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Ei Towers rilancia e punta a sinergie commerciali con RaiWay

Mediaset

Ei Towers continua a puntare sul progetto di creare un operatore unico nazionale, sottolineando i grandi vantaggi che se ne avrebbero in termini di sinergie e risparmi.

Un’operazione che trova d’accordo gli analisti, secondo i quali già dopo l’estate ci potrebbe essere una svolta sul dossier, senza tralasciare l’importanza che anche la politica faccia la propria parte, prendendo una posizione chiara sul futuro del mercato italiano delle torri che rischia di diventare preda di operatori stranieri.

Ieri alla conference call – dove sono stati presentati i dati trimestrali, in crescita, della società che fa capo a Mediaset – l’amministratore delegato Guido Barbieri è stato molto chiaro: il progetto su RaiWayrimane valido”.

Il gruppo del Biscione non intende quindi mollare la presa e non sembra affatto turbato dall’indagine per presunto aggiotaggio, aperta dalla Procura di Milano per l’Opas su RaiWay, che riguarda tutto il Consiglio di amministrazione.

Un’operazione fallita (costata al gruppo 1,6 miliardi di euro, ndr) dopo lo stop della Rai e del Ministero dell’Economia al quale si è poi aggiunto quello della Consob e dell’Antitrust. Una situazione spinosa che ha spinto la stessa Ei Towers a ritirare l’offerta per il 66,7% della controllata Rai e anche quella successiva che puntava invece al 40%.

Gli ostacoli sul campo non hanno però convinto Ei Towers a cambiare idea.

Barbieri ha infatti sottolineato le sinergie vantaggiose che si potrebbero avere con un provider unico di rete, spiegando che l’azienda sta studiando “in che modo ottenere quei benefici”.

Resta difficile al momento poter pensare a un’integrazione societaria tra Ei Towers e RaiWay, ma resta in piedi il progetto di cercare “intese commerciali”.

Siamo del tutto aperti ad esplorare qualsiasi accordo che possa creare più efficienza in un mercato che non è efficiente come dovrebbe essere“, ha detto Barbieri.

Su indagine per aggiotaggio, Ei Towers: ‘Abbiamo agito correttamente’

In merito all’indagine della magistratura, Barbieri ha ribadito “la correttezza” della società e del board e la “trasparenza” verso gli investitori.

I magistrati milanesi temono possibili abusi di mercato con il lancio dell’Opas su RaiWay. Nei giorni scorsi la sede del gruppo è stata anche perquisita dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine della Procura di Milano partita dopo l’esposto della Consob.

Il nodo è il DPCM che, fissando al 51% la quota di RaiWay che deve restare in mano pubblica, renderebbe di fatto non accoglibile l’offerta di Ei Towers.

Ma per l’azienda, “nessuna legge” impediva alla Rai di vendere la sua quota, ha spiegato Barbieri, ricordando che il vincolo è contenuto solo nel DPCM e non in un atto legislativo.

 

Strategia futura

Ei Towers continua comunque nel proprio progetto di rafforzamento sul mercato delle torri e continuerà con le acquisizioni di piccole e medie dimensioni. L’ultima in ordine di tempo è stata quella di Tecnorad, società che dispone di 134 siti nel centro Italia, focalizzata sulla trasmissione del segnale tlc.

Davanti abbiamo una lunga lista di potenziali partner“, ha precisato Barbieri.

 

Ricavi per 59,4 milioni di euro in crescita del 2,6%

La scalata a RaiWay è costata a Ei Towers 1,6 milioni di euro di spese non ricorrenti. Costi che non hanno impedito al gruppo di archiviare un trimestre in crescita, con ricavi saliti a 59,4 milioni (+2,6%), un ebitda ante oneri non ricorrenti di 28,3 milioni (+5,6%), un utile di 10,1 milioni (+11,9%) e un debito sceso di 13 milioni a 85,6 milioni.

I dati economici del primo trimestre dell’esercizio, spiega l’azienda, sono in linea con quanto previsto dal management.

Per Ei Towers, “sulla base dell’andamento ad oggi prevedibile della gestione si confermano, escludendo gli effetti degli oneri non ricorrenti contabilizzati nel trimestre ed in gran parte relativi all’offerta pubblica di acquisto sulle azioni di RaiWay, gli obiettivi già comunicati al mercato, in particolare un EBITDA prima di suddetti oneri, pari a 114 milioni di euro. Con riferimento agli investimenti per acquisizioni di portafogli di postazioni di trasmissione, in relazione alla trattative ad oggi avviate e, in caso di buon esito delle stesse, si ritiene che l’importo dell’esercizio possa attestarsi tra i 25 ed i 30 milioni di euro, quindi superiore a quanto già comunicato al mercato (euro 11 milioni). Pertanto, la posizione finanziaria netta di fine anno dovrebbe attestarsi tra i 105 ed i 110 milioni di euro, considerando anche il pagamento del dividendo già deliberato dall’Assemblea degli azionisti”.

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