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Economia startup, bando da 80 milioni in Lombardia

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La Regione scommette sulla startup economy e il trasferimento tecnologico per la crescita, l’innovazione e la competitività delle imprese. Dopo Expo: arriva la ‘no tax area’ per le imprese e 50 milioni per l’hub dell’innovazione.

Creare una “catena della nuova impresa” per dar vita ad un “ecosistema dello sviluppo e dell’innovazione” è quanto hanno promesso di voler fare gli assessori Mauro Parolini (Sviluppo economico) e Luca Del Gobbo (Università, Ricerca e Open innovation), che hanno anticipato i contenuti del piano di intervento della Regione Lombardia a favore dello startup di impresa.

Primi bandi in primavera

Saranno disponibili 80 milioni di euro per sostenere le migliori idee, accompagnare i nuovi imprenditori e valorizzare la creatività dei giovani. I primi bandi usciranno già entro la prossima primavera, ha annunciato Parolini: “Abbiamo previsto azioni di accompagnamento anche tramite voucher per l’acquisizione di servizi per l’innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale, nonché per la promozione, la comunicazione, la gestione e l’amministrazione“.

La Regione, hanno spiegato i due assessori, “sta sviluppando strumenti innovativi per coinvolgere il mercato dei capitali privati che investono in startup ad alto tasso di innovazione e stiamo progettando alcuni strumenti a questo finalizzati“, ma soprattutto è impegnata nell’attivazione di “Fondo dei Fondi” per investimenti in venture capital, in collaborazione con il Fondo europeo degli investimenti (Fei), in grado di moltiplicare le risorse di private equity in startup.

L’ente regionale contribuirà con un apporto, nel 2016, di 10 milioni di euro, che nelle intenzioni dovrebbe determinare un importante effetto moltiplicatore grazie alle risorse del Fei e di altri investitori pubblici e privati: “L’obiettivo è di costituire un Fondo con una dotazione complessiva di circa 100 milioni di euro“.

Sempre l’assessore Del Gobbo ha inoltre evidenziato un ulteriore strumento di promozione della startup economy sul territorio, che è il sostegno “trasferimento della conoscenza dal mondo della ricerca a quello di startup, industrie e Istituzioni”. Un processo integrato, “che dal mondo universitario arrivi fino al supporto della prima fase di sviluppo di un progetto e degli spin off”, il tutto “tramite Centri di trasferimento tecnologico, che verranno accreditati e fungeranno da veri e propri centri strategici a supporto e in affiancamento delle imprese, con la strutturazione di team altamente competenti e con remunerazione result based”.

Il futuro dell’area Expo

Per quanto riguarda il tema scottante dell’eredità dell’Expo 2015, ha rimarcato Del Gobbo, “come occasione per rafforzare le azioni di network e sviluppare l’ecosistema dell’innovazione, abbiamo stanziato 50 milioni di euro della nuova Programmazione comunitaria per accordi tra università, centri di ricerca e imprese, per creare una vera e propria filiera dell’innovazione“.

Una parte degli spazi su cui l’Expo è nata saranno adibiti a cittadella della scienza per 1600 tra ricercatori e tecnici che daranno vita ad uno dei poli mondiali della ricerca e dell’innovazione tecnologica. Si tratta del progetto “Human Technopole. Italy 2040”, gestito e coordinato dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, pensato proprio per favorire nel nostro Paese la nascita delle startup, della digital economy e lo sviluppo di piattaforme per i big data.

Questo Polo potrebbe rappresentare realmente un punto di svolta molto importante – ha commentato Parolini – e dovrà essere accompagnato da misure concrete per le imprese che vorranno insediarsi nel sito, come, ad esempio, un regime di ‘no tax area‘ per i primi cinque anni di attività“.