L'evento

Webinar LUISS/FAPAV sul Digital Services Act e la pirateria sportiva: necessarie azioni transfrontaliere e riduzione dei tempi di intervento

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Tutti gli interventi: Nuzzo (Luiss School of Law), Marzano (Luissi Guido Carli), Lázara, (Commissione giuridica del Parlamento europeo), Cappello (Osservatorio europeo dell’audiovisivo, Consiglio d’Europa), Bagnoli Rossi (FAPAV), De Siervo (Lega Serie A), Lichtenhein (Sroc), Lorenzon (Mediaset), Valentini (Sky), Capitanio (Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera) e Moles (Sottosegretario all’Informazione e l’Editoria).

La pirateria online mette a rischio seriamente il futuro dell’intera industria culturale e dell’audiovisivo. Intervenire rapidamente e con gli strumenti giusti è quanto mai fondamentale per contrastare l’azione di questi gruppi criminali anche nel settore degli eventi sportivi.

Di questi aspetti si è occupato venerdì scorso il webinar dal titolo “Il Digital Services Act per contrastare la pirateria sugli eventi sportivi”, organizzato dal Prof. Paolo Marzano nell’ambito del centro di ricerca BILL della Luiss School of Law e con il supporto di FAPAV, Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.

Il webinar sul Digital Services Act per contrastare la pirateria sugli eventi sportivi

In apertura ci sono stati i saluti istituzionali di Antonio Nuzzo, Direttore della Luiss School of Law e del Centro di Ricerca Blockchain, Artificial Intelligence, Infrastrutture Digitali e Life Sciences (BILL), che si è soffermato sul ruolo della tecnologia e dell’innovazione nell’industria dell’audiovisivo, della cultura, dei contenuti e anche per gli eventi sportivi live.

Se, da un lato, la tecnologia ha aumentato le possibilità di fruizione dei contenuti, dall’altro ha però moltiplicato le occasioni per violare il diritto d’autore rendendo più complicate le operazioni di monitoraggio e controllo a livello transnazionale”, ha dichiarato Nuzzo.

Dato l’incremento degli atti di pirateria sportiva nel 2019, +38% come rilevato da uno studio Fapav/Ipsos, tale fenomeno crea apprensione in tutto il settore dell’intrattenimento sportivo.
Le Iptv hanno dato una nuova spinta alla pirateria, aumentandone frequenza ed intensità. Grazie al Dsa, si cerca di migliorare la tutela del diritto d’autore rafforzando il principio di responsabilità di tutti gli attori in campo estendendo a livello europeo i migliori strumenti di prevenzione e repressione del fenomeno.
La rapidità dell’enforcement in eventi live è fondamentale, perché la questione dei tempi di intervento è l’elemento centrale per l’efficacia di ogni misura.
Il problema è l’assenza di armonizzazione di risorse e strumenti all’interno dell’Unione e il Dsa potrebbe rappresentare l’occasione giusta per superare questo limite, che è un limite operativo concreto a cui bisogna porre rimedio. Passa di qui la strada per un unico regolamento europeo antipirateria”, ha concluso il Direttore.

Paolo Marzano

Singoli Paesi hanno sviluppato strumenti di enforcement a livello nazionale, ma servono regole transfrontaliere per affrontare la sfida della pirateria. Per intervenire sulle trasmissioni illecite, in alcuni casi, sono necessari pochi minuti, in altri giorni: questo rende vano l’effetto concreto in termini di contrasto alla pirateria. Danimarca e Portogallo hanno raggiunto ottimi risultati con l’adozione di codici di condotta. L’Agcom in Italia ha ottenuto rilevanti risultati negli ultimi anni e quest’anno testerà un nuovo strumento che può essere utilizzato pochi minuti prima dell’inizio degli eventi sportivi, bloccando preventivamente l’accesso ai contenuti illeciti; si tratterà del primo ‘live takedown tool’ in UE”, ha detto Marzano.

Paolo Marzano, Partner Legance – Intellectual property right, Università Luiss Guido Carli, in veste anche di moderatore, ha poi provveduto alla Presentazione del rapporto sulle sfide per gli organizzatori di avvenimenti sportivi nell’ambiente digitale” (documento da Marzano stesso predisposto per conto del Comitato JURI nel dicembre 2020).

Il Keynote Speech e l’intervento

Adrián Vázquez Lázara

Il Keynote speaker, Adrián Vázquez Lázara, Presidente della Commissione affari giuridici del Parlamento europeo (JURI), è partito ricordando semplicemente a tutti che “Ciò che illegale offline, lo è anche online. La legge consente di intervenire direttamente in pochi minuti contro i pirati e questo è il nostro vantaggio.
Dobbiamo rafforzare un ecosistema che promuove l’innovazione tecnologica e lo sviluppo dell’economia digitale come pietra angolare di prosperità e ricchezza per il futuro dell’Europa, ma dobbiamo tutelare allo stesso tempo i contenuti dell’industria culturale e audiovisiva dai criminali informatici e i pirati, che hanno a disposizione sempre nuovi dispositivi tecnologici per raggiungere i propri fini illeciti”.

Il Dsa è un meccanismo che consente di raggiungere proprio questo obiettivo, da una parte rispettando i diritti fondamentali, dall’altra intervenendo sulla pirateria online, bloccandone le attività e impedendo il business.
Nel 2019, le piattaforme pirata attive in Europa registravano 7,6 milioni di sottoscrizioni da parte degli utenti del web, secondo il Centro ricerche del Parlamento europeo, in grado di generare ricavi illeciti pari a 522 milioni di euro.
Se quegli utenti fossero stati registrati dai broadcaster in maniera legale, avrebbero generato ricavi per 3,4 miliardi di euro, mentre ogni anno si perdono 16.000 potenziali nuovi posti di lavoro”, ha precisato Lazara.

In particolare – ha ricordato il Presidente della Commissione – è posto in evidenza l’approccio di inibizione dinamica o dynamic injunction, che offre la possibilità di adattare gli strumenti di enforcement dei diritti di proprietà intellettuale alle sempre nuove forme che la pirateria è in grado di assumere in rete. In questo modo è possibile contrastare i diversi tentativi di spostare, ricaricare e ri-ospitare i contenuti illeciti da un sito ad un altro”.

Del tema si occupa anche l’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo, su incarico della Commissione Europea. Obiettivo del lavoro è valutare lo stato dell’arte tra gli Stati membri, Regno Unito compreso, guardando al quadro legislativo, alla tutela specifica riservata ai contenuti protetti, con focus sulle diverse tipologie di rimedi, tra ingiunzioni, ordini di rimozione, indicizzazioni, take down, memorandum, praticamente tutta la cassetta degli attrezzi prevista dalle autorità nazionali competenti.
Consegneremo lo studio a fine luglio e sarà reso pubblico dopo l’estate. Confermiamo l’impressione di una forte disomogeneità regolatoria tra gli Stati europei, in termini di procedure, rimedi e strumenti”, ha affermato nell’intervento Maja Cappello, Direttrice del Dipartimento Informazioni Giuridiche dell’Osservatorio europeo dell’audiovisivo, Consiglio d’Europa.

Sono tante le potenzialità del Dsa, che contiene disposizioni utili nella lotta alla pirateria e che si presenta come uno strumento regolamentare orizzontale, che va a riguardare tutti i contenuti illeciti online, tra cui quelli che contrastano con il diritto d’autore. Si propone di armonizzare gli elementi minimi degli ordini, di indicare gli elementi più qualificativi, le procedure, gli ambiti territoriali, gli stessi diritti di libertà di espressione, il coordinamento transazionale.
Una normativa che ha il pregio di andare oltre il modello del “Buon Samaritano”, basato su azioni volontarie che non escludono l’applicazione del regime di esenzione di responsabilità e che fino ad ora non hanno portato a sostanziali riduzioni dei contenuti illeciti sul web; e che favorisce anche l’integrazione dello strumento del “Know your business customer” (Kybc), semplice, quanto efficiente, per combattere l’anonimato sul web, soprattutto tra piattaforme che offrono contenuti e servizi, e far emergere i gruppi criminali che lucrano violando la legge”, ha aggiunto Cappello.

La Tavola rotonda

Il Dsa assume un ruolo strategico rispetto a tutto quello che è successo negli ultimi mesi. La situazione globale causata dalla pandemia ha portato all’accelerazione e al potenziamento dell’offerta legale e dei modelli di business e, per una efficace ripartenza dell’industria audiovisiva il tema della legalità è e sarà un principio cardine”, ha detto Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, aprendo la Tavola rotonda del webinar.

Federico Bagnoli Rossi

Il Dsa è anche l’occasione per rafforzare gli strumenti tutela in un ecosistema digitale che in Italia non funziona bene. Durante i mesi di pandemia dello scorso marzo e aprile 2020 si è verificata una crescita notevole della pirateria online e un più timido aumento dell’offerta legale.
È fondamentale che gli strumenti di tutela siano più incisivi a livello operativo. Non c’è più tempo da perdere, bisogna agire rapidamente. Gli operatori del web devono assumersi più responsabilità e confrontarsi e cooperare assieme agli altri attori. E’ necessaria l’applicazione del principio di “Notice and stay down”, approccio essenziale per tutelare le opere e arginare futuri caricamenti di contenuti già segnalati da parte dei titolari dei diritti”, ha proseguito Bagnoli Rossi.

Molte delle risposte ai nostri problemi già le troviamo nella giurisprudenza del nostro Paese, che deve rappresentare una bussola in tal senso, avendo già dei precedenti importanti in materia di responsabilità degli intermediari e degli operatori.
C’è poi il tema della tutela consumatori – ha aggiunto il Segretario Generale – non possiamo far finta che non esistano rischi derivanti dalla pirateria, tra cui le minacce informatiche. Bisogna creare un ambiente sicuro, che è legato all’offerta lecita di contenuti e servizi. Questo è un giro di boa fondamentale e la direttiva copyright ha segnato la strada giusta da percorrere, ma il Dsa è l’approccio operativo di tutela che mancava e che va rafforzato ulteriormente, lavorando assieme per il futuro delle nostre industrie”.

Siamo ormai una media company e ci confrontiamo con tutto il mondo dell’audiovisivo, soprattutto in merito alla pirateria, che fa del calcio una delle industrie più danneggiate e quindi delle più impegnate in questa battaglia. Abbiamo avviato numerose azioni per il contrasto alla pirateria, ad esempio abbiamo ottenuto 25 provvedimento cautelari nel campionato attuale. Abbiamo inoltre bloccato 241 IPTV, sempre con provvedimenti cautelari, a cui aggiungiamo altri 800 blocchi di variazioni di IP e più di 3000 blocchi definitivi. Con il Dsa, per come è interpretabile oggi, non siamo tranquilli al momento, a nostro avviso introduce limiti vistosi nella responsabilità degli intermediari e rischia di cancellare 10 anni di sentenze, perché integra in maniera in maniera peggiorativa alcune fattispecie, tra cui l’articolo 8 in cui si fa riferimento a specifici contenuti illegali rischiano di bloccare i contenuti nella loro formulazione finale. Noi dobbiamo bloccare queste attività in tempo reale, perché sono live, il rischio è che noi arriviamo ad intervenire dopo il fischio finale. Dobbiamo riuscire a mantenere una formulazione ampia per consentire ai giudici di darci facoltà di colpire la piattaforma criminale. Abbiamo forzato Google per via giudiziaria a cancellare numerose Iptv illegali dalle ricerche. Continuiamo la nostra battaglia perché dobbiamo rimanere portatori di best practice”, ha dichiarato Luigi De Siervo, AD Lega Serie A.

Individuare in tempo e bloccare i contenuti illeciti online è la chiave per vincere la pirateria. Il problema è che tali contenuti sono caricati e trasmessi online da un Paese a un altro, mentre la fruizione degli stessi avviene in altri ancora. Questo rende difficoltoso intervenire in termini giuridici e per questo motivo è sempre più rilevante e necessario un approccio in termini di armonizzazione delle regole a livello transfrontaliero”, ha affermato Mark Lichtenhein, Presidente SROC, Sports Rights Owners Coalition.
Obbligare gli Internet service provider a bloccare i contenti illeciti e rendere noti i soggetti che si nascondono dietro l’anonimato delle piattaforme pirata è un passo in avanti, ma fondamentale è trovare delle regole comuni e degli strumenti utilizzabili da tutti per contrastare questo tipo di reati”, ha precisato il Presidente SROC.

Sono 15 anni che lottiamo per la tutela dei diritti. Questi modelli di business illegali son alternati a zone grigie su sui si deve ancora agire. Gli operatori OTT crescono sempre di più e la competizione si fa più dura senza il ritorno degli investimenti per i titolari dei diritti. La proprietà intellettuale valorizza il lavoro degli editori, per questo va protetta. Non dobbiamo riaprire la direttiva copyright, perché questa deve essere complementare al Dsa, sia per la rimozione dei contenuti, sia nel perseguire la pirateria nell’utilizzo non autorizzato di materiale protetto dal diritto d’autore.
La soluzione è nella tecnologia, serve un’infrastruttura europea del copyright con nuovi strumenti di watermark, che consentono di inserire informazioni digitali in un file, che lo caratterizzano in qualche modo, poi facilmente rintracciabili in rete. Serve una tutela preventiva pro-futuro per essere davvero efficace.
Il fattore tempo per l’intervento non è ancora previsto dal Dsa, ma è fondamentale per l’efficacia delle azioni di contrasto alla pirateria”, ha affermato Carolina Lorenzon, Direttrice Affari Internazionali, Mediaset.

La pirateria non ha niente di artigianale e romanzato, perchè si tratta di gruppi criminali con risorse e strumenti avanzati. Perdiamo un miliardo di fatturato nel settore dell’audiovisivo e 5.900 posti di lavoro sono messi in pericolo in Italia. Il Dsa rappresenta una grande occasione, ma va migliorato, iniziando dalla proposta che sarà votata il 17 maggio in Parlamento, perché si deve creare un blocco a sostegno della risoluzione. Il Dsa presenta il trusted flagger come portatore di interessi collettivi, cosa che molte piattaforme non fanno nel modo giusto. Il Kybc è fondamentale per sconfiggere l’anonimato dei pirati.
Pieno supporto infine alla proposta Capitanio, che prevede ingiunzioni dinamiche con la rimozione dei contenuti illeciti prima dell’evento, in via preventiva, come strumento nelle mani dell’Agcom”, ha detto Marco Valentini, Head of Public Policy & European Affairs, SKY Italia.

Pirateria e azioni di contrasto, le conclusioni

Quello della pirateria è un argomento sottovalutato nel Parlamento. La sfida del momento è essere responsabili e pretendere responsabilità anche dagli altri. Facebook sosteneva che non era editore e quindi non responsabile di cosa gli utenti pubblicavano, poi con la campagna delle presidenziali la cosa è cambiata. A livello europeo va trovata omogeneità nella cassetta degli strumenti, su cui possiamo lavorare con il Dsa, ma abbiamo anche il dovere di accelerare, non possiamo più perdere tempo e ora dobbiamo entrare nella fase operativa.
Oltre che dal punto di vista dell’enforcement, serve combattere una battaglia culturale, dal rispetto dalla legalità a quella per il copyright, temi che devono entrare nel dibattito pubblico e trovare pronti anche i cittadini.
Tra i principi alla base della crescita culturale dei più giovani ci deve essere quello della tutela dei contenuti e dei diritti. Per molti dei nostri ragazzi fruire di contenuti illeciti è quasi la normalità. Dobbiamo insegnare a tutti che pirateria è criminalità, tutelare il copyright è principio di civiltà, è difesa dei posti di lavoro.
Solo con il Dsa e la direttiva copyright non si va avanti, però, e la politica deve promuovere una battaglia culturale forte e lavorare a nuovi provvedimenti. Tra il 17 e il 18 maggio prossimi alla Camera prenderà il via nelle sessioni riunite il confronto sul provvedimento indirizzato al contrasto alla pirateria audiovisiva di 10 articoli, che mira a favorire la prevenzione e il contrasto dei contenuti illeciti online.
Vogliamo combattere la pirateria a livello culturale e tecnologico, perché è un fenomeno che mette a rischio investimenti e posti di lavoro nel settore della cultura dell’audiovisivo e dell’editoria”, ha dichiarato Massimiliano Capitanio, Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Camera dei Deputati.

La pirateria sugli eventi sportivi è cresciuta soprattutto nel 2020, ma era già presente nel 2019 con un +38% di atti illeciti. Uno studio della Polizia di Stato ha rilevato che queste attività portano a 591 milioni di euro di danni per l’industria audiovisivo e la perdita di quasi 6000 posti di lavoro andati in fumo. Pirati con mentalità criminali, con sistemi piramidali fino a 5 milioni di utenti solo in Italia. Una vera industria dell’illecito.
Il suo contrasto è una battaglia da portare avanti con vigore, perché gli effetti sono pesanti su tutta la catena del valore e sul mondo della cultura. Cultura, informazione ed editoria sono anche impresa e posti di lavoro e vanno tutelati con tutte le forze.
L’industria della proprietà intellettuale è in rapida evoluzione e necessita di nuove ed efficaci tutele, prevenendo oltre che reprimendo le attività illegali.
Senza ledere la libertà di impresa, il Dsa prevede che i siti pirata debbano essere subito chiusi e oscurati.
Nelle prossime settimane mi auguro si possa dar vita ad un corretto dialogo tra le forze politiche, la Commissione, il Governo e gli stakeholder per costruire un confronto volto a individuare modelli e soluzioni di contrasto efficace della diffusione di contenuti illeciti di eventi sportivi live nel rispetto della proprietà intellettuale.
Oggi contrastare i fenomeni illegali significa proteggere l’intera filiera, erario compreso, di conseguenza ci deve essere massima attenzione a questo percorso di legalità”, ha invece precisato Giuseppe Moles, Sottosegretario all’Informazione e l’Editoria, Presidenza del Consiglio dei Ministri.