Contributi e giornali

eJournalism: aiuti diretti alla stampa, la Francia dice no

di Redazione |

Il Parlamento francese contro i contributi diretti alla stampa. E’ tempo, si legge nel documento, di porre la questione di una soppressione progressiva degli aiuti.

Il Parlamento francese ha condiviso in maniera formale la posizione degli editori digitali associati nello Spiil (Syndicat de la Presse Indépendante d’Information en Ligne) sulla necessità di rivedere i criteri di assegnazione degli aiuti pubblici alla stampa, che in Francia ammontano ad oltre 1,2 miliardi di euro (fra contributi diretti e indiretti).

#eJournalism è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e LSDI (Libertà di stampa, diritto all’informazione).

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Lo annuncia lo stesso Spiil, spiegando che ciò è avvenuto nell’ambito della elaborazione della Legge finanziaria per il 2015. A nome della Commissione Affari culturali ed Educazione, il deputato Jean-Noël Carpentier ha infatti ampiamente ripreso nel testo relativo all’editoria e agli aiuti alla stampa alcune delle linee che da tempo l’organizzazione va sostenendo (vedi il Manifesto per un nuovo ecosistema della stampa digitale, ottobre 2012).

Per la prima volta – osserva una nota – un documento ufficiale conclude che “deve ormai essere posta la questione di una soppressione progressiva degli aiuti diretti alla stampa, accompagnandolo naturalmente con un intervento sociale indispensabile in un settore che impiega diverse migliaia di persone, in particolare nella stampa e nella distribuzione”.

Gli editori che fanno capo allo Spiil – prosegue la nota – condividono le affermazioni del relatore, secondo cui il regime attuale degli aiuti diretti “induce dipendenza negli editori e conforta delle logiche di influenza più che delle logiche di investimenti” e lamenta il fatto che essi avrebbero costituito per così tanto tempo “un sostegno orientato massicciamente verso il mantenimento di un modello in via di scomparsa”.

Sulla stessa linea, lo Spiil aveva ripetutamente espresso varie riserve sul funzionamento dei cosiddetti Fondi Google-AIPG (basati su un accordo fra l’azienda di Mountain View e l’AIGP – Association de la presse d’information politique et générale – , associazione di editori prevalentemente della stampa scritta) accusati di determinare rischi di conflitti di interesse e di distorsione della concorrenza. Il rapporto dell’on. Carpentier esprime un giudizio negativo su quell’accordo spiegando che “i fondi Google non possono costituire una soluzione alle sfide della stampa online”.

Di fronte all’urgenza per la stampa francese di beneficiare di un ecosistema dinamico e perenne per meglio realizzare la sua transizione digitale, lo Spiil – prosegue la nota – si augura che il Governo segua le indicazioni della Commissione e definisca una vera strategia di modernizzazione dell’intervento dell’amministrazione, attraverso un abbandono progressivo e socialmente responsabile degli aiuti diretti alla stampa e un riorientamento del sostegno pubblico verso i modelli del futuro, basati sul digitale. Questa evoluzione è indispensabile per promuovere l’irrinunciabile pluralismo della stampa in un momento in cui esso è minacciato da grosse operazioni di concentrazione.