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Frequenze Tv, le novità in Manovra. Come funziona il Bonus Tv

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Il riassetto delle frequenze televisive riparte dalla Manovra appena approvata e dalle modifiche apportate alla Legge di Bilancio dello scorso anno, in vista del passaggio della banda 700 dai broadcaster alle telco previsto per il 2022.

Il riassetto delle frequenze televisive riparte dalla Manovra appena approvata e dalle modifiche apportate alla Legge di Bilancio dello scorso anno, in vista del passaggio della banda 700 dai broadcaster alle telco previsto per il 2022.

Le novità in Manovra

Entro il 31 gennaio l’Agcom dovrà aggiornare il Piano nazionale frequenze (Pnaf) per inserire le modifiche portate dalla Manovra. In primo luogo, alla Rai non sarà più assegnato un mux in banda Vhf per trasmettere Rai 3, ma un Mux in Uhf.

La banda Vhf sarà riservata alla radio digitale (Dab) e soltanto se necessario per i broadcaster.

Con la Manovra, i Mux destinati alle tv nazionali passano da 20 a 10 di qui la decisione, accolto il parere dell’Agcom, di rivedere la riserva di un terzo delle frequenze alle tv locali.

La Legge di Bilancio prevede che alle locali, che disponevano di 4 Mux e che resteranno con 2 Mux complessivi, siano destinate in ciascuna area più frequenze di cui almeno una con copertura al 90% della popolazione dell’area.

Alle emittenti nazionali saranno destinati di fatto la metà dei mux di cui disponevano, (Rai, Mediaset e Persidera ne avevano 5 a testa e se ne ritroveranno 2,5, mentre uno a testa ce l’hanno Cairo, H3G, Prima Tv, Europa Way, Retecapri e ne otterranno mezzo a testa).

Frequenze aggiuntive potranno arrivare dai 2 Mux delle locali, che saranno assegnati con un’asta non competitiva e che saranno spezzettati in lotti da mezzo multiplex che dovrebbero andare a Rai, Mediaset, Persidera e Cairo.

La gara terrà conto dell’offerta economica più vantaggiosa ma anche dalla qualità della rete e dei contenuti a garanzia degli operatori che in passato più hanno investito nello sviluppo del digitale terrestre.

Voucher, chi può accedere

Il passaggio al nuovo standard del digitale terrestre Dvb-T2 avverrà gradualmente fra il 2019 e il 2022 e la Manovra prevede incentivi pari a 151 milioni di euro, 50 milioni in più rispetto a quanto previsto dalla Legge di Bilancio dell’anno scorso, per le famiglie che dovranno acquistare un nuovo televisore o un decoder. Lo sconto interessa per ora soltanto gli over 75, esenti dal pagamento del canone Rai, con un reddito inferiore agli 8mila euro. Di fatto, si tratta di un contributo di 25 euro per l’acquisto di un nuovo televisore o di un decoder in vista dello switch off che tra luglio 2020 e luglio 2022 interesserà le modalità di trasmissione. Lo switch off interesserà il 35% dei cittadini del Paese.

Il Bonus Tv o Bonus switch off è partito il primo gennaio 2019, anche se il nuovo standard Dvb-T2 con standard di compressione Mpeg-4 comincerà ad essere implementato dal 2020. Il contributo andrà avanti sino al 2022, per chiunque non ne abbia beneficiato prima. Come conseguenza vi saranno circa 10 milioni di televisori non più utilizzabili, da integrare con un decoder (simili a quelli del primo digitale terrestre) oppure da sostituire con modelli adeguati.

I televisori venduti nel 2017 sono già compatibili con il prossimo standard del digitale terrestre, mentre l’obbligo di decoder si avrà in primo luogo per vecchi apparecchi, per lo più secondi o terzi televisori.