Decarbonizzazione

FIT For 55, il Consiglio UE vuole le rinnovabili al 40% entro il 2030 e -36% di consumi finali di energia

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Avviati i negoziati con l’Europarlamento sulla direttiva per la promozione delle energie rinnovabili e sulla direttiva relativa all'efficienza energetica. La produzione e l'uso dell'energia rappresentano il 75% delle emissioni dell'UE e gli obiettivi più ambiziosi concordati oggi costituiranno un importante contributo per la decarbonizzazione e la transizione green.

Le direttive del Consiglio europeo

Accelerare sempre di più il lancio di nuovi progetti di impianti a fonti energetiche rinnovabili e crescere l’efficienza energetica andando a tagliare progressivamente i consumi sono le due linee guida comunicate oggi dal Consiglio europeo riguardo il pacchetto “Pronti per il 55%” (Fit for 55) dell’Unione.

Due le proposte su cui poi saranno avviate le negoziazioni istituzionali: fonti energetiche rinnovabili e riduzione dei consumi energetici finali. Nel primo caso il Consiglio ha proposto di fissare l’obiettivo “vincolante” delle rinnovabili al 40% (contro l’attuale traguardo del 32%) nel mix energetico dell’Unione entro la fine del 2030.

Nel secondo caso, sempre entro la fine del decennio, sono stati stabiliti due obiettivi altrettanto fondamentali nel percorso di decarbonizzazione dell’economia dell’Unione: ridurre il consumo di energia a livello dell’UE del 36% per il consumo finale di energia e del 39% per il consumo di energia primaria.

Gli obiettivi di decarbonizzazione

Gli obiettivi utilizzano un nuovo valore di riferimento e corrispondono a un obiettivo di riduzione del 9% rispetto al 2020.

Il consumo di energia finale rappresenta l’energia consumata dagli utilizzatori finali, mentre quello di energia primaria comprende anche ciò che viene utilizzato per la produzione e la fornitura di energia.

La produzione e l’uso dell’energia rappresentano il 75% delle emissioni complessive degli Stati europei.

Come spiegato nel comunicato, gli Stati membri garantirebbero: risparmi pari all’1,1% del consumo annuo finale di energia a partire dal 1º gennaio 2024; all’1,3% a decorrere dal 1º gennaio 2026; e all’1,5% a partire dal 1º gennaio 2028, con la possibilità di riportare al periodo successivo un massimo del 10% dei risparmi in eccesso.

Gli obblighi del settore pubblico

Tra le altre decisioni prese troviamo l’obbligo specifico per il settore pubblico di conseguire una riduzione annuale del consumo energetico dell’1,7% o, in alternativa, almeno dell’1,9% all’anno se si escludono i trasporti pubblici o le forze armate, che sarebbe vincolante quattro anni dopo l’entrata in vigore del regolamento, iniziando gradualmente con i comuni più grandi.

Inoltre, il Consiglio ha convenuto che gli Stati membri sarebbero tenuti a ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli immobili di proprietà di tutti i livelli della pubblica amministrazione.

Rinnovabili nei trasporti

Per quanto riguarda i sotto-obiettivi per i trasporti, invece, il Consiglio ha introdotto la possibilità per gli Stati membri di scegliere tra:

  • un obiettivo vincolante di riduzione del 13% dell’intensità dei gas a effetto serra nel settore dei trasporti entro il 2030. Gli Stati membri disporranno di più opzioni per conseguire tale obiettivo, ad esempio la possibilità di fissare un obiettivo differenziato per il trasporto marittimo, a condizione che l’obiettivo globale sia raggiunto;
  • oppure un obiettivo vincolante di almeno il 29% di energia rinnovabile nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030

Queste le principali caratteristiche delle posizioni del Consiglio che ora saranno negoziate con il parlamento europeo per arrivare ad un testo unico finale.

I consumi in Italia

Sul tema consumi energetici sono stati diffusi nei giorni scorsi i dati Enea attraverso l’Analisi trimestrale del sistema energetico per quel che riguarda il nostro Paese da gennaio a marzo 2022.

Questi sono stati ancora in crescita nel primo trimestre del 2022, del +2,5%, per un aumento che ha raggiunto il quinto mese consecutivo di segno positivo. Ne consegue che anche le emissioni di CO2 sono aumentate, del +8% circa.

Il dato è relativo all’incremento di utilizzo di fonti energetiche fossili, del +7% circa, come azione volta a controbilanciare la contrazione di import di energia elettrica, del -20,5%, e delle elettriche rinnovabili, anche qui un -10% circa (probabilmente frutto del crollo del segmento idroelettrico dovuto alla grande siccità che attanagli tutto il Mediterraneo e buona parte dell’Europa occidentale).

Molto meglio eolico e solare che crescono del +11%.

Secondo invece l’Osservatorio FER di Anie Rinnovabili, nel cumulato gennaio-maggio 2022 la domanda di energia elettrica in Italia è aumentata del +2,8% su base annua e per l’82% è stata soddisfatta da produzione nazionale, di cui il 37% ottenuta da fonti energetiche rinnovabili.