Editoria

FIEG riapre il caso Google News: ‘Subito i decreti contro lo sfruttamento degli OTT’

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Gli editori chiedono al Governo di approvare rapidamente i decreti che accompagnano la nuova legge sull’editoria e regole più trasparenti per l’audience della pubblicità online.

Approvare rapidamente i decreti attuativi per la Riforma dell’editoria, tutelare maggiormente il diritto d’autore contro lo sfruttamento indiscriminato dei contenuti su internet e introdurre criteri trasparenti per la misurazione dell’audience legata all’eAdvertising.

E’ quanto chiede al Governo il Comitato di Presidenza della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) che ha approvato all’unanimità un documento che esprime apprezzamento per la legge sull’editoria approvata lo scorso 4 ottobre ma sente il bisogno di muovere dei precisi appunti.

Gli editori tornano quindi all’attacco per evitare che alcuni importanti aspetti di questa riforma vengano tralasciati e vogliono trovarsi preparati e ‘sostenuti’ per raccogliere le nuove sfide dell’innovazione, come ha ribadito nei giorni corsi il presidente Maurizio Costa intervenendo a un convegno a Milano.

In particolare la questione Google News, sollevata da FIEG in audizione al Senato lo scorso aprile. Posizione condivisa anche da FNSI.

Nell’occasione gli editori avevano denunciato la mancanza di misure a tutela del diritto d’autore contro ‘i saccheggi degli OTT’.

Nel mirino i motori di ricerca che usano contenuti delle imprese editoriali senza riconoscerne i copyright.

Aspetto del quale si è occupata anche la Ue nelle nuove disposizioni sul diritto d’autore presentate a settembre che hanno introdotto un nuovo diritto connesso a tutela degli editori per i contenuti online, con grande soddisfazione dell’industria della stampa ma non degli aggregatori di notizie online.

La Legge approvata in Italia il 4 ottobre, commenta il Comitato di Presidenza della FIEG, è positiva per contrastare la grave crisi del settore che tra il 2008 e il 2015 ha visto i ricavi della stampa quotidiana e periodica in forte discesa, di quasi il 50%, con un calo della pubblicità del 60% e un trend di ulteriore flessione nei primi otto mesi del 2016.

Ecco perché nel documento si ribadisce “la necessità della rapida attuazione dei decreti delegati”.

Alcune misure sono di fondamentale importanza e per il Comitato sono le seguenti: il credito d’imposta sulla pubblicità incrementale, misura necessaria per una ripresa degli investimenti nel settore;  la modernizzazione e liberalizzazione del sistema distributivo, per favorire una maggiore capillarità e presenza di quotidiani e periodici sul territorio;           lo sblocco dei prepensionamenti e l’attuazione delle misure necessarie per un effettivo passaggio generazionale nelle imprese editrici.

Gli editori sottolineano inoltre “la necessità del rispetto delle norme a tutela del diritto d’autore da parte di tutti i soggetti, ed in particolare gli Over-The-Top, per contrastare i molteplici fenomeni di sfruttamento non autorizzato dei contenuti editoriali ed offrire una effettiva, indispensabile, tutela della qualità informativa”.

Un’altra rilevante criticità va rimossa, conclude il documento del Comitato di Presidenza della FIEG.

Su tratta sul fronte della pubblicità digitale: occorrono regole e criteri di misurazione dell’audience più trasparenti, per garantire al mercato – investitori ed editori – una corretta dinamica competitiva.

Le novità più significative riguardano il fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e il tetto agli stipendi in Rai, oltre alla delega assegnata al governo per la ridefinizione della disciplina sui contributi pubblici, le norme sui prepensionamenti dei giornalisti e sul Consiglio dell’Ordine dei giornalisti.

La legge introduce una nuova disciplina dei contributi diretti, che andranno alle tv locali, alle cooperative giornalistiche, agli enti senza fini di lucro e non più ai giornali di partito. È poi prevista un’ampia delega al governo, che dovrà approvare criteri più stringenti per il ricorso ai prepensionamenti dei giornalisti e rivedere la procedura per il riconoscimento degli stati di crisi. Fino a quando non ci saranno i decreti, non sarà possibile sbloccare le risorse.

Adesso l’attenzione si sposta quindi sui decreti attuativi che la Presidenza del Consiglio dovrà emanare entro sei mesi per definire i parametri operativi della legge e l’effettiva dotazione di risorse a sostegno del comparto.