Continuano in Commissione Cultura della Camera le audizioni nell’ambito dell’esame della proposta di legge sull’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria, presentata dall’on. Giuseppe Brescia del M5S.
Oggi sono stati sentiti, alla presenza del Sottosegretario con delega all’Editoria Luca Lotti, i rappresentanti di FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane), FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ANSO (Associazione Nazionale Stampa Online) e FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali.
Franco Siddi, segretario generale della FNSI, ha subito espresso ‘parere negativo’ sulla proposta di legge.
“C’è bisogno – ha spiegato – di una mano, al contrario, con interventi selettivi”. Tra le proposte della FNSI, quella di “rimodulare gli interventi e cercare nuove forme di investimenti” tra cui una parte delle quote delle Fondazioni bancarie destinate all’editoria e ancora il “prelievo dell’1% sulla quota della pubblicità televisiva”.
Per Fabrizio Carotti, direttore generale della FIEG, abolire il finanziamento pubblico all’editoria sarebbe un “errore grave”, sono invece necessari “interventi strutturali e transitori insieme”. Quello che chiede la FIEG è “certezza delle risorse. Senza certezze è difficile fare una pianificazione”.
Secondo Francesco Zanotti, presidente della FISC, “L’informazione non è un bene commerciale, ma un bene pubblico”, tuttavia “nell’opinione pubblica si demonizzano i contributi pubblici all’editoria”.
Sara Cipriani, presidente dell’ANSO, ha ricordato che l’editoria online “non ha mai percepito contributi”. E anche stavolta, ha concluso, “gli 80 milioni che si pensa di recuperare dalla mancata distribuzione dei fondi, si propone di reinvestirli in innovazione, ma si tiene ancora fuori l’online”.
