Il riconoscimento

“Future of Privacy Award”: gli USA premiano Gianclaudio Malgieri, unico accademico europeo in lizza

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Collaborare della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, il prossimo 6 febbraio Malgieri sarà premiato al Senato degli Stati Uniti d’America. Lo studio sulla privacy di cui è coautore è stato selezionato dalla Fondazione americana come uno dei cinque migliori al mondo.

Il “Future of Privacy Forum” è un’organizzazione non-profit statunitense, che unisce industrie, studiosi, avvocati dei consumatori, enti e istituzioni, per esplorare le sfide poste dall’innovazione tecnologica, sviluppare protezioni per la privacy, definire norme etiche e andare verso pratiche commerciali praticabili.

Ogni anno il Forum assegna un premio, il “Future of Privacy Award”, che quest’anno è stato assegnato a un solo accademico europeo, l’italiano Gianclaudio Malgieri. Il riconoscimento sarò ritirato giovedì 6 febbraio, al Senato degli Stati Uniti d’America, dove sarà premiato per il paper “Algorithmic Impact Assessments under the GDPR: Producing Multi-layered Explanations”, di cui è autore insieme a Margot Kaminski, ricercatrice e docente dell’Università del Colorado.

Lo studio

Nello studio per il quale sarò premiato – ha spiegato Malgieri, ex allievo di scienze giuridiche, diplomato alla Scuola Superiore Sant’Anna e laureato all’Università di Pisa, istituzioni con cui ancora collabora– io e la mia coautrice proponiamo di utilizzare la valutazione di impatto sulla protezione dei dati (DPIA) per spiegare e giustificare gli algoritmi di profilazione rendendoli ancora più trasparenti. Questo comporta un vantaggio per le imprese, aumentando la correttezza e l’accountability degli algoritmi attraverso un approccio sistematico”.

Il lavoro di Malgieri e Kaminski, è risultato uno dei cinque studi selezionati a livello mondiale, per il “Future of Privacy Award” (il nome completo del premio è “Privacy Papers for Policymakers Award. Nello stesso giorno della permiazione, lo studio sarà anche presentato alla Federal Trade Commission americana (l‘agenzia federale USA che si occupa di tutela dei consumatori e di concorrenza).

Nel paper selezionato, i due studiosi propongono un metodo innovativo nella valutazione dell’impatto degli algoritmi alla luce del Gdpr, il Regolamento Generale sulla protezione dei dati personali, che apre nuove possibilità e scenari nella tutela della privacy combinando per la prima volta due strumenti nella tutela dai rischi degli algoritmi di profilazione.

Le implicazioni

La valutazione d’impatto dal 2018 è uno strumento obbligatorio per tutti i trattamenti di dati ad alto rischio, per i diritti e le libertà fondamentali gli individui.

Nel mondo delle assicurazioni, ad esempio, i cittadini rilasciano una serie di informazioni personali quali sesso, data di nascita, luogo di residenza e altro ancora. Sulla base di queste informazioni, un algoritmo valuta e predice il rischio, cercando di quantificarlo.  

I soggetti hanno il diritto di capire come avviene questo processo, di chiedere spiegazioni e di essere rassicurati sul fatto che, in queste valutazioni, non vi siano criteri discriminatori”, ha precisato Malgieri.

Si tratta, in pratica di tutti i trattamenti che possono comportare rischi di discriminazione, manipolazione, perdita di controllo dei dati, danni economici o psicologici e così via. Tra questi spiccano i trattamenti su larga scala di dati sensibili, i trattamenti di dati derivanti dalle telecamere di videosorveglianza, oppure decisioni automatizzate che si basano su valutazioni della personalità”, ha aggiunto l’accademico italiano.