la preoccupazione

Facebook, Garante Privacy ‘Gli utenti italiani spiati potrebbero essere molti più dei 214mila già scoperti’

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Antonello Soro, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, esprime la sua preoccupazione: ‘Dobbiamo allargare l'indagine, Facebook deve fornirci tutti i dati sulle altre società specializzate in marketing politici con cui aveva stretto accordi perché gli utenti italiani spiati potrebbero essere molti più dei 214mila già scoperti’.

Gli utenti italiani spiati potrebbero essere molti più dei 214mila già scoperti da Facebook con lo scandalo Cambridge Analytica. L’allarme è stato lanciato dal Garante Privacy Antonello Soro nell’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera.

“Dobbiamo allargare l’indagine, Facebook deve fornirci tutti i dati sulle altre società specializzate in marketing politici con cui aveva stretto accordi, perché gli utenti spiati potrebbero essere molti più dei 214 mila già scoperti”, ha dichiarato Soro, che chiederà conto di tutto questo a Stephen Deadman, il vice responsabile privacy di Facebook, quando lo riceverà qui a Roma il 24 aprile prossimo.

Da dove nasce la preoccupazione del Garante sull’eventuale presenza di altri casi di cessione impropria dei dati degli utenti italiani del social network ad app esterne a Facebook? “In pochi anni Facebook ha aumentato in maniera esponenziale il numero degli sviluppatori di applicazioni e questo ci fa ritenere che altri possano aver attinto informazioni“, ha precisato il presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, che ha anche ricordato a che punto è l’istruttoria avviata dall’Authority sulla migrazione, cominciata ad agosto 2016, delle informazioni degli iscritti a WhatsApp (acquistata nel 2014) verso la piattaforma di social network anche per finalità di marketing. “Stiamo ancora lavorando per stabilire se Facebook ha raccolto illecitamente dati grazie alle rubriche telefoniche di chi non è iscritto al social ma ha scaricato l’applicazione WhatsApp che è di sua proprietà”.

 

Infine Soro pone l’attenzione sulla sua proposta, rivolta ai garanti privacy europei riuniti oggi e domani a Bruxelles, di estendere il mandato della task force, costituita appunto per il caso Facebook-Whatsapp, anche alla vicenda Cambridge Analytica. “Stiamo facendo da battistrada rispetto agli Stati Uniti e al Giappone grazie al regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali. Facebook ha subìto un gravissimo danno reputazionale e un crollo in Borsa. Dobbiamo cogliere l’occasione sfruttandola al massimo anche grazie alla collaborazione tra Paesi”.

Infatti in attesa dei verdetti della Federal Trade Commission (FTC), del Congresso Usa, della Commissione parlamentare Uk e del Parlamento Ue, una ‘sanzione’ è stata già inflitta da Wall Street e dagli utenti stessi del social network. È il danno reputazionale o d’immagine.

Il caso Cambridge Analytica ha fatto aprire gli occhi, finalmente, a migliaia di iscritti che ora hanno deciso di cancellarsi dal social network o di farne un uso più consapevole, perché non si fidano più di Facebook. Questo è l’incalcolabile danno che la società ha subìto.