La querelle

Ddl editoria approvato, ma resta aperta la questione Google News

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Soddisfazione della FIEG ma nessuna parola sulla querelle con i motori di ricerca sollevata in audizione al Senato. Ci si affida alla Ue?

Il Ddl editoria, approvato in via definitiva alla Camera, soddisfa gli editori e tutta la filiera. Le nuove disposizioni contengono alcuni interventi di riforma per il settore che recepiscono il lavoro del Tavolo per l’editoria.

Resta però ancora aperto il nodo Google News, sollevato da FIEG in audizione al Senato lo scorso aprile. Posizione condivisa anche da FNSI.

Nell’occasione gli editori avevano denunciato la mancanza di misure a tutela del diritto d’autore contro i ‘saccheggi degli OTT’.

Nel mirino i motori di ricerca che usano contenuti delle imprese editoriali senza riconoscerne i copyright.

FIEG lo aveva detto chiaramente al Senato: “Segnaliamo l’assenza di misure volte a tutelare il diritto d’autore e a valorizzare i contenuti editoriali di qualità”, aveva indicato il Dg Fabrizio Carotti.

Forse per risolvere la questione si attendono i decreti attuativi?

O magari si preferisce attendere che sia la Ue a sistemare le cose con la riforma sul diritto d’autore, presentata il mese scorso, che ha introdotto un nuovo diritto connesso a tutela degli editori per i contenuti online, con grande soddisfazione dell’industria della stampa ma non degli aggregatori di notizie online.

In campo è subita scesa Google che ha subito considerato questa proposta simile agli esperimenti legislativi già falliti in Germania e Spagna, ritenendo che rappresenti un passo indietro per il copyright in Europa.

La web company ha già avvertito che la proposta “potrebbe limitare la capacità di Google di inviare, gratuitamente, traffico monetizzabile agli editori attraverso Google News e Search”.

 

FIEG chiede l’immediata approvazione dei decreti attuativi

 

Che anche in Italia gli editori si siano affidati alla Ue per la soluzione della annosa querelle?

Intanto si dicono soddisfatti per l’approvazione del decreto editoria.

Per Maurizio Costa, Presidente della FIEG, si tratta di “un importante traguardo a cui deve seguire il rapido avvio del cantiere delle misure per contrastare la crisi dell’editoria giornalistica del nostro Paese.”

Negli ultimi 8 anni le imprese del settore hanno visto dimezzato i propri ricavi, con un crollo del fatturato pubblicitario di oltre il 60%.

Gli investimenti pubblicitari sulla stampa sono in caduta del 5,1% sui quotidiani e del 3% sui periodici nei primi 7 mesi 2016.

Una legge per il settore era quindi necessaria ma, ricorda Costa, “trattandosi di una legge delega è necessaria la rapidissima emanazione dei decreti attuativi”.

“Affinché le misure previste diventino concrete e operative – ha precisato Costa – è indispensabile che vengano garantite, nella prossima legge di bilancio, le necessarie coperture finanziarie.”

 

La filiera chiede interventi sulla crisi pubblicitaria

Soddisfazione anche del Coordinamento della Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione (Acimga, Aie, Argi, Asig, Assocarta, Assografici e Fieg) che però sollecita l’immediata attuazione della norma sugli sgravi fiscali per gli investimenti pubblicitari sulla stampa.

Per fronteggiare la crisi della pubblicità sulla stampa, la Filiera sostiene “la detassazione degli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici, misura che premia le imprese che investono in pubblicità”. Per questa ragione, a loro dire, bisogna attuarla con rapidità.

 

Le novità

Le novità più significative riguardano il fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e il tetto agli stipendi in Rai, oltre alla delega assegnata al governo per la ridefinizione della disciplina sui contributi pubblici, le norme sui prepensionamenti dei giornalisti e sul Consiglio dell’Ordine dei giornalisti.

La legge introduce una nuova disciplina dei contributi diretti, che andranno alle tv locali, alle cooperative giornalistiche, agli enti senza fini di lucro e non più ai giornali di partito. È poi prevista un’ampia delega al governo, che dovrà approvare criteri più stringenti per il ricorso ai prepensionamenti dei giornalisti e rivedere la procedura per il riconoscimento degli stati di crisi. Fino a quando non ci saranno i decreti, non sarà possibile sbloccare le risorse.

Adesso l’attenzione si sposta quindi sui decreti attuativi che la Presidenza del Consiglio dovrà emanare entro sei mesi per definire i parametri operativi della legge e l’effettiva dotazione di risorse a sostegno del comparto. Sul fronte dei budget, in particolare, restano da stimare i fondi a disposizione dall’extra gettito del canone Rai così come i contributi di solidarietà delle cosiddette concessionarie pubblicitarie.

Tra le misure da adottare:

  • Incentivazione fiscale degli investimenti pubblicitari incrementali utile per il rilancio dei consumi e per garantire una ripresa degli investimenti pubblicitari sulla stampa quotidiana e periodica;
  • Liberalizzazione della vendita di prodotti editoriali, per superare la critica situazione delle edicole;
  • Copertura finanziaria dei prepensionamenti relativi ai piani di ristrutturazione e di riorganizzazione delle imprese editrici, per garantire il processo di trasformazione ed evoluzione necessario.