la polemica

Francia, telco contro il Governo: a rischio copertura aree bianche

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L’aumento della tassa Copè per finanziate la Tv pubblica fa infuriare gli operatori che minacciano di rallentare i piani d’investimento.

Gli operatori francesi alzano le barricate contro la proposta del governo di aumentare le tasse sul settore per finanziare il comparto audiovisivo e minacciano di rimettere in discussione i piani di copertura delle aree bianche del Paese.

La  Fédération Française des Télécoms (FFT), che riunisce Orange, Numericable-SFR e Bouygues Telecom, riporta il quotidiano Les Echos, sta studiando diverse strade per fare pressione sul governo per convincerlo a fare marcia indietro sul temuto aumento della pressione fiscale sul settore. Tra queste, anche la possibile revisione degli impegni di copertura delle aree ancora non raggiunte dalla rete mobile.

Gli operatori si erano impegnati a investire 40 milioni di euro l’anno per coprire le aree bianche entro la metà del 2017.

La scadenza fissata col governo, minacciano ora, potrebbe non essere rispettata, poiché sono cambiati i termini del contratto.

“Il governo riferisce – una fonte al quotidiano – si era impegnato a preservare la stabilità fiscale per garantire alle telco un orizzonte d’investimento chiaro. Ora non è più così”.

Per finanziare il settore audiovisivo, il governo ha ritoccato al rialzo la cosiddetta tassa Copè del 2008, dallo 0,9 all’1,2% del fatturato degli operatori. Un incremento ritenuto marginale dall’esecutivo e che potrebbe portare nelle casse pubbliche 70-80 milioni di euro, che andrebbero a finanziare il settore radiotelevisivo.

Tra le altre iniziative per finanziare la Tv pubblica, nelle scorse settimane si era riaffacciata anche l’ipotesi di far pagare il canone ai possessori di smartphone e tablet. Ma contro l’iniziativa si è schierato lostesso presidente François Hollande.

In Italia intanto…

Nel nostrO Paese per coprire le aree bianche, il Governo ha sbloccato 2,2 miliardi di euro che si aggiungono ai 2,1 miliardi delle regioni nell’ambito di un piano che dovrebbe partire entro la fine dell’anno ed essere completato, in linea con le scadenze Ue, entro il 2020.