La gara

Frequenze, al via i bandi Mise per le Tv locali interferenti

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Le nuove frequenze attribuite all’Italia saranno assegnate per un periodo di quattro anni rinnovabili. Primo step verso la transizione dei broadcaster dalla banda 700.

Via libera del Mise ai bandi per l’assegnazione di nuove frequenze coordinate assegnate all’Italia, destinate alle emittenti locali coinvolte nel processo di “rottamazione” dei vecchi impianti di trasmissione per problemi di interferenze con gli Stati confinanti. Un passo in avanti per l’Italia sulla strada del coordinamento internazionale dello spettro, promesso e fortemente voluto dal Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che in questo modo mette al riparo il nostro paese dal rischio di procedure di infrazione da parte della Commissione Ue per le interferenze.

Le regioni interessate alla rottamazione sono Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna.

Per l’assegnazione delle nuove frequenze sono stati adottati singoli bandi di gara per ciascuna frequenza.

Lo schema di gara è quello preannunciato da tempo dal Mise, che prevede la netta separazione tra operatori di rete (come RaiWay ed Ei Towers) che dovranno quindi trasformare le frequenze in capacità trasmissiva, e fornitori locali di contenuti.

Il Mise ha deciso di procedere in due step. Per ogni regione sono disponibili due frequenze, ma in una prima fase il Ministero ha deciso di mettere a gara una sola di queste, per verificare l’effettiva domanda di capacità trasmissiva. Se la domanda sarà superiore a quella offerta da una sola frequenza, il Mise metterà a gara anche la seconda.

L’obiettivo è concentrare le Tv locali prime in graduatoria su uno o due Mux, per semplificare i successivi step di transizione dalla banda 700 a quella sub 700, su cui la Commissione Europea accelera mentre il nostro paese punta almeno al 2022.

Intanto, il metodo dinamico di gestione dello spettro radio voluto dal Mise è in linea con le ultime delibere emanate dall’Agcom, in ottica di gestione dinamica delle frequenze come ad esempio nel caso dell’uso condiviso dello spettro (Licensed Shared Access).

La durata dei diritti d’uso sarà di quattro anni, rinnovabili di anno in anno fino ad un massimo di complessivi ulteriori quattro anni.

Ciò significa che se un’emittente si vedrà assegnata una frequenza regionale sui canali 58 o 60 (banda 700 Mhz) la potrà occupare fino al 2020, per trasferirsi poi automaticamente nella banda sub 700 (canale 28), anticipando così un modello di liberazione virtuosa della banda 700, in ottica di transizione virtuosa dalle frequenze destinate in futuro al broadband mobile e al 5G.

L’idea è che la capacità di trasmissione delle frequenze Tv è destinata ad aumentare con l’avvento dei nuovi standard del digitale terrestre (Mpeg-4 e Hevc) in arrivo dal 2017, garantendo così una presenza di canali rispettivamente doppia e quadrupla a parità di banda.

Frequenze coordinate – Assegnazione dei diritti d’uso
REGIONE CANALI
PIEMONTE 60
LOMBARDIA 7 – 11
VENETO 58 – 60
FRIULI VENEZIA GIULIA 58 – 60
EMILIA ROMAGNA 58 – 60
MARCHE 6 – 58 – 60
ABRUZZO 6 – 7 – 58
MOLISE 60
CAMPANIA 6
PUGLIA 7 – 24 – 58 – 60
BASILICATA 6
CALABRIA 58
SARDEGNA 60
TOSCANA 58
LIGURIA 58

Qui il link al bando per gli operatori di rete:

http://www.mise.gov.it/index.php/it/comunicazioni/televisione/operatori-di-rete

Qui il link al bando per fornitori di servizi media audiovisivi:

http://www.mise.gov.it/index.php/it/comunicazioni/televisione/fornitori-di-servizi-di-media-audiovisivi-fsma