L'indagine

Fibra ottica nelle aree bianche, ispezione dell’Antitrust nella sede di Tim

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Gli ispettori dell'autorità, accompagnati dal nucleo speciale della Guardia di Finanza, sarebbero al lavoro per acquisire elementi per verificare l'esistenza di un abuso di posizione dominante sul progetto Cassiopea, ora sospeso.

La Guardia di Finanza oggi ha effettuato un’ispezione negli uffici di Roma di Telecom Italia su mandato dell’Antitrust, nell’ambito di un’istruttoria aperta nei mesi scorsi dall’Autorità Garante per la Concorrenza sugli investimenti in fibra ottica nelle aree a fallimento di mercato, dove i bandi pubblici sono stati vinti da Open Fiber. Gli ispettori dell’autorità, accompagnati dal nucleo speciale della Guardia di Finanza, sarebbero al lavoro per acquisire elementi per verificare l’esistenza di un abuso di posizione dominante sul progetto Cassiopea, ora sospeso.

Secondo una fonte a conoscenza del dossier, il provvedimento è stato volto ad accertare il comportamento di Tim riguardo alle strategie dei prezzi all’ingrosso praticati agli operatori alternativi per la banda larga e ultralarga e all’uso di informazioni privilegiate relative alla clientela dei concorrenti nel mercato retail, spiega la fonte.

Il comunicato dell’Antitrust

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (“l’Autorità”) ha esteso l’oggetto del procedimento avviato nel giugno dello scorso anno nei confronti della società Telecom Italia S.p.A. (“TI”), per accertare possibili violazioni all’art. 102 TFUE, in relazione alla possibile strategia abusiva volta a ostacolare l’ingresso del nuovo concorrente infrastrutturale nei servizi di comunicazione a banda ultralarga.
L’ampliamento dell’oggetto del procedimento si è reso necessario poiché, nel corso dell’istruttoria, sembra emergere un ulteriore comportamento anticoncorrenziale, consistente nel tentativo di TI di applicare, nella fornitura di servizi di accesso all’ingrosso a banda larga e ultralarga, condizioni economiche suscettibili di ostacolare la concorrenza infrastrutturale e limitare la contendibilità dei clienti che acquistano i servizi all’ingrosso.
Pertanto, l’Autorità verificherà, nel corso del procedimento, la sussistenza di un’ulteriore condotta anticoncorrenziale realizzata sul mercato dei servizi di telecomunicazione al dettaglio a banda larga e ultralarga, consistente nell’utilizzo improprio da parte di TI delle informazioni privilegiate di cui essa dispone in qualità di operatore in posizione dominante nelle attività concernenti la gestione della rete.
I comportamenti sopra descritti potrebbero essere riconducibili alla strategia anticoncorrenziale unica e complessa che l’Autorità ha ipotizzato nel provvedimento di avvio del 28 giugno 2017, e che avrebbe la finalità di ostacolare l’esecuzione del piano di investimenti di Open Fiber e di limitare altresì lo sviluppo concorrenziale delle offerte retail di servizi a banda ultralarga.
L’ampliamento del procedimento è stato notificato oggi nel corso di ispezioni effettuate dall’Autorità in collaborazione con il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

La nota di Tim

Tim, in una nota in merito alla decisione odierna dell’Autorità Antitrust di estendere l’ambito dell’istruttoria del procedimento avviato lo scorso 28 giugno, ribadisce la correttezza del proprio operato e confida di dimostrarlo nel corso del procedimento. Inoltre aggiunge, continuerà a collaborare fattivamente con l’Autorità anche al fine di dimostrare la propria estraneità a qualsiasi presunto illecito.

Cassiopea in stand-by

Il progetto Cassiopea, elaborato dall’azienda per portare la banda ultralarga in Fttc (tramite upgrading della rete in rame) nelle aree bianche a fallimento di mercato, è stato congelato da Tim dopo l’addio dell’ex amministratore delegato Flavio Cattaneo. Proprio il progetto Cassiopea, in concorrenza con Open Fiber, è stato fra i motivi scatenanti del muro contro muro ingaggiato da Flavio Cattaneo con il Governo sui bandi Infratel, che secondo l’ex ad sarebbero stati disegnati per far vincere la società controllata da Enel e Cdp.

La successiva nomina di Amos Genish è stata voluta da Vivendi, primo azionista di Tim, proprio per rasserenare il clima nei rapporti fra l’azienda e il Governo italiano.

Rapporti che sembrano ora più distesi, tanto che Amos Genish ha presentato al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda un piano di scorporo della rete Tim.