Diritti d'uso

Frequenze, spunta l’emendamento per salvare le tv locali

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Presentata una proposta emendativa al disegno di legge Europea 2014 che prevede una consistente riduzione degli importi annui dei diritti amministrativi a carico degli operatori di rete del digitale terrestre.

Importanti novità sul fronte dei diritti amministrativi e dei contributi annui a carico delle Tv locali. Cambiamenti che hanno già raccolto il parere favorevole del Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli.

Con un emendamento al disegno di legge Europea 2014, attualmente all’esame della Camera dei Deputati – a prima firma del relatore in Commissione IX Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, on. Paolo Coppola del Pd – potrebbero essere significativamente ridotti gli importi annui dei diritti amministrativi che gli operatori di rete della tv digitale terrestre devono versare secondo quanto previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche.

La discussione del disegno di legge riprenderà la prossima settimana in Commissione XIV della Camera.

Grande soddisfazione di Aeranti-Corallo. Il coordinatore Marco Rossignoli ha spiegato che l’emendamento del relatore in Commissione IX prevede, per i suddetti diritti amministrativi, i seguenti importi, da applicarsi sulla base della popolazione potenzialmente destinataria dell’offerta (e, quindi, sulla sola popolazione che viene raggiunta radioelettricamente dal segnale dell’operatore di rete):

1) sull’intero territorio nazionale, 111.000 euro;
2) su un territorio avente fino a 50 milioni di abitanti, 25.000 euro;
3) su un territorio avente fino a 30 milioni di abitanti, 18.000 euro;
4) su un territorio avente fino a 15 milioni di abitanti, 9.000 euro;
5) su un territorio avente fino a 5 milioni di abitanti, 3.000 euro;
6) su un territorio avente fino a 1 milione di abitanti, 600 euro;
7) su un territorio avente fino a 500.000 mila abitanti 300 euro.

Secondo Rossignoli, “sarebbe, peraltro, auspicabile un’integrazione dell’emendamento con la previsione di un ulteriore scaglione per gli operatori di rete con popolazione potenzialmente destinataria dell’offerta fino a 10 milioni di abitanti”.

Il medesimo emendamento, ha precisato Rossignoli, ridefinirà inoltre in caso di approvazione, gli importi dovuti annualmente dagli operatori di rete del digitale terrestre per l’utilizzo delle frequenze dei ponti di collegamento (contributo che, in base alla delibera Agcom n. 494/14/CONS, è dovuto in aggiunta a quello per l’uso delle frequenze di diffusione). Secondo l’emendamento, gli importi dovuti per ogni ponte di collegamento monodirezionale dovrebbero essere i seguenti (occorre tener conto che, di norma, le imprese televisive utilizzano ponti di collegamento con larghezza di banda pari a 28 Mhz):

a) euro 2 per ogni Mhz nella gamma di frequenza maggiore dei 14 Ghz;
b) euro 4 per ogni Mhz nella gamma di frequenza tra i 10 ed inferiore e pari ai 14 Ghz;
c) euro 8 per ogni Mhz nella gamma di frequenza tra i 6 e inferiore ai 10 Ghz;
d) euro 16 per ogni Mhz nella gamma di frequenza inferiore ai 6 Ghz.

Rossignoli ha evidenziato che tali tariffe “sono sicuramente enormemente migliorative rispetto a quelle attualmente previste dall’allegato 10 al Codice delle Comunicazioni elettroniche”.

Resta, peraltro, ancora da definire, ha concluso Rossignoli, la questione relativa ai contributi per la concessione dei diritti di uso delle frequenze degli impianti di diffusione previsti dall’art. 35 dello stesso Codice.

L’Agcom, con la propria delibera n. 494/14/CONS, ha stabilito i criteri per la determinazione di tali contributi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Quest’ultimo, con decreto del 29 dicembre scorso, ha previsto, in via transitoria, il pagamento di un acconto pari al 40% di quanto versato nel 2013 (quando era vigente il vecchio regime di contribuzione).

“Vi è da considerare – indica Rossignoli – che la citata delibera Agcom attribuisce ampio margine di intervento al Ministero dello Sviluppo economico per quanto riguarda i contributi dovuti dagli operatori di rete locali nonché una gradualità di otto anni per l’applicazione delle tariffe a regime”.

Soddisfazione anche dell’Associazione TV Locali, aderente a Confindustria Radio Televisioni – CRTV, per la quale si tratta di “modifiche notevolmente migliorative rispetto al testo attualmente all’esame della Camera“.

La precedente versione, ha indicato l’Associazione, avrebbe portato a una “cifra insostenibile per comparto delle Tv locali”.

Secondo il presidente dell’Associazione TV Locali, Maurizio Giunco, che proprio nei giorni scorsi aveva chiesto con una lettera l’intervento del Sottosegretario Giacomelli, “si tratta di una proposta emendativa molto importante che, se definitivamente approvata, scongiurerebbe il definitivo tracollo dell’emittenza televisiva locale”.