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Hutchison-O2: anche per l’Antitrust UK, il matrimonio non s’ha da fare

Anche l’Antitrust britannico, dopo il regolatore Ofcom, si è schierato apertamente contro il progetto di fusione tra Hutchison e O2 nel Regno Unito.

Il Ceo della Competition and Markets Authority (CMA), Alex Chisholm, ha espresso tutti I suoi dubbi in una lettera indirizzata al Commissario antitrust europeo Margrethe Vestager.

“Crediamo che questa fusione creerebbe un ostacolo significativo a una concorrenza efficace nei mercati delle telecomunicazioni mobili al dettaglio e all’ingrosso nel Regno Unito”, si legge nella lettera in cui si chiede alla Commissione di agire “…per prevenire i danni a lungo termine per il mercato mobile del Regno Unito” e per i consumatori britannici.

L’Antitrust europeo sta esaminando l’ultimo pacchetto di concessioni presentato da CK Hutchison per ammorbidire la posizione intransigente di Bruxelles e dell’Ofcom e portare a casa la fusione da 10,5 miliardi di sterline (13,3 miliardi di euro) fra la sua controllata 3Uk e O2 (Telefonica).

Per la CMA, tuttavia, “i rimedi proposti sono insufficienti in quanto non porteranno alla creazione di un quarto operatore mobile in grado di competere in modo efficace e nel lungo termine con i restanti tre né di arginare la perdita di concorrenza causata dalla fusione”.

L’unico rimedio appropriato, secondo l’Antitrust, sarebbe la cessione in toto – ad un acquirente approvato dalla Commissione – delle reti mobili dei due operatori  o, eventualmente, la parziale cessione di  infrastrutture di rete mobile e di spettro sufficienti per creare un quarto operatore.

“In assenza di tali rimedi strutturali, l’unica opzione a disposizione della Commissione è la proibizione” della fusione, secondo la CMA.

I paletti della CMA farebbero decadere i vantaggi insiti nel progetto di fusione e potrebbero finire per portare all’archiviazione del progetto da parte degli stessi proponenti, come è accaduto nel caso del merger tra Telenor e TeliaSonera in Danimarca.

Il Commissario Vestager, dal canto suo, ha ribadito nei giorni scorsi di non avere preclusioni di sorta e che non ci sono ‘numeri magici’ quando si tratta di stabilire quale sia il numero giusti di operatori per un dato mercato, “neanche quando è coinvolto 3” (il riferimento è al claim dell’operatore ‘Three is the magic number’ e al fatto che in Germania, Austria e Irlanda siano stati approvati progetti che hanno ridotto da 4 a 3 il numero di operatori).

“Dobbiamo rispettare le specificità di ogni singolo caso”, ha affermato la Vestager.

Il nostro privilegio è quello di servire i cittadini per assicurare che anche dopo la fusione la situazione competitiva sia favorevole o quanto meno neutra”, ha aggiunto.

La Commissione dovrebbe dare il suo verdetto finale sulla proposta di fusione il 19 maggio, ma secondo indiscrezioni, la decisione potrebbe arrivare anche prima.

“La tempistica è stata un po’ distorta perché abbiamo lavorato con le parti, al fine di ottenere le cose fatte nel modo giusto”, ma la decisione dovrebbe essere annunciata “relativamente presto”, ha detto ancora il Commissario europeo, le cui posizioni restano comunque intransigenti.

Vestager ha infatti spesso ricordato che non ci sono prove concrete che la riduzione del numero di operatori sul mercato porti a un aumento degli investimenti. Anzi, per il Commissario è vero il contrario, dal momento che alcune ricerche sembrano indicare che una riduzione del  numero di operatori da 4 a 3 sui mercati mobili nazionali può portare a un aumento dei prezzi per i consumatori ma non a un incremento degli investimenti.

La strada, insomma, per i sogni di consolidamento europeo di Hutchison, si fa sempre più in salita e, anche se dalla Ue dicono il contrario, è evidente che una eventuale decisione negativa avrebbe impatto anche sul progetto di fusione tra Wind e 3 in Italia.

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