche per far trovare il giusto sbocco a tutte le novità in programma. Il PNRR vuole rendere Cinecittà all’altezza delle nuove sfide del mercato, con un ruolo centrale per la ripartenza e la ripresa”, ha detto Nicola Maccanico, Amministratore Delegato di Luce Cinecittà.

Una soglia di ingresso più bassa dei servizi legali porta ad una diminuzione della pirateria, quindi c’è anche l’aspetto dell’economicità dell’offerta da parte dell’industria legale. Abbiamo visto che la diminuzione dei costi degli abbonamenti ha prodotto subito un aumento di pubblico pagante. Potrebbe essere la strada giusta. Altra considerazione da fare è che il televisore è tornato centrale rispetto agli altri mezzi durante la pandemia. La fruizione in mobilità è diminuita per il lockdown e tutti sono tornati davanti alla tv”, ha dichiarato Pierluigi Bernasconi, Presidente UNIVIDEO.

Mario Lorini, Presidente ANEC, ha inviato invece un video saluto dal Festival di Cannes, ribadendo la centralità della sala nell’esperienza cinematografica dello spettatore e sottolineando la ritrovata voglia di tornare al cinema intercettata dal focus come punto di partenza per la ripresa del settore, ricordando come sia non necessario abbassare la guardia ora su tutto il lavoro che si sta facendo per riaffermare la legalità dei diritti nello sfruttamento delle opere.

L’offerta pirata si è moltiplicata negli anni, portando ad una fruizione online che offre una distribuzione di contenuti più facile ed ampia. Oggi però è giusto riflettere sulla reazione del sistema Paese di fronte al fenomeno. Dobbiamo parlare delle collaborazioni tra Guardia di Finanza e Polizia Postale e di quella tra Forze dell’Ordine e industria di settore, che hanno permesso di ottenere grandi risultati per il comparto legale nel suo insieme. Tutte le forze politiche hanno presentato progetti di legge per il contrasto efficace del fenomeno, il che significa che c’è sensibilità crescente nel contrasto alla pirateria. La politica finalmente risponde e capisce che il contrasto a tali atti di criminalità è condizione necessaria per continuare ad avere investimenti nel settore e posti di lavoro. La frontiera di internet propone elementi di criticità, perché dal punto di vista tecnologico comporterà ulteriori sfide per poter difendere il proprio business e la tutela dei propri abbonati. Fuori dalle piattaforme legali ci si muove in un ambiente che comporta dei rischi informatici crescenti, fino a diventare minaccia per la privacy”, ha aggiunto Roberto Scrivo, Public Affairs and Public Policy Senior Director Sky Italia.

La pirateria è un furto di lavoro altrui. Fondamentale è quindi fare giurisprudenza a livello nazionale ed internazionale. I dati continuano a migliorare, ma preoccupa la diffusione ancora alta del fenomeno. Che ci sia o meno consapevolezza del reato, la cosa su cui riflettere è che il livello culturale ed economico di chi commetteva atti di pirateria era alto già nelle precedenti rilevazioni, e questo rende tutto molto più grave e fastidioso, ponendo come necessario introdurre al più presto misure più restrittive possibili, fino a colpire l’utenza finale, perché solo così si riuscirà a creare un clima di rispetto della legge e dei diritti”, ha detto Stefano Selli, Vice Presidente Confindustria Radio Tv e Direttore delle Relazioni Istituzionali Italia Mediaset.

La pirateria è una piaga sociale, economica e culturale ancora da contrastare in maniera più efficace e concreta. Il Parlamento si è impegnato in IX Commissione alla Camera con tre progetti di legge in sinergia con l’Europa nel combattere il fenomeno, ma servono anche azioni culturali per evitare il crimine, anche perché chi fruisce di tali contenuti non è consapevole del reato che va a commettere. La pirateria priva il paese di risorse finanziarie e posti di lavoro. La volontà politica di agire contro di essa è trasversale ai partiti”, ha chiarito Massimiliano Capitanio, parlamentare della Lega.

Serve un atto di forza per fermare i pirati da parte di Governo e autorità, che ci consenta di combattere un nemico che usa bene la tecnologia, tracciabile peraltro, ma che senza adeguati strumenti legislativi di intervento diretto, praticamente, continua a rimanere un ambito sfuggente. Il settore deve arrivare ad avere una regolamentazione che escluda in automatico ciò che è illecito, come una specie di blockchain dei contenuti”, ha affermato Egidio Viggiani, Direttore Affari Generali e Istituzionali Prima TV.

Lavorare insieme porta a grandi risultati. La Guardia di Finanza ci tiene molto a mettere in luce questo aspetto di cooperazione tra gli stakeholder, di tutela dell’economia e delle imprese sane, ma anche dei posti di lavoro. Questo è il messaggio centrale della nostra azione di repressione del crimine online. Chi rispetta le regole va protetto. Una cooperazione fatta di competenze tecniche, di condivisione di informazioni e di comunicazione è vincente. La risposta non può arrivare con gli strumenti tradizionali, bisogna agire con tempestività e direttamente sul campo. Abbiamo usato anche molta tecnologia informatica, come bot, avatar e strumenti di rilevamento di connessioni, proprio perché la tecnologia se usata bene è un’arma a nostra disposizione contro la pirateria online”, ha dichiarato Gian Luca Berruti, Colonnello t St Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche Guardia di Finanza.

La piaga della pirateria vede alleate tutte le Forze dell’Ordine a difesa della legalità. Dietro questo fenomeno ci sono anche i cyber criminali generici, che offrono competenze, tecniche e strumenti per favorire la diffusione di atti illeciti. Il mondo del cyber crimine è un’attività molto intensa e redditizia, perché sa vendere anche servizi on demand ai propri affiliati. Ad attaccare ci vogliono pochissime risorse economiche, mentre per difendersi ce ne vogliono molte di più. Alla base della pirateria c’è la scarsa percezione del reato che si commette in quanto fruitore finale. Bisogna invertire questo processo mentale, perché altrimenti non ci si rende conto del danno economico che si va a fare all’industria, nel suo complesso, e del drammatico rischio di perdita di posti di lavoro. È arrivato il momento di regolamentare internet, collaborando con i provider e i grandi attori della rete, per tutelare le imprese ed evitare il far west digitale”, ha detto Nunzia Ciardi, Direttore Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Il problema vero è sempre nella percezione del reato, guardando un contenuto pirata si ruba con una grande facilità, come se si bevesse un bicchiere d’acqua. Ci vuole un adeguato atto di forza contro un sistema di illeciti di queste dimensioni. Anche nel mondo sportivo si deve sensibilizzare il grande pubblico. Serve il business to consumer per arrivare all’utenza finale e potenziare gli strumenti di sensibilizzazione, anche grazie alle campagne di comunicazione. Creare le basi per una legalità sempre più economica e a portata di mano del grande pubblico potrebbe essere una valida risposta alla criminalità online”, ha commentato Luigi De Laurentiis, Produttore Filmauro e Presidente SSC Bari.

Solo attraverso delle costose campagne di comunicazione riusciamo a far passare i messaggi giusti per riequilibrare i dati sul fenomeno della pirateria. Siamo all’inizio di uno scontro in cui i ladri si muovono in un vuoto normativo che gli consente di agire più rapidamente, mentre le regole che noi rispettiamo ci limitano nel contrasto alla criminalità. Sarà il mercato a stabilire il prezzo giusto dei servizi legali. Molto ha fatto la parte legale, che ha ottimamente lavorato per contrastare fattivamente il fenomeno. Per noi gli eventi live rappresentano tutto e quindi anche l’intervento deve essere tempestivo contro l’illecito. La politica deve fare di più e ci deve fornire nuovi strumenti d’azione. Arrivare in ritardo significa arrivare a danno compiuto e una volta che il danno è fatto non c’è molto altro da fare”, ha precisato Luigi De Siervo, AD Lega Calcio Serie A.

Le conclusioni

A chiusura di tavola rotonda, Bagnoli Rossi ha invitato ad intervenire Paolo Marzano (Partner Legance – Intellectual property right, Università Luiss Guido Carli), che ha collaborato con la Comitato Juri nel Rapporto sulle sfide per gli organizzatori di avvenimenti sportivi nell’ambiente digitale.

L’educazione è il pilastro del cambiamento. Dobbiamo diventare i primi in Europa nel formare il pubblico sul tema della legalità. Vediamo l’esempio degli influencer e l’effetto che hanno sulla formazione della coscienza pubblica su determinati temi caldi. La politica e le istituzioni devono partire con una campagna che tiri dentro tutti gli attori disponibili per formare i giovani. Bisogna che tutti, artisti compresi, diano il loro contributo in questa battaglia. Chi fa uso della pirateria deve essere individuato e recuperato alla legalità, proprio grazie alla collaborazione di tutti”, ha precisato Marzano.

Le conclusioni del webinar sono state affidate a Giuseppe Moles, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con Delega per l’Informazione e l’Editoria, secondo cui: “Fondamentale è la sinergia tra tutti gli attori in campo in questo difficile lavoro di contrasto al crimine. Ci sono diverse iniziative parlamentari in corso e c’è sempre l’attività antipirateria degli stakeholders e delle Forze dell’ordine. Abbiamo sicuramente bisogno di una nuova normativa, ma anche di un ragionamento di sistema su scala europea per agire con concretezza ed efficacia”.

“Riguardo il tema della percezione del reato di pirateria digitale, essa è sempre accompagnata dalla mancanza di sensibilità verso il problema. Ci deve essere maggior tutela e anche un riequilibrio dei valori tra chi fa comunicazione e chi investe. Raccolgo con piacere l’invito a sviluppare campagne di comunicazione. A disposizione per questa finalità c’è il dipartimento dell’editoria, che può essere utile proprio per azioni di coordinamento e di comunicazione tra tutti coloro che vogliono partecipare a questo lavoro di contrasto alla criminalità e di rilancio dell’industria audiovisiva”, ha ricordato Moles.

In occasione dell’evento FAPAV/Ipsos, infine, è stato lanciato anche il primo teaser trailer ufficiale della campagna “We Are Stories”con la voce di Francesco Pezzulli. La campagna, che sarà lanciata nei prossimi mesi, punta a sensibilizzare sul tema della tutela dei contenuti promuovendo l’importanza dell’industria audiovisiva ed è dedicata in particolar modo al pubblico più giovane e a tutti coloro che sognano e desiderano lavorare nel settore.