Amici o nemici?

Fiera del libro, Amazon spacca il mondo dell’editoria

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L’ombra di Amazon sulla Fiera del libro di Francoforte. La strategia ‘aggressiva’ del gruppo americano di Bezos divide il mondo dell’editoria europeo tra favorevoli e contrari.

Amazon convitato di pietra di questa Buchmesse di Francoforte che si è chiusa ieri. Alla Fiera del libro il gruppo americano era assente eppure le sue pratiche, considerate da molti editori e politici egemoniche, sono state al centro del grande dibattito.

Nel mirino il lancio martedì in Germania del servizio Kindle Unlimited che permette l’accesso a una vasta library dietro pagamento di un abbonamento mensile veramente modesto.

“Temiamo una concorrenza sleale sui prezzi“, ha detto lo scrittore austriaco Gerhard Ruiss, aggiungendo: “Amazon vuole avere più spazio in Europa”, questa è la ragione di questo nuovo servizio.

Ruiss è uno dei 2 mila firmatari della petizione contro Amazon che avrebbe messo in atto un piano di boicottaggio dell’editore svedese Bonnier, molto presente in Germania.

Iniziativa che fa eco a quella di oltre 900 autori americani che chiedono ad Amazon di mettere fine alla battaglia con la francese Hachette sul prezzo degli eBook.

Anche i libri digitali sono argomento centrale di questa Buchmesse, in particolare la necessità di allineare l’Iva alla carta.

A Francoforte c’è stato anche chi ha difeso la società americana, avanzando che “ha permesso a molti piccoli autori di veder pubblicate le loro opere e di avere un pubblico”.

“Non è Amazon che ha ‘spezzato’ il mercato del libro – ha detto qualcuno dalla platea –, ma le grandi case editrici che a poco a poco hanno mangiato i piccoli”.

In Germania, la quota di mercato di Amazon nella vendita online di libri è tra il 50 e il 70%. Una posizione ritenuta da molti di quasi monopolio.

“Negli ultimi anni – ha detto Alexander Skipis, direttore generale della Federazione tedesca del Commercio del libro – abbiamo investito molto e abbiamo anche imparato da Amazon (…) è un competitor di cui non abbiamo paura”.

Tuttavia, ha sottolineato, bisogna ricordare che il gruppo americano “gode di un vantaggio competitivo sleale: ha sede a Lussemburgo, dove l’Iva è più bassa e usa la propria posizione dominante contro gli editori”.

 

Sugli accordi fiscali intercorrenti tra Amazon e il Gran Ducato sta indagando la Ue mentre la Francia è da sempre in prima linea contro le pratiche del gruppo guidato da Jeff Bezos.

“Amazon finirà per accrescere la diversità culturale“, ha commentato Dieter Schnaas, giornalista della rivista economica tedesca Wirtschaftswoche, convinto che la piattaforma non penalizzi i consumatori, anzi che vada proprio a loro favore.

“Quando sento gli appelli ai politici perché agiscano contro Amazon, penso che bisogna stare molto attenti“, ha concluso Schnaas.

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