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Facebook: priorità agli amici. E gli editori tremano

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Più gattini e foto delle vacanze e dei pargoli degli amici e meno notizie da link terzi. A rischio il modello di business di molti editori.

“Facebook è stato costruito sull’idea di connettere le persone con i loro amici e familiari…Per questo oggi annunciamo una modifica del nostro algoritmo di ranking della News Feed per far sì che tu non perda le storie postate dai tuoi amici”.

La nuova modifica all’algoritmo che gestisce la sequenza delle notizie che compaiono sulla nostra bacheca Facebook, per privilegiare quelle dei nostri amici e conoscenti rispetto a quelle dei giornali e di altri fornitori di contenuti, nasce perché ha scatenato il panico tra gli editori, che temono di perdere quei lettori, e sono tanti, che si informano tramite il social network.

Una decisione, spiega Adam Mosseri, responsabile del Product Management di Facebook, che nasce dal fatto che l’attività ‘core’ del  social network non è scegliere quello che le persone dovrebbero leggere ma connettere le persone e le idee.

Sarà, ma la nuova modifica arriva dopo le polemiche seguite alla notizia, riferita dal sito Gizmodo secondo cui diversi ‘news curator’ si occupino di aggiungere nella sezione trending news (disponibile sono nella versione in lingua inglese del social network) notizie selezionate ad arte. Storie anche prive di quella popolarità che dovrebbe essere alla base della scelta delle cosiddette news di tendenza. Storie segnalate. Storie che si ha un interesse a ‘gonfiare’.

Noi non favoriamo fonti – o idee – specifiche. Il nostro obiettivo è quello di mostrare le storie che, secondo i nostri feedback,  una persona vuole vedere. Lo facciamo non solo perché crediamo sia la cosa giusta, ma anche perché è un bene per il nostro business. Quando la gente vede contenuti che ritiene interessati, è più propensa a passare del tempo sulla bacheca e a godere dell’esperienza”, specifica Mosseri.

Più gattini e foto delle vacanze e dei pargoli degli amici e meno notizie da link di editori e fornitori di contenuti che, però, hanno pagato per ottenere quello spazio e quella visibilità.

Coi suoi 1,6 miliardi di utenti, Facebook ha infatti una portata globale che i giornali e qualsiasi altro media si sogna ed è diventato, nel corso del tempo, una fonte di informazione primaria, soprattutto per i più giovani (negli Usa, per dire, più di sei ragazzi su 10 affermano di informarsi sulla politica attraverso le news che compaiono su Facebook).

Di conseguenza, parte rilevante del traffico complessivo di molti editori – nota il sito The Verge – dipende da Facebook e il nuovo algoritmo rischia  di generare un crollo dei modelli di business basati sulla pubblicità online.

Facebook antepone dunque le persone al suo stesso profitto?

Di recente si discusso del fatto che sul social network ci fosse una evidente emorragia di contenuti ‘personali’ e di come Mark Zuckerberg abbia messo in piedi un team ad hoc per affrontare il problema del cosiddetto ‘content collapse’.

Pare a questo punto che il social network si sia reso conto che se non si da priorità alle persone, queste non torneranno o staranno meno tempo a scorrere le loro bacheche e senza il pubblico saranno tempi duri anche per gli editori, gli sviluppatori e gli inserzionisti.

In realtà Lars Backstrom, Direttore tecnico del sito, cerca di minimizzare l’impatto su questi ultimi, spiegando che “si prevede che, complessivamente, questo aggiornamento possa provocare un declino del reach and referral traffic per alcune pagine”. L’impatto specifico sulla distribuzione e altre metriche dipenderà però “dalla composizione del pubblico:  per esempio, se la gran parte del traffico dipende dall’attività di condivisione del contenuto da parte di utenti i cui amici siano attivi su quel contenuto con like e commenti, l’impatto sarà inferiore. Sarà maggiore invece nel caso di traffico proveniente direttamente dalla tua pagina”.